LE OPINIONI

IL COMMENTO Gli isolani e la voglia di non cambiare

DI LUIGI DELLA MONICA

In una conversazione telefonica con un autorevolissimo Collega isolano, ci scambiavano idee sulle mutazioni epocali che il nostro tessuto sociale sta subendo. Entrambi eravamo concordi che esiste una virtù isolana a puntare il dito facilmente sui soggetti deputati a gestire gli interessi collettivi, ma una mancanza di coerenza nel dare seguito a parole talvolta maldicenti e diffamatorie verso chi occupa posti di responsabilità. Un po’ come dire che la guerra è giusta e santa, quando si vince, ma quando ci si trova una bomba in casa la guerra è sbagliata, si doveva evitare. Si potrebbe dire forse virtù italica alla critica distruttiva, ma la nostra isola, per la sua innegabile geomorfologia separata dalla terraferma dal mare, è particolarmente fertile a raccogliere le chiacchere da bar, oppure i mormorii proprio in periodi autunnali, quando la stagione è stata conclusa con la chiusura degli alberghi ed i collegamenti marittimi sono a singhiozzo.

Tutto questo filosofeggiare abbonda da novembre a marzo, il c.d. “otium ischitano”, basato sul pretesto che la NASPI questo prevede e che gli alberghi, come gli stabilimenti termali, per la maggior parte devono effettuare manutenzione, senza pensare che forse farebbe meglio a tutti gli operatori, datori e dipendenti, procedere ad una gestione orientata su circa 10-11 mesi, con turni ordinari, personale qualificato e non occasionale, stipendi perequati ai livelli contrattazione collettiva, senza il ricorso al lavoro interinale. Quanto affermo è la cartina tornasole degli eventi che Forio, Ischia ed anche Casamicciola, mi perdonino gli esclusi altri ma non sono aggiornato, si affrettano a calendarizzare. Con la quasi totalità degli alberghi medio-piccoli chiusi, contro le strutture di super lusso sempre attive, le quali, come ho già affermato io e le altre autorevoli penne di questo giornale, tendono ad evitare l’uscita dalla struttura del cliente, mi domando se gli eventi natalizi non sono unicamente costruiti a misura di isolano, ovvero per essere goduti soltanto dai proprietari delle seconde case, che preferiscono in tale periodo la montagna, oppure le Canarie o Sharm, ovvero per i soli fruitori dei piccoli “bed and breakfast”. Non dimentichiamo che l’isolano medio, non ama partecipare a questi eventi, non fosse altro per non dare soddisfazione agli organizzatori, rei di aver pensato un qualcosa di diverso dal solito, come ad esempio l’evento a scopo culturale. Senonchè, il Ministro della Cultura, patron da giornalista dell’evento 2022 di Procida, annuncia una pioggia di soldi dal Governo per la cultura, questa sconosciuta.

Sì cari amici lettori, nella visione degli ultra settantenni isolani, per lo più, la cultura è un fattore pleonastico e marginale, per fare business sull’isola; di contro, i giovani spesso asseriscono di essere depressi ed annoiati dalle vita ad Ischia e nessuna delle due categorie cerca rifugio nella cultura. Guardando le programmazioni di eventi divulgativi di nuovi libri presso la Biblioteca Antoniana si scorge un momento storico floridissimo per gli scrittori made in Ischia. La scorsa settimana Alessio Romeo, ma sempre venerdì 10 novembre 2023 ore 17.30 un altro ischitano, velista, socio ANMI e stimatissimo Avvocato Mimmo Giordano ci presenta ben due libri di narrativa! Forse che forse sul faro del porto d’Ischia dovessimo issare la bandiera della letteratura? Ancora la giovanissima artista Ylenia Pilato, già celebrata a tutto tondo dal nostro giornale, rappresenta uno spiccato carattere di emancipazione femminile nell’arte figurativa di matrice marcatamente ischitana. In una conversazione telefonica con la stessa, si evocava un periodo storico, quello degli anni’50, in cui l’isola era un laboratorio artistico a cielo aperto, un contenitore di ispirazioni artistiche di autori che girarono il Mondo con le loro opere e sino ad oggi hanno lasciato il solco del loro pennello alle future generazioni. Mazzella, Funiciello, De Angelis e tanti altri che popolavano l’isola, perché la loro arte pregiatissima folgorava i turisti provenienti da ogni dove del pianeta per ammirarli. Dove sono finiti questi soggetti?

Per quale motivo i millenians non seguono le orme che hanno guidato la giovane Ylenia Pilato, o Gianni Mattera Adelante? Non pervenuto, non classificato. La società ischitana del post covid è un pendolo di Focault che oscilla tra il dolore dei giovani di non trovare più spazi esplicativi della loro personalità e la noia degli anziani che non riescono a far altro che criticare un progetto di innovazione appena viene presentato o prospettato. Ci troviamo nel paradosso di essere stati l’ecosistema di circa 90 cuccioli di tartaruga caretta caretta, ma di avere tollerato come comunità un lasso di tempo di oltre 15 anni per la realizzazione di una grande opera privata d’interesse pubblico, una torre di Babele alla rovescia infissa nel terreno, che è rimasta incompiuta –  il parcheggio di Ischia Ponte. Posidonia divelta dai diportisti pirati del mare, allagamenti delle strade per mutamenti degli equilibri idrogeologici non monitorati e contenuti. Tutti questi sono pugni in faccia all’isola più bella del Mondo, che pare quasi vivere con disagio e strafottenza la sua condizione. Si è bella, è bella, ma i turisti non devono fare troppe storie: devono guardare, consumare, spendere…e poi tutti felici di incassare in tre mesi quello che di norma si guadagna in un anno. Cosa vuole questo opinionista, ma non sa che il tempo meteo è così strutturato? Eppure nessuno si ferma a riflettere che i popoli nordici o centroeuropei prediligono fine ottobre o novembre per le loro vacanze: prova ne è stata la presenza massiva di tedeschi ed austriaci lo scorso “ponte dei morti”; decine di pullman di gran turismo che coccolavano il cliente fino sopra la nave. Stabilimenti termali chiusi, gran parte dei locali chiusi. Improvvisamente ti accorgi che a Milano vi sono diverse pasticcerie che fanno fortuna sul cornetto ischitano! Cosa ne deriva da quanto affermo?

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Che il disfattismo del popolo anziano e la depressione dei giovani conferma che delle potenzialità immense di vivibilità ed opportunità economiche praticabili sull’isola sono consapevoli soltanto i forestieri. Noi ci limitiamo a vivacchiare, pronti a tendere l’orecchio o la mano se fosse possibile, in nome della bellezza ischitana che inebria il Mondo, al fine di speculare opportunisticamente su questo o quello fra i turisti di passaggio sull’isola interessati ad investire per riqualificare l’offerta e plasmare in direzione elitaria la società isolana. Vediamo la Ministra Santanchè o il Sangiuliano soltanto come Babbi Natale pronti ad elargire fondi pubblici che potremmo ricavare dieci volte in più con le semplici tasse di soggiorno, se le nostre potenzialità fossero esplicate al meglio. Il passo deve essere cambiato, siamo di fronte ad una svolta epocale: Ischia è piena, densa di risorse culturali che possono costituire l’antidoto giusto alla noia autunnale ed invernale, per attirare i turisti anche nei periodi con le spiagge chiuse per avversità meteo e quindi la cultura può essere il volano economico. Prima si capisce, prima si esce da questo abisso generazionale, che ha soltanto la virtù di avvelenare gli animi di chi abita questa perla meravigliosa in mezzo al Mediterraneo. Cultura, medicina per ridefinire l’offerta turistica anche in autunno-inverno.

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