SILVANO ARCAMONE: «UNA LIBERAZIONE, VICENDA INDEGNA DI UN PAESE CIVILE». «È una liberazione, dopo tre anni di lotte durissime». Ancora visibilmente commosso e sollevato dalla decisione del Tribunale, l’architetto Arcamone commenta così la fine dell’incubo. «È stato un lungo calvario, contro un muro di gomma che sembrava impenetrabile, e con accuse basate davvero sul nulla». Nonostante la vicenda si sia conclusa nel migliore dei modi, sancendo definitivamente l’innocenza dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico di Ischia, l’amarezza per aver vissuto una situazione kafkiana è ancora troppo recente per essere già dimenticata: «Questa storia è emblematica: nella mia qualità di pubblico ufficiale, sono stato costretto agli arresti domiciliari senza uno straccio di prova, come il processo ha ampiamente accertato e come avrebbe dovuto essere chiaro anche prima che esso iniziasse. Certe vicende, in un paese che vuole realmente definirsi civile, non dovrebbero accadere mai più».
GENNARO TORTORA: «UN PROCESSO CHE NON DOVEVA NEMMENO INIZIARE, TROPPO POTERE ALLE PROCURE». L’avvocato di fiducia dell’architetto Arcamone, pur soddisfatto per il felice esito del processo, non manca di cogliere l’occasione per alcune riflessioni sull’attuale assetto dell’ordinamento giudiziario: «Finalmente si conclude una brutta vicenda per la giustizia italiana. È evidente la temerarietà di un’azione della Procura che non doveva esserci, perché l’unica circostanza realmente verificatasi è quella secondo cui il sindaco Ferrandino e l’architetto Arcamone non avevano mai partecipato al bando per l’assegnazione dell’appalto della metanizzazione alla società Cpl Concordia. Si è dunque stabilito un momento di giustizia, anche se purtroppo non si può recuperare la sofferenza umana che hanno dovuto affrontare gli imputati. La serietà del collegio giudicante ha dimostrato quanto il nostro sistema giudiziario sia perfetto nella fase processuale ma con ancora tanto da recuperare nella fase d’indagine, dove il ruolo del giudice è in parte “ristretto” dalla forza preponderante della Procura».
ROBERTO GUIDA: «MAI AVUTO DUBBI, CANCELLATA OGNI MACCHIA». «Dopo due anni di dibattimento è arrivata a conclusione questa vicenda che ha provocato tante sofferenze e che ha comportato tanto lavoro. Comunque non avevamo mai avuto dubbi sul fatto che il Tribunale avrebbe accertato l’innocenza sia del sindaco Ferrandino che dell’architetto Arcamone. Siamo quindi pienamente soddisfatti, così come piena soddisfazione ci dà la formula utilizzata dal Tribunale perché cancella ogni macchia».
GIOVAN BATTISTA VIGNOLA: «TRIBUNALE SERENO, NESSUN CONDIZIONAMENTO DAL CLAMORE MEDIATICO». L’avvocato Vignola ha commentato così a caldo il dispositivo di assoluzione: «Siamo contenti di questo collegio giudicante, che non si è lasciato condizionare dal clamore mediatico o da altri tipi di condizionamenti che avrebbero potuto influire sui componenti, soprattutto in casi eclatanti come questo. È davvero grande la soddisfazione di essere stati giudicati da un Tribunale sereno e coraggioso: a volte infatti ci vuole più coraggio per assolvere che non per condannare».