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Di Scala: «Lavori pubblici? A Barano lavorano i soliti e pure male»

BARANO – Cementificazione selvaggia, diminuzione delle aree verdi, assottigliamento del terreni incolti. Sono questi i principali indiziati dei sempre più frequenti allagamenti che colpiscono tutta l’isola e anche le zone periferiche di Barano. Il comune collinare, pieno di vitigni e orti e di terreno che potrebbe assorbire l’esorbitante mole d’acqua che si riversa sul territorio isolano nei critici giorni in cui i nubifragi mettono a dura prova il territorio, mostra segni di criticità. Succede così che alcune strade del comune si allaghino impedendo il passaggio ai pedoni e comportando non pochi problemi alle autovetture in transito che rischiano di rovinare la propria auto a causa delle profonde buche che non di rado si nascondono sotto il pelo dell’acqua dei laghetti che si formano un po’ dappertutto.

Per far fronte a questo annoso problema il comune di Barano aveva iniziato i lavori per l’installazione di una griglia in via Terone Vatoliere, zona densamente abitata tra lo Schiappone e il Vatoliere che presentava la puntuale formazione di un laghetto di almeno 5 metri di diametro nel bel mezzo della carreggiata, un problema che andava risolto e che il comune si è preso la briga di affrontare. I lavori sarebbero dovuti terminare, secondo quanto specificato anche dai cartelli, entro il 20 ottobre, ma per una serie di problemi tecnici le operazioni si sono prolungate fino all’inizio di novembre. Intanto gli assi di legno che sono stati posti al di sopra dello spazio dove ci sarà la nuova griglia si sono consumati. Da diversi giorni il legno mostra spaccature preoccupanti comportando non pochi rischi per gli automobilisti che abitano in zona, costretti a passarvi sopra diverse volte al giorno. I segni di usura sono evidenti e solo per un caso fortuito non hanno ancora provocato incidenti. Stamane, stando a quanto si legge su manifesto, isolato e per giunta posizionato vicino a una curva, si provvederà finalmente ad asfaltare la strada, come al solito con una comunicazione ai cittadini che lascia molto a desiderare.

«I lavori a Barano si fanno sempre alla Carlona, tuona Maria Grazia Di Scala, consigliera di minoranza del civico consesso di Barano – è vero che si tratta di una griglia che servirà per agevolare la circolazione delle vetture e dei pedoni, ma forse sarebbe servito risolvere il problema all’origine che pare sia determinato dall’innalzamento del livello del terreno di un privato. Non sarebbe stato più facile – si chiede la consigliera regionale – chiedere al privato di ripristinare i luoghi e mettere anche la griglia? Visto che – ci scommetto – il problema si ripresenterà lo stesso non appena le piogge saranno abbondanti?»

La consigliera di minoranza entra poi nel cuore del sistema dei lavori di Barano, lanciando accuse davvero importanti : «Voglio entrare anche nel merito dell’esecuzione dei lavori. Il comune di Barano è solito avvalersi del sistema della somma urgenza. Eludendo le norme di trasparenza e di buona amministrazione è solito chiamare le ditte amiche per farle lavorare. Tramite “Il Golfo” voglio sollecitare ancora una volta il sindaco a creare delle short list dove siano presenti vari professionisti, da chi svolge lavori di carpenteria, ferramenta, falegnameria, muratura e qualsiasi altra mansione e che vadano interpellate a rotazione, evitando di fare le chiamate dirette con il sistema della somma urgenza, sistema a cui – dichiara con fermezza e sicurezza Maria Grazia Di Scala – ricorreva il padre dell’attuale sindaco a cui evidentemente non si discosta nemmeno il figlio.

Con questo sistema a Barano lavorano soltanto le poche ditte di fiducia del municipio che gli hanno portato contributo in campagna elettorale, mentre tutti gli altri restano fermi al palo, in questo modo – denuncia la consigliera regionale – si distrugge l’economia del Comune.

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Ci auguriamo che la griglia che è stata installata sia di buona fattura così potremmo venire a sapere se in questi soldi per la manutenzione delle strade rientrano anche i famosi soldi che dovrebbero entrare al comune a titolo di imposta di soggiorno sui quali resta un enorme punto interrogativo per il quale non ci è stata data ancora nessuna spiegazione in ordine alla destinazione oltre che in ordine a chi paga».

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Antonello De ROsa

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