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Era Socio di Langellotto, si dimette il consigliere del ministro

La bufera giudiziaria legato all’imprenditore di Sant’Agnello a lungo vicino all’emergenza fanghi di Ischia travolte anche Giuseppe Cuomo, collaboratore di Gennaro Sangiuliano ed ex sindaco di Sorrento. Lo stesso aveva quote nella Nizza srl, una delle aziende raggiunte dalle interdittive antimafia siglate dal prefetto di Napoli Michele Du Bari nei giorni scorsi

La Bufera Langellotto travolge anche il consigliere del Ministro Sangiuliano, l’ex sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo. Cuomo era socio di una delle ditte, la Nizza srl, colpite da interdittiva antimafia firmatadal Prefetto Michele di Bari che hanno tra gli altri colpito le società dell’imprenditore Salvatore Langellotto. Il già primo cittadino costiero, che – è opportuno precisarlo – non è stato interessato da alcun tipo di procedimento, ha fatto sapere che avrebbe lasciato la quota societaria della ditta e si sarebbe dimesso anche dall’incarico di consigliere del Ministro. A raccontare delle “grane” del Ministro della Cultura Genni Sangiuliano è stato ieri il Fatto Quotidiano che con Vincenzo Iurillo è ritornato sulla vicenda delle ditte sottoposte a interdittiva di Langellotto, fra cui la Nizza srl amministrata dalla madre di Salvatore Langellotto con 10 mila euro di Capitale Sociale e 7 soci, tra cui oltre a Cuomo figurano cinque familiari. Il 16 febbraio era stato Stylo24 con Fabrizio Geremicca a rispolverare la vicenda. Cuomo si è giustificando spiegando di essere socio perché il “padre di Langellotto che aveva fondato la srl era amico del padre di Cuomo”. L’ex consigliere di Sangiuliano ha inoltre spiegato di essere convinto che la società fosse in “liquidazione” e di non sapere che Salvatore Langellotto ne facesse ancora uso. Langellotto come è ormai noto ai nostri lettori è tra le figure cardine della movimentazione e del trasporto fanghi post alluvione nell’isola d’Ischia,

IL COMUNICATO DEL MINISTERO DELLA CULTURA: FATTI NON IN NOSTRA CONOSCENZA

“Gentile direttore, in merito a quanto riportato nell’articolo a firma di Fabrizio Geremicca e pubblicato il 16 febbraio su Stylo24; a firma di Vincenzo Iurillo e pubblicato il 17 febbraio a pagina 24 del “Fatto Quotidiano”, si rende noto che le vicende narrate non erano a nostra conoscenza fino ad oggi. L’avvocato Giuseppe Cuomo, già sindaco di Sorrento, è stato nominato consigliere del Ministro per la valorizzazione e la tutela del paesaggio in virtù della sua esperienza amministrativa e legale. Non è il primo ex sindaco, anche in passati governi, ad essere nominato consigliere. L’incarico è assolutamente a titolo gratuito e non è mai stato erogato alcun rimborso per spese di viaggio o ad altro titolo. Pur non rilevando alcun profilo penale in questa vicenda, e non risultando nemmeno indagato, l’avvocato Cuomo ha rassegnato le proprie dimissioni che sono state accolte. L’Ufficio Stampa e Comunicazione del Ministero della Cultura”.

Il coinvolgimento societario svelato. La nota ufficiale del Ministero: “I fatti non erano a nostra conoscenza”

LE IMPRESE DI LANGELLOTTO E L’INCHIESTA PARTITA DA ISCHIA

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18 le interdittive antimafia emanate dal prefetto di Napoli, tra queste imprese, circa una decina sono direttamente o indirettamente legate all’imprenditore Salvatore Langellotto, 54 anni, già condannato per associazione di stampo camorristico e attualmente agli arresti domiciliari da tre settimane. Protagonista ed uomo ombra della rimozione dei fanghi e delle terre post alluvione di Ischia. Al culmine della bufera sollevata dal caso Langellotto, la Sma Campania, soggetto attuatore dei lavori dell’emergenza post alluvione a Ischia, chiese e ottenne dalla Gf Service srl il suo licenziamento dai cantieri per la rimozione e lo smaltimento dei detriti e il trasporto su terraferma: l’imprenditore, infatti, risultava dipendente con compiti di addetto alla logistica e lavorava sull’isola verde da mesi. Poi la vista ischitana del Prefetto di Bari, l’accesso straordinario ai Cantieri post frana ed al Cantiere Pio Monte di Casamicciola Terme  con l’inchiesta della Direzione Investigativa Antimafia ancora in corso e su cui vige il massimo riserbo.

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Una serie di indagini approfondite su Langellotto e i suoi affari, culminate nei provvedimenti di interdizione. Almeno nove società sembrano essere direttamente gestite o collegate a Salvatore Langellotto, suoi familiari o soci storici: tra queste vi sono Ro.Sasrl, Costruzioni Sant’Agnello srl, Langellotto Costruzioni sas di Langellotto Salvatore & C, Langellotto Calcestruzzi srl, San Giuseppe srl, Costruzioni San Lazzaro srl, Nizza srl ( Amministratice unica è Elena Bruno, anziana madre di Salvatore Langellotto. Cuomo è socio al 50%. Gli altri soci di Nizza srl sono la stessa Bruno; Salvatore Langellotto, l’imprenditore ora agli arresti domiciliari; Isa, Giuseppe, Rosaria e Zaira Langellotto., Langellotto) Fi.ra Costruzioni ed Edil Green srl. Altre cinque imprese con sede nella penisola sorrentina sono state colpite in settimana da provvedimenti antimafia: Co.Ge.Lansrl, L.A.S. Costruzioni srl, Mira Costruzioni srl, Deborah sas e Fregi srl. Tutte queste aziende avranno la possibilità di impugnare i provvedimenti prefettizi dinanzi al Tribunale amministrativo regionale (Tar) per dimostrare la legittimità delle proprie attività e la mancanza di presupposti per l’infiltrazione da parte dei clan. Alcune delle imprese coinvolte sono in stato di liquidazione e non operano da tempo, ma altre sono ancora attive nel settore edile, compresi gli appalti pubblici.

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