CULTURA & SOCIETA'

Zampone e lenticchie “salveranno” stasera la festa di Capodanno. Per la credenza popolare assicurano salute, denaro e felicità

Le piazze ove questa sera non si farà baldoria e non si brinderà all’ingresso del nuovo anno 2021 sono quelle solite: Piazza Antica Reggia a Ischia, Piazza Marina a Casamicciala, Piazza Santa Restituta a Lacco Ameno, la piazzetta di Sant’Angelo e piazza del Municipio a Forio e Piazzetta Mar del Plata a Testaccio. Quest’anno per l’emergenza sanitaria del Covid che ci ha colpito, esse non saranno parate a festa come per gli anni passati dove era tutto normale. Quest’anno domina l’anormalità da virus e il triste ricordo di tante persone amiche scomparse.

LE-LENTICCHIE-COL-COTECHINO-IL-CLASSICO E TRADIZIONALE PIATTO DI CAPODANNO

S tuuto fosse stato normale,ciascuna piazza citata avrebbe presentato il suo programma. Sarebbe scattata la sfida ad Ischia ed alle altre piazze dell’isola. Se tutto fosse stato normale sull’ Isola il Capodanno 2021 avrebbe mantenuto inalterato il fascino di una festa antichissima dal sapore delle tradizioni popolari, con quel tocco di sfrenatezza dionisiaca tra balli, cibo e vino a volontà. Purtroppo si rimane a cas. Giovani e meno giovani, in famiglia a brindare all’anno nuovo che viene. Però la tavola ischitana del San Silvestro, quella ci sarà, non si farà di certo trovare impreparata ad uno dei momenti più ghiotti dell’anno, quando mangiare bene e a volontà è fondamentale anche in senso benaugurale. Una festa che affonda le radici nella notte dei tempi, il rumore svolge un ruolo fondamentale nei festeggiamenti per il Capodanno. In origine, si credeva che il rumore cacciasse gli spiriti maligni e già nel medioevo l’inizio dell’anno era salutato con i suoni di diversi strumenti, dalle campane delle chiese, alle trombe e i tamburi. Con l’invenzione della polvere da sparo, al rumore degli strumenti si è aggiunto lo scoppio dei colpi di fucile e, più tardi quello dei fuochi d’artificio. I fuochi d’artificio di Capodanno sono uno spettacolo incredibile, con vere e proprie perfomances coloratissime e rombanti.Ma questa sera,per stare nell’ anormalità di cui abbiamno fatto cenno sopra, forse non si sparerà. Già gli antichi Romani celebravano l’anno nuovo. Il loro calendario era però continuamente mutato dai vari imperatori; si scelse quindi di sincronizzarlo con il sole. Fu Giulio Cesare, nel 46 a.C., a creare quello che ancora oggi è conosciuto come il calendario Giuliano, che stabiliva che l’anno nuovo iniziava il primo gennaio. Il primo di gennaio i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e scambiarsi il dono di un vaso bianco con miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli d’alloro, detti strenne come augurio di fortuna e felicità. Il nome strenna derivava dal fatto che i rami venivano staccati da un boschetto della via sacra ad una dea di origine sabina: Strenia, che aveva uno spazio verde a lei dedicato sul Monte Velia. La dea era apportatrice di fortuna e felicità; il termine latino strenna, presagio fortunato, deriva probabilmente proprio dalla dea. Terra che mantiene sempre vivo l’ancoraggio con la cultura marinara e contadina, Ischia festeggia san Silvestro con cibi assolutamente genuini, il menu è molto vario: si va da piatti di pesce freschissimo ai frutti di mare, pasticci di pasta e tortani a volontà. Ma che si ceni a base di pesce o di carne un piatto non deve assolutamente mancare sulla tavola ischitana di Capodanno, per motivi scaramantici: le lenticchie che assicurano salute, denaro e felicità.

michelelubrano@yahoo.it

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