LE OPINIONI

IL COMMENTO Il climate change e la climatologia di Cristofaro Mennella

L’incontro ai Giardini Ravino, tra l Commissario Straordinario alla Ricostruzione Giovanni Legnini e la Vice Presidente della Banca Europea degli Investimenti, Gelsomina Vigliotti, per la firma di un Protocollo di collaborazione, al fine di monitorare e fronteggiare i futuri eventi meteorologici e pianificare una ricostruzione sostenibile, ci pone la necessità di fare un passo indietro e dare uno sguardo al nostro passato. E spiego subito il perché: oltre che difendere la nostra sicurezza, abbiamo il dovere di continuare ad assicurare un futuro economico e di benessere ai nostri discendenti. E, per fare questo, dobbiamo coniugare “certezza” di un razionale controllo su una natura particolarmente fragile e capricciosa (sebbene unica nella sua bellezza) e di “promozione” delle peculiarità climatiche (oltre che termali) di Ischia, assolutamente uniche nella loro mitezza e apportatrici di benessere totale. In un recente editoriale su questo giornale, il prof. Giuseppe Luongo ha espresso un concetto che, sintetizzato, suona così: “La politica serve a contrastare, con la razionalizzazione, il disordine e l’imprevedibilità della Natura” e cita filosofi come Hobbes e Spinoza, secondo cui un “affetto” non può che essere sostituito che da un affetto opposto. Spinoza distingueva anche tra “azione” e “passione”; l’azione è quell’affetto di cui siamo causa adeguata, mentre la “passione” è un affetto che subiamo. Subiamo gli eventi della Natura che lo scienziato studia e cerca in qualche modo di prevedere. Ma spetta al politico porre rimedio ai problemi creati dalla Natura. La distinzione dei due ruoli, dei tempi e dei modi diversi di porsi di fronte agli eventi naturali, non significa che scienziati e politici non debbano interagire.

Precisato ciò, ritorniamo alle prospettive future che l’evoluzione del clima riserva a Ischia per il futuro. Ho letto con attenzione il resoconto dello studio della BEI e ne ho ricavato le seguenti impressioni, non dimenticando che esistono ancora significative frange di opinione pubblica e parascientifiche dei negazionisti del riscaldamento globale o negazionisti della responsabilità umana del riscaldamento globale. Secondo la BEI, farà più caldo (di quasi due gradi), l’estate si allungherà, aumenterà la siccità, di conseguenza aumenteranno gli incendi boschivi, s’innalzerà il livello del mare, mentre non dovrebbero esserci stravolgimenti per il vento e per le mareggiate. Per quanto riguarda le piogge, non dovrebbe aumentare il numero ma si rafforzeranno gli eventi estremi, con la concentrazione di pioggia nel breve tempo. In corrispondenza di queste evoluzioni, è ovvio che lo studio BEI raccomandi un attenzionamento particolare alla manutenzione delle strade e degli edifici, un’attenta e costante manutenzione della vegetazione e del patrimonio boschivo; aumenterà il fabbisogno (per ville e palazzi) di frangisole e condizionatori d’aria. I porti (e l’emergenza per il porto d’Ischia è già di attualità) sconteranno le difficoltà dell’innalzamento del livello del mare. Occorrerà mettere in sicurezza alcuni tratti della costa, in pericolo caduta massi (come si sta facendo sulla costa di Cartaromana). A rischio anche agricoltura e, in particolare, la nostra viticoltura, per cui i terreni dovrebbero essere concepiti in maniera da conservare umidità ed essere in qualche modo ombreggiati.

Detto ciò, non sono tra quelli che dicono che questa collaborazione con la BEI è più “scena” che sostanza. Dirò un’altra cosa: che alla bravura del Commissario Legnini andrebbe associata una sapienza storico-scientifica della classe dirigente locale, che non c’è più. E non c’è, non per volontà del Commissario, ma per incapacità di proposizione della locale classe dirigente, che agisce in due modi opposti, entrambi negativi: il disinteresse totale e la totale delega al Commissariato Straordinario o l’opposizione preconcetta ed interdittiva. Non credo, ad esempio, che Legnini e la BEI siano a conoscenza degli studi climatologici di un nostro illustre climatologo: Cristofaro Mennella (a cui abbiano giustamente intitolato un fattivo Istituto scolastico statale). L’ignoranza di quanto studiato e scritto da Cristofaro Mennella fa sì che lo studio BEI vede il bicchiere “vuoto” del clima futuro ischitano e non consideri e non sia in grado di pubblicizzare il benessere climatico che, grazie a condizioni eccezionali ambientali, l’isola è in grado di offrire. Se solo un Sindaco o un intellettuale ischitano avesse suggerito a Legnini di approfondire la figura e gli studi di Cristofaro Mennella, sarebbe emerso che sì, il futuro d’Ischia presenta (come tutto il globo) fenomeni preoccupanti di cambiamento climatico, ma che la posizione, il gioco della montagna, il contesto, la convergenza di vari elementi fanno di Ischia una “gemma climatica” particolarmente temperata e gradevole.

Cristofaro Mennella

Se solo fosse stato offerto a Legnini un prezioso riassunto di quello anzi detto, riscontrabile – per chi ne abbia interesse – nel numero 16 del settembre 2019 della Rivista quadrimestrale scientifica “Ambiente, rischio, comunicazione” del prof. Ugo Leone, dove appare uno scritto del prof. Agostino Mazzella dal titolo: “Cristofaro Mennella climatologo e divulgatore scientifico”, tutto sarebbe stato più completo. Allo scenario adombrato dallo studio BEI, sarebbe associata la visione positiva di un climatologo che studiò l’esclusività ambientale della “Gemma d’Italia”. Ricordiamo solo che Mennella divenne Direttore dell’Osservatorio Geofisico di Casamicciola nel 1951 e che pubblicò, nel 1967, un trattato in tre volumi sul clima italiano. Tra l’altro propose l’istituzione di un Centro Sperimentale di Idroclimatologia che oggi potrebbe essere un ottimo completamento della proposta del prof. Luongo di istituire un Centro Scientifico Internazionale per i Sismi e le Acque, a cui associerei la Ricerca scientifica idroclimatologica e la Stazione Zoologica Anton Dohrn, Gruppo di Ecologia del Benthos, per lo studio del riscaldamento dei mari. E sottolineo un’importante circostanza: Cristofaro Mennella riteneva la comunità scientifica un necessario contraltare universalistico al crescente sovranismo politico. Andrebbe spiegato questo concetto ai politici di oggi, agli scienziati e agli studenti. Ai politici che dimenticano per strada gli scienziati, agli scienziati che si trincerano nelle torri d’avorio e disdegnano la politica, infine a quegli studenti che confondono le legittime critiche a Israele per l’accanimento distruttivo sui palestinesi o alla Russia per l’aggressione all’Ucraina, con le necessarie e irrinunciabili collaborazioni scientifiche internazionali, al fine di assicurare il progresso dell’umanità.

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