LE OPINIONI

IL COMMENTO L’isola e le sue debolezze (da affrontare) 

di Mimmo Barra

Fermo restando l’unità di intenti da parte delle sei Amministrazioni, delle Associazioni di categoria e di tutti gli stakeholder, cittadini compresi, cercherò di affrontare in questo spazio un po’ tutte le problematiche che attanagliano la Nostra Isola, proponendo al giudizio di chi legge anche con delle proposte che ho cercato di studiare con l’apporto di esperti di settore. Chiarendo sempre che al primo posto deve esserci la cura del territorio e la messa in sicurezza dello stesso, vado ad approfondire queste debolezze con la speranza di poter dare il mio modesto contributo. Ho sempre considerato gli operatori taxi il primo info point – front office che il turista medio incontra quando sceglie di salire in auto. Insomma, il primo biglietto da visita della località scelta. Per approfondire al meglio la problematica del settore per quanto concerne le tematiche che riguardano i taxi dell’isola mi sono recato personalmente presso il sindacato che li rappresenta. Vorrei ringraziare dell’ospitalità Raffaele Serpico, Segretario Provinciale Unimpresa/Mobilità, e Pasquale Ottaviano, Presidente Sitan/Atn, con i quali mi sono intrattenuto a lungo entrando nel merito della questione e con sommo piacere ho avuto modo di sapere che su quasi tutti gli argomenti trattati ci siamo trovati d’accordo. Da queste pagine auspico di aprire un dibattito aperto a tutti per poi cercare di arrivare ad una sintesi nell’interesse esclusivo del miglioramento del servizio. Ragione per la quale invito i Sindaci, gli albergatori, i commercianti e i cittadini a dire la loro opinione sull’argomento. 

Dopo l’incontro mi è arrivata una lettera da parte del Sindacato con alcune proposte – che riporto qui di seguito – sulla quale si potrebbe e dovrebbe aprire un’ampia discussione. Ciò che mi hanno detto Raffaele Serpico e Pasquale Ottaviano è molto interessante oltre che particolarmente costruttivo per l’isola d’Ischia: «A Mimmo Barra va dato il merito di riproporre, con tenacia, la strada da intraprendere per un processo di ammodernamento del sistema di accoglienza dell’isola d’Ischia. Si tratta di interventi di upgrade in diversi settori economici e sociali. Un salto di qualità nelle politiche urbanistiche, del territorio, dei trasporti e della viabilità, della sosta e ambientali. Anche noi proviamo ad essere tenaci e pazienti, anche se per decenni le nostre proposte sono state trascurate, per incapacità, per il vizio ischitano di curare il proprio orticello e non guardare oltre, al futuro, al cambiamento, che ha avuto una forte accelerazione negli ultimi anni. Per il trasporto Taxi o si cambia o si muore. Non è un’ipotesi, ma una certezza. Si deve riprendere da dove si è fermato il processo di riforma di gestione del servizio, all’epoca di Franco Iacono assessore regionale, quando fu scritto, presso l’azienda del turismo, da noi e con il contributo dell’Associazione degli albergatori, uno statuto che metteva insieme i sei comuni. Esso prevedeva un unico regolamento di disciplina isolano e una politica tariffaria comune. Fu anche presentato il progetto presso un albergo ai Maronti, dopo di che ci fu un silenzio assordante con l’aborto dell’iniziativa, senza che nessuno motivasse la circostanza, senza ragioni plausibili. Inedia. Ignavia. Ignoranza. Il settore Taxi invece è in piena transizione, l’offerta isolana non è assolutamente adeguata ad una domanda di trasporto moderna, efficiente, di qualità e trasparente.

Raffaele Serpico

L’utente è cambiato e cambierà. Il servizio a Ischia è fermo agli anni 80, è ancora, per certi versi rimasta la mentalità di quando si usava il cavallo. Altro mondo. Noi pensiamo, al contrario, che sia necessario un unico regolamento e un ammodernamento dei mezzi con riconversione verso l’elettrico insieme a un piano di tariffe predeterminate e con prezzi calmierati. Inoltre servirebbe il blocco delle licenze Taxi ed NCC con un sistema di chiamata centralizzato e una politica di riduzione del traffico privato e conseguentemente l’incentivazione all’uso del Taxi, posteggi strutturati, razionali, con autisti formati per l’uso delle lingue o forniti di un traduttore simultaneo, vestiti decorosamente, possibilmente con un look identitario dell’isola verde. A Ischia complessivamente sono in circolazione 263 vetture con licenze taxi. Di NCC non abbiamo il dato preciso, ma certamente sono superiori al numero di taxi. Se a ciò aggiungiamo le varie macchine di albergo, le auto di cortesia e gli abusivi, abbiamo un’offerta, rispetto ai circa 65 mila abitanti dell’isola, eccessivamente alta. Ma l’eccesso di offerta si evidenza addirittura anche in estate, considerato il calo lieve ma costante delle presenze turistiche negli ultimi anni e in particolare della domanda verso i taxi, che con gli anni hanno perso l’appeal. Tale scenario provoca l’assalto al passeggero con un comportamento predatorio verso i turisti, illegalità varie, che insieme danno una brutta immagine per l’isola. Conseguentemente il primo impatto non è un bel biglietto da visita. Anche il servizio Taxi, come per altre attività che operano nell’ambito dell’accoglienza, è un elemento qualitativo di contesto. Come immaginiamo noi lo svolgersi del servizio? Attesa civile presso i posteggi, quindi evitare l’assalto e/o l’adescamento del cliente; una struttura che smisti la chiamata ad una centrale – potrebbe essere un radiotaxi o una App o entrambi –; l’affidamento della corsa secondo le regole del regolamento (macchine in servizio dal posteggio prossimo alla chiamata); tariffa predeterminata e se richiesto l’avvio del tassametro ad inizio corsa. Tuttavia, per il rilancio delle attività di trasporto, non bisogna dimenticare che quello di linea e non di linea è un’attività economica derivata. Ovvero esiste un rapporto di dipendenza tra sviluppo economico e sociale, qualità del contesto, che spinge all’innovazione del trasporto. Viceversa un trasporto efficiente e moderno è esso stesso un sostegno per lo sviluppo economico dell’isola. (Cit. Leontieff). In definitiva siamo di fronte ad un progetto complesso, ad un cambiamento epocale che solo con l’utilizzo intelligente dei fondi del PNRR sarà possibile, e se la classe dirigente dell’isola eserciterà con senso di responsabilità e capacità, le proprie prerogative, il suo ruolo precipuo, di favorire lo sviluppo e la qualificazione del contesto Ischia». Mi auguro che questa lettera sia da stimolo alle sei Amministrazioni per arrivare a una proposta definitiva che consenta al territorio di stare al passo con i tempi.

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