LE OPINIONI

GIACOMO PASCALE «La ricostruzione ora è possibile, grazie alle risorse e agli strumenti messi in campo»

«Chi dice che in questi cinque anni non si è fatto nulla, evidentemente o è disinformato o di fatto non ha interesse al terremoto e quindi non ha seguito bene le dinamiche, perché il terremoto di Ischia sembra “piccolo”, ma ha portato alla luce grossissime difficoltà.Innanzitutto bisogna dire che noi siamo stati quasi un anno, dopo il terremoto, senza avere nemmeno una norma, nemmeno un provvedimento legislativo alla bisogna. Tant’è vero che la prima luce, la prima possibilità di fare qualcosa, è stata possibile grazie alla legge 130 del 2018, il cosiddetto “decreto Genova”. Ma dalla notte del terremoto fino a quella legge, bisogna dire che non era stato fatto niente, nel senso che per la ricostruzione non ci stava nessuna prospettiva. Dunque per ben 18 mesi siamo stati in emergenza, senza poter parlare di ricostruzione. Abbiamo ricominciato ad avere qualche spiraglio di luce soltanto con quella legge e con la nomina del commissario Schilardi. Le criticità legate ai nostri immobili, alla natura, alla costruzione di essi, sono venute fuori in tutta la loro evidenza e quindi chiaramente andava trovata una soluzione per normare e per prevedere la ricostruzione, di qui ecco diversi interventi legislativi.Dapprima abbiamo avuto la possibilità di vedere accomunate le tre leggi di condono in un unico modulo procedimentale. Poi abbiamo avuto la possibilità di avere l’ammissione al finanziamento per la ricostruzione solo per gli immobili per i quali non serviva la demolizione e ricostruzione, e quindi si rese necessaria un’altra legge. Inoltre, nella prima legge la Regione Campania non aveva nessun ruolo e quindi il rapporto era tra comune e governo, poi successivamente a ottobre 2019 è intervenuta un’altra norma che ha portato il piano di ricostruzione in capo alla Regione stessa. Quindi, come si vede, c’è stata una lunga serie di interventi normativi. Oggi, con la nomina del commissario Legnini, in relazione non agli auspici ma alle ordinanze che si stanno mettendo in campo, si inizia a vedere la luce tramite atti concreti per le opere pubbliche, per le chiese e per le civili abitazioni.I cittadini poi devono comprendere un aspetto importante, cioè che la ricostruzione la fanno loro: non la fa né Schilardi, né Legnini, né il sindaco, né il governo. La ricostruzione la fa il privato e oggi ci sono le condizioni. Chiaramente, affinché ciò avvenga si deve muovere il privato: si sono semplificate le procedure, e si è andati verso un’accelerazione delle stesse. Per esempio oggi c’è una sola conferenza dei servizi in cui si ragiona per ottenere la legittimità del bene e, nello stesso tempo, per essere ammesso al contributo per la ricostruzione, dunque non sono due procedimenti distinti, ma viaggiano insieme, e questo è importante. Tale conferenza dei servizi è uno strumento veloce dove partecipano tutti gli enti preposti e quindi ognuno di loro si deve esprimere, perché la ricostruzione riguarda tante cose e paradossalmente la cosa più semplice è proprio l’individuazione della risorsa economica. Generalmente i soldi si trovano, sono le norme per poterle spendere che sono più complicate da ottenere. È vero che sono passati cinque anni, ma oggi, con l’avvento di Legnini e con queste ordinanze che vanno nella direzione illustrata, sicuramente affrontiamo questo anniversario con una prospettiva e un ottimismo diverso. Certamente tutto ciò va fatto comprendere. Lo devono comprendere bene coloro i quali hanno subìto danni dal terremoto e che ad oggi sono ancora terremotati, anche perché credo che certe misure non possano durare per sempre, quindi noi dobbiamo accelerare verso la ricostruzione. Non ci sono più alibi: sono state messe in campo le leggi, le misure e gli strumenti necessari. Entro breve potremo quantificare quanto costa questo terremoto, quindi anche una stima del danno. Ripeto, è vero che siamo al quinto anno, ma è altrettanto vero che guardiamo al futuro con maggiore ottimismo, perché le ordinanze del commissario vanno in questa direzione».

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