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Accoltellò un coetaneo a Ferragosto, udienza rinviata gennaio

di Francesco Castaldi

ISCHIA – La storia che ci accingiamo a raccontarvi è avvenuta nella notte del 16 agosto di tre anni fa. Protagonisti della vicenda due ragazzi che, all’epoca dei fatti, avevano diciannove anni, e che si trovavano sulla spiaggia dei Maronti a Barano. Abbiamo ricostruito la vicenda sulla base degli atti che nel corso del tempo sono stati redatti dagli inquirenti e dai magistrati. Come si evince dalla comunicazione di notizia di reato della Polizia di Stato «[…] in data 16.08.2013 personale dipendente interveniva alla località summenzionata per una segnalazione al 113 di una persona accoltellata. Giunto sul posto veniva identificato il ferito in L.G. […], il quale riferiva che poco prima, per futili motivi, aveva avuto un diverbio con un ragazzo che era poi culminato nel suo ferimento a seguito dell’uso di un coltello da parte del suo antagonista. Immediati accertamenti portavano all’identificazione di un testimone, L.L.L., che indicava l’aggressore come un componente di un gruppo di ragazzi e ragazze che aveva notato già in precedenza e forniva indicazioni utili al rintraccio di una di queste ragazze. Infatti era identificata immediatamente tale S.G. […], quale fidanzata dell’aggressore del L.G., la quale ne forniva le generalità: M. S.. A seguito di identificazione fotografica il L.G. riconosceva inequivocabilmente in una delle effigi dell’album fotografico predisposto all’uopo, proprio il M.S., sopra generalizzato, che viene pertanto deferito a Codesta A.G.».

Nel citato verbale di individuazione fotografica, si legge che «l’anno 2013, addì 17 del mese di agosto, alle ore 19.30, negli uffici del Commissariato P.S. di Ischia, innanzi ai sottoscritti Ufficiali di P.G. […], danno atto che è presente L.G. […], al quale, allo scopo di addivenire agli autori delle ipotesi di reato per cui si procede, viene sottoposto in visione un album fotografico contenente n° 09 cartellini segnaletici tratti dal sito della Squadra Mobile della Questura di Napoli – Portale Carte di Identità che presentano caratteristiche fisiche somiglianti a quelle dei soggetti che, come evincesi dai verbali di sommarie informazioni testimoniali rese dal L. in data 16 e 17 agosto a.c., si rendevano responsabili del reato di lesioni aggravate e porto abusivo di arma. Si dà atto che l’individuazione fotografica sortiva esito positivo in quanto il L. identificava inequivocabilmente la persona di sesso maschile di cui al n. 1 della pagina 1 come il ragazzo autore dell’accoltellamento, mentre il C. la persona di sesso maschile di cui al n. 1 della pagina 2 come l’amico dell’aggressore […]».

«Dalle informazioni assunte prima dal L. e successivamente dal L.L. – scrivono gli agenti nella propria annotazione – si appurava che nei pressi del luogo ove si trovavano insieme ad altri amici erano presenti diversi gruppi di giovani intenti a festeggiare il ferragosto. Durante la serata, mentre il L. era intento a dormire nella propria tenda montata su quella porzione di spiaggia, si avvedeva che qualcuno prendeva a calci la tenda e perciò usciva a riprendere quelli che lo avevano disturbato. In tal senso aveva un diverbio con un ragazzo di circa 18/19 anni, corporatura media, con i capelli rasati nei lati e lunghi al centro (tipo cresta), e con un tatuaggio sul fianco destro ed uno sul polpaccio della gamba destra. Il L. e questo ragazzo venivano alle mani ed erano separati dal L.L., tuttavia il giovane napoletano approfittava della circostanza per estrarre un coltello ed attingere due volte il L. sulla coscia sinistra. Successivamente il L. cadeva in terra e veniva soccorso da altri giovani mentre il gruppo di ragazzi del quale faceva parte l’aggressore faceva perdere le proprie tracce. Giova precisare che il L.L. riconosceva una delle ragazze facente parte il gruppo dell’aggressore per la sorella minore di tale N.C., quest’ultima nota agli operanti per altri fatti».

A seguito delle notizie ricevute, gli agenti del Commissariato di via delle Terme si recavano presso l’abitazione della famiglia N.. Giunti sul posto, gli inquirenti «identificavano la giovane indicata dal L.L. per N.A. […], la quale alla presenza dei genitori […] confermava di aver assistito al litigio tra il L. ed un suo amico che conosceva per M.S., precisando che lo stesso era il fidanzato della sua amica S.G., anch’ella presente all’aggressione. Giova sottolineare che nell’abitazione della famiglia N. veniva identificato anche tale C.C. […], fidanzato della N.A., corrispondente alla descrizione fornita dai testimoni in merito al ragazzo che assisteva all’aggressione, il quale riferiva di essere a conoscenza unicamente del litigio verbale tra il suo amico S. ed un altro giovane e non dell’accoltellamento ai danni di quest’ultimo. In virtù delle nuove notizie acquisite gli operanti procedevano a contattare la S.G. che si recava presso gli uffici del Commissariato unitamente al padre S.A. ed alla sua presenza riferiva di aver assistito alla colluttazione tra il L. e il fidanzato M.S. […]. La S. tuttavia precisava di essersi allontanata non appena visto che i due stavano per venire alle mani e nulla sapeva in merito all’accoltellamento, aggiungendo di non sapere ove reperire il M. che, a suo dire, si era recato sull’isola per farle una sorpresa».

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Qualche mese dopo i fatti che abbiamo avuto cura di raccontarvi (ed esattamente il 9 dicembre 2013), il gip del Tribunale di Napoli, il dottor Tullio Morello, rigettò la richiesta della misura degli arresti domiciliari a carico di M.S. (difeso dagli avvocati Tiziana De Masi e Francesco Pero) avanzata dal pubblico ministero: «[…] vi è da rilevare che, a prescindere che si tratta di una lite tra ragazzi appena maggiorenni […], l’indagato è incensurato; […] la lite fu occasionale e […] l’indagato fu colpito per primo con un pungo; […] il predetto si difese dall’aggressione con un piccolo coltello, praticamente un temperino, come afferma la stessa persona offesa, e […] il colpo fu inferto alla coscia sinistra; sta di fatto – concluse il gip – che il reato addebitato (lesione personale volontaria lievissima) è punito con pena non superiore a tre anni, per cui non è consentita la misura cautelare coercitiva […], non potendosi tener conto delle aggravanti contestate in quanto […] non è contestata un’aggravante ad effetto speciale o che determina una pena di specie diversa, ma solo l’aumento di un terzo». Come si apprende dagli atti, il 18 gennaio prossimo si terrà una nuova udienza, nel corso della quale saranno ascoltati i testi della difesa e la vittima dell’accoltellamento.

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