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Febbre da elezioni, ieri e oggi: così si viveva il “count down” verso le urne

La cronaca politica delle ultime settimane lancia un messaggio inequivocabile: è iniziata la “febbre” pre-elettorale. Nel comune capoluogo dell’isola si avverte la frenesia tipica del periodo in cui vengono messe a punto le prime strategie che porteranno infine alla composizione delle liste e degli schieramenti che si fronteggeranno nelle elezioni, che verosimilmente avranno luogo nelle prime settimane di giugno. Il paradosso è che di tutte le grandi manovre dirette a creare la “formazione” più competitiva possibile in vista delle urne, poco o nulla filtra al grande pubblico: se dietro le quinte si dà vita a continue trattative, alleanze abbozzate e poi subito rinnegate, verso l’esterno le bocche sono sempre  più cucite, mentre rimbalzano i “rumors” più disparati. Sembra quasi una lunga, estenuante partita di pallanuoto, dove tutto sembra relativamente tranquillo in superficie, mentre sotto il pelo dell’acqua non vengono risparmiati nemmeno i “colpi bassi”. Un atteggiamento che deriva anche dal tipo di politica “liquida” che caratterizza la nostra epoca, dove le appartenenze appaiono sempre più sfumate, la personalizzazione è ormai consolidata e gli schieramenti sono quanto di più provvisorio si possa immaginare. Le vicende di questi giorni, da noi puntualmente documentate, lo testimoniano ampiamente. Così Ischia si prepara a vivere il rush finale che nei primi giorni di maggio, e forse anche proprio nell’ultima fatidica notte, porterà a sciogliere il rebus delle liste ufficiali che si disputeranno i seggi del Consiglio comunale di via Iasolino. Ma qual era, ci domandiamo, l’atmosfera che si viveva nelle elezioni del passato più o meno recente, e soprattutto come la vivevano i suoi protagonisti? Abbiamo provato a domandarlo ad alcuni di loro. Il quadro che emerge è piuttosto omogeneo. In varia misura, gli intervistati notano un cambiamento netto negli atteggiamenti che caratterizzano il delicato lavoro di formazione delle liste elettorali: nell’epoca dei partiti classici, erano nettamente meno frequenti i “capovolgimenti di fronte” cui la recente politica locale ci ha abituato, culminando nel famoso inciucio tra opposti poli di qualche anno fa, che sull’isola viene familiarmente detto “caularone”, i cui effetti continuano a farsi sentire ancora oggi a vari livelli. Inutile guardare indietro, soprattutto in politica, ma questo non vuole essere uno sterile amarcord, quanto piuttosto una serie di appunti per ricordare cos’era la politica ischitana, e dunque tenere a mente da dove siamo partiti. E cosa siamo diventati.

 FRANCESCO FERRANDINO

 

 

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