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De Luca incontra i sindaci, oggi chiamata alle armi per i parlamentari campani

Martedì la protesta, ieri l’ora di formulare una serie di richieste. I sei sindaci dell’isola d’Ischia, a margine della cerimonia per la sottoscrizione dell’accordo tra ANCIM, Regione Campania e Comuni delle isole del golfo di Napoli per il riconoscimento realtà insulari come zone disagiate, hanno incontrato il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Un incontro durato una mezz’oretta nel corso del quale i primi cittadini hanno avuto modo di esprimere una serie di doglianze al presidente della giunta regionale, che peraltro dalle nostre parti conosciamo benissimo. E che, ovviamente, erano state anche frutto di un documento preparato dai sindaci, dagli stessi firmato ed indirizzato proprio all’ex sindaco di Salerno (a consegnarglielo è stato nel corso della chiacchierata il primo cittadino lacchese Giacomo Pascale). Oltre ai sindaci erano presenti anche il consigliere di minoranza Arnaldo Ferrandino e Annalisa Iaccarino, quest’ultima in rappresentanza del comitato “Risorgeremo Nuovamente”.

TUTTE LE DOGLIANZE DEI SINDACI E DELLA COMUNITÀ ISOLANA. Sul tavolo, ancora una volta, la disparità di trattamento lamentata dalla nostra comunità e di rimando dai suoi amministratori pubblici rispetto alle popolazioni colpite dall’alluvione in Toscana, che certo hanno patito danni e problemi in misura inferiore. Non solo, non poteva mancare una sottolineatura relativa al fatto che il decreto in questione non comprende clamorosamente il Comune di Forio, per quanto lo stesso fosse stato indicato dal commissario di governo tra i territori facenti parte del cratere. E poi un’altra, importante, sottolineatura, quella cioè che il danno economico ha interessato l’intero territorio dell’isola d’Ischia e dunque tutte le sei municipalità. Le richieste a Vincenzo De Luca, esplicitate nel “promemoria” di cui vi abbiamo già riferito, sono chiare.

I sindaci isolani chiedono quanto segue: “Estendere i benefici previsti per Rosignano Marittimo e di Collesalvetti ai sei Comuni dell’isola d’Ischia (dunque anche a Ischia, Barano e Serrara Fontana); restituzione immediata ai tre Comuni del Cratere (Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio (i primi due in predissesto e dissesto finanziario) delle somme impegnate per la gestione dell’emergenza in rapporto alle spese già effettuate, per i lavori di somma urgenza e per la messa in sicurezza di persone e cose, da rendicontare successivamente; assunzioni a tempo determinato di personale oltre ai limiti legali presso i tre Comuni del cratere per l’espletamento della enorme mole di attività straordinarie dettate dall’emergenza terremoto; richiesta di trasferimento di somme pari alla diminuzione delle entrate, in particolare quelle tributarie (IMU, TARI, TASI, tassa soggiorno ecc.) in modo da garantire ai Comuni la salvaguardia ed il pareggio di bilancio; prevedere la sospensione delle rate dei mutui per i sei Comuni dell’isola d’Ischia; prevedere contributi economici per i lavoratori dell’intera isola d’Ischia che alla data del 21 agosto hanno cessato di lavorare; estendere la sospensione (o quantomeno prevedere forme agevolate di rateizzo nel versamento di imposte, tasse e contributi, a tutti i residenti e alle aziende operanti sul territorio isolano”.

RICOSTRUZIONE SUBITO, E CON UNA LEGGE AD HOC. Ovviamente la classe politica si è spinta oltre ed ha sottolineato anche al governatore De Luca la necessità di anticipare il prima possibile e comunque rendere operativo entro il 31 dicembre il decreto legge avente ad oggetto “interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dall’evento sismico del 21 agosto 2017”, oltre che a mettere subito in movimento l’iter per accedere alle risorse per la ricostruzione. I sindaci hanno spiegato al loro autorevole interlocutore che la mancanza di risposte tempestive da parte del governo sulla ricostruzione mette in uno stato di gravissimo le aziende operanti nel comparto turistico che rischierebbero di non riuscire a rimettersi in moto per l’inizio della prossima stagione. Con conseguenze drammatiche anche in termini di ricadute occupazionali. Sottolineata altresì la necessità di usufruire di norme sulla ricostruzione abbastanza chiare eliminando le incongruenze normative che impediscono agli immobili assoggettati alle procedure di condono edilizio di ottenere gli standard qualitativi necessari per la sicurezza. La canzone, insomma, è sempre la stessa: ottenere che sia prevista la possibilità di eseguire interventi di demolizione e fedele ricostruzione degli immobili, anche per garantire risultati migliori in termini di sicurezza. Poi, ultimo passaggio sui 50 milioni di euro stanziati per la ricostruzione in tre anni, una cifra obiettivamente inadeguata, per usare un eufemismo.

OGGI ALLE 15 L’INCONTRO CON I PARLAMENTARI CAMPANI. Preso atto delle richieste isolane, De Luca ha poi dato anche risposte ai suoi interlocutori. Spiegando, innanzitutto, di aver convocato per oggi pomeriggio alle 15 a Roma tutti i gruppi parlamentari, ovviamente battenti “bandiera campana”. Obiettivo, presentare emendamenti validi e che tornino utili alla causa nella legge di stabilità. «Il commissario Grimaldi – ha spiegato il presidente – ci ha informato che il terremoto verificatosi a Ischia, in relazione alle partite finanziarie e normative, ad alcune disparità di trattamento, è divenuta una situazione estremamente delicata. Dobbiamo avere una normativa ad hoc, la nostra situazione è molto più complicata rispetto ad altre regioni e mi riferisco soprattutto agli immobili non completamente abusivi ed assoggettati a procedure di condono. Come faremo la ricostruzione senza una normativa speciale per Ischia? Non dimentico i problemi che riguardano le scuole, ecco perché ho convocato i parlamentari campani di tutti i gruppi».

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C’è un passaggio successivo nel quale De Luca è abbastanza esplicito e nel contempo “colorito”: «Parliamoci chiaro, voglio evitare che qualcuno faccia il gioco delle tre carte, visto che qui siamo tutti figli di buona donna: non vorrei che qualcuno vestisse determinati panni aspettando il Padreterno che comunque non arriverà. Non c’è da avere fiducia, qui bisogna combattere tutti insieme, a cominciare dai sindaci, poi i cittadini, tutti uniti senza retropensieri. Come deve accadere quando si tratta di difendere i territori, in casi del genere bandiere non ne esistono. Ai parlamentari chiederemo di presentare alcuni emendamenti che abbiamo preparato e in particolare di essere agganciati, per esempio sui tributi, alle normative varate per altre popolazioni colpite da calamità naturali. Non chiederemo nulla di straordinario, tranne, lo ripeto, per quanto riguarda la normativa urbanistica: nello specifico, senza qualche innovazione, andremmo in grossa difficoltà. Questo, in ogni caso, sarà un impegno del commissario, che dovrà occuparsene un secondo dopo essersi insediato».

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LO SCETTICISMO DI PASCALE: QUEI 50 MILIONI LA DICONO LUNGA… De Luca ha poi formulato l’auspicio che tutti possano firmare gli emendamenti da presentare, in modo anche da evitare che ci possa essere chi si arroghi i meriti a scapito di altri. «Poi sarà l’ora della battaglia – ha chiosato – altrimenti qui rischiamo di farci male». Subito dopo ha preso la parola Giacomo Pascale che non ha fatto altro che ribadire una serie di concetti già espressi a più riprese, come il rischio per i Comuni di Casamicciola e Lacco Ameno di finire nel vortice del “crac” finanziario, prima di aggiungere in maniera altrettanto netta: «Cinquanta milioni di euro stanziati in tre anni, di cui appena dieci per il primo, credo la dicano lunga sull’intenzione del governo centrale di procedere realmente alla ricostruzione». Dargli torto, obiettivamente, è un esercizio davvero difficile…

Gaetano Ferrandino

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