Eucaristia: Presenza reale!
“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e vi ristorerò”
di Pasquale Baldino e i suoi Tralci
I mesi di maggio e giugno sono stati ricchi di liete ricorrenze: maggio il mese dedicato a Maria e giugno al Cuore di Gesù e al Cuore di Maria. Questi due mesi sono stati accompagnati in tutte le Parrocchie dalla celebrazione delle Prime Comunioni, dove i bambini hanno incontrato per la prima volta l’Eucaristia, ovvero Gesù. E per questo ringraziamo in modo speciale Don Antonio Mazzella, che quest’anno ha accolto per le Prime Comunioni circa cinquanta bambini, tra cui la nostra nipotina Cristiana Baldino.
L’Eucaristia è una vera e propria trasfusione d’amore. Non c’è amore più grande di questo, dare la vita per gli altri! In effetti ogni volta che celebriamo questo Sacramento, partecipiamo alla passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo che si fa “dono” per noi, si offre continuamente a noi sotto la forma del pane e del vino. Gesù ha sentito in maniera molto più profonda di ogni persona la forte esigenza di donarsi a noi, e il Suo dono è stato di una totalità incredibile: con l’istituzione della Comunione è giunto fino a farsi mangiare da noi! E ogni giorno- e più solennemente ogni domenica- ci rivolge il pressante e dolce invito: “Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo. Prendete e bevete: questo è il Calice del mio Sangue”. Qui Gesù ha raggiunto il vertice dell’amore, quasi la pazzia dell’amore per noi. Nell’Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa: dopo di Essa non c’è che il Paradiso. Essa è il “memoriale della Pasqua”, non un semplice ricordo, ma la presenza reale del Corpo e del Sangue di Cristo. Celebrando l’Eucaristia noi offriamo il sacrificio della nuova alleanza, ripresentiamo l’immolazione della croce, dove s’è consumato l’Agnello senza macchia e prendiamo parte alla mensa del Signore: “Il modo della presenza di Cristo sotto le specie eucaristiche è unico. Esso pone l’Eucaristia al di sopra di tutti i Sacramenti e ne fa ‘quasi il coronamento della vita spirituale e il fine al quale tendono tutti i Sacramenti’.
Nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia è ‘contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero’. Tale presenza si dice ‘reale’ non per esclusione, quasi che le altre non siano ‘reali’, ma per antonomasia, per antonomasia, perché è sostanziale, e in forza di essa Cristo, Uomo-Dio, tutto intero si fa presente”(Catechismo della Chiesa Cattolica, 1374). La solennità cristiana universale fu istituita ad Orvieto da Papa Urbano IV, con la bolla “Transiturus” dell’11 agosto 1264 a seguito dello strepitoso Miracolo eucaristico di Liegi e Bolsena, località quest’ultima posta appunto nella diocesi di Orvieto-Todi, quando dall’Ostia consacrata del dubbioso prete boemo sgorgò sangue. Il Pontefice incaricò Tommaso d’Aquino (che, come lui, risiedeva a Orvieto come teologo docente nel locale Studium-Università dell’epoca e presso S. Domenico si conserva ancora la sua cattedra e il crocifisso ligneo che gli parlò: “Bene scripsisti de me, Thoma”) di comporre l’officio della solennità e della S. Messa del Corpus et Sanguis Domini, il giovedì e la domenica dopo la Festività della SS Trinità. Ebbene, credere in Cristo Dio e nella sua Rivelazione vuol dire, soprattutto, credere nell’ Eucaristia, perché Gesù è presente nel Sacramento dell’altare e perché l’Eucaristia è il cuore di tutta la Rivelazione, come afferma Pio XII: “è la somma e il centro della vita cristiana”. Perciò sono quanto mai vere e profonde le parole che ripeteva S.Francesco d’Assisi e che ha lasciato scritte nel suo Testamento spirituale: “Nient’altro vedo corporalmente in questo mondo dello stesso altissimo Figlio di Dio se non il suo santissimo Corpo e Sangue…E questi santi misteri al di sopra di tutte le cose voglio che siano onorati”. Pensiero sublime accolto dal Vaticano II che proclama l’Eucaristia: “Vertice” di tutta la liturgia e di tutto il cristianesimo e “prima fonte” di tutte le grazie e le benedizioni del Signore. Viene adorato così Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento. Il beato Carlo Acutis definiva l’Eucaristia come l’autostrada per il Cielo, perché accostandoci tutti i giorni ad Essa si va dritti in Paradiso.