SILVANO ARCAMONE: «UNA LIBERAZIONE, VICENDA INDEGNA DI UN PAESE CIVILE». «È una liberazione, dopo tre anni di lotte durissime». Ancora visibilmente commosso e sollevato dalla decisione del Tribunale, l’architetto Arcamone commenta così la fine dell’incubo. «È stato un lungo calvario, contro un muro di gomma che sembrava impenetrabile, e con accuse basate davvero sul nulla». Nonostante la vicenda si sia conclusa nel migliore dei modi, sancendo definitivamente l’innocenza dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico di Ischia, l’amarezza per aver vissuto una situazione kafkiana è ancora troppo recente per essere già dimenticata: «Questa storia è emblematica: nella mia qualità di pubblico ufficiale, sono stato costretto agli arresti domiciliari senza uno straccio di prova, come il processo ha ampiamente accertato e come avrebbe dovuto essere chiaro anche prima che esso iniziasse. Certe vicende, in un paese che vuole realmente definirsi civile, non dovrebbero accadere mai più».