LE OPINIONI

IL COMMENTO “Pronto Netanyahu, sono Putin”

DI GIORGIO DI DIO

“Pronto Netanyahu, sono Putin”

“Oh! Mio Caro Vladimir A che debbo l’onore di questa telefonata?”

“Non è una telefonata di circostanza mio caro Benjamin. Questa volta ti ho chiamato per rimproverarti”

“Rimproverarmi? Tu? E cosa avrei fatto, di grazia?

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“Stai esagerando, caro Benjamin. Questi bombardamenti a tappeto sui civili non vanno bene. Mostri di non avere nemmeno un briciolo di umanità”

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“Proprio tu parli. Perché in Ucraina che stai facendo? Io pensavo che fossimo alleati. Che volessimo entrambi la stessa cosa, tu essere il più grande Zar di tutte le Russie, io unico custode della terra promessa.”

“Certo che siamo alleati. Non dimenticare che ogni volta che sei venuto a Mosca sei stato accolto come un re”

“E tu non dimenticare che sull’Ucraina io ti ho sempre appoggiato. E che tuoi oligarchi vanno e vengono a fare affari nel mio paese.”

“Va be, adesso non litighiamo. Io ti volevo solo dire che non dobbiamo dare l’impressione al mondo, ma soprattutto a quelli che ci appoggiano, che vogliamo provocare solo massacri e sofferenze.”

“Mio caro Vladimir tu governi con la repressione e con finte elezioni. Io non sono simpatico a nessuno, ma difendo con tutte le mie forze il popolo di Israele e nego senza esitazioni la nascita di uno stata palestinese, mettendomi addirittura contro Joe Biden. È questo il mio popolo lo apprezza perché nessun israeliano vuole una Palestina libera. E per questo continueranno a votare per me”

“Ne sei tanto sicuro Benjamin. Ma non senti i venti di rivolta? Questa storia degli ostaggi ti porterà alla rovina. Ma non senti le grida dei parenti e amici degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas? Delle grida delle madri che non hanno più notizie dei figli? Ti rimproverano di non preoccuparti di loro Benjamin, di pensare solo alla tua guerra, incurante delle vite del tuo popolo.”

“Il mio popolo? È il mio popolo che difendo. È la sua disperazione di fronte a donne stuprate, violate, a bambini decapitati, bruciati, a vecchi indifesi brutalmente uccisi, che difendo. È da un attacco premeditato, vigliacco, infame, con il solo scopo di ucciderei e torturare che li difendo. E sono io per primo che piango per gli ostaggi che sono nelle mani di assassini e stupratori e per le loro famiglie che soffrono. Ma sono io che sono stato attaccato, sono io che ho dovuto difendermi. Tu invece. Tu non sei stato provocato, tu hai deliberatamente attaccato un altro stato senza alcun motivo, soltanto per le tue manie di espansione.”

“Senza motivo? Ma che ne sai tu dei piani americani per allargare la Nato? Io ho solo anticipato i tempi. Ma non è questo il problema. Non è questo di cui stiamo parlando. A Gaza ci sono 19mila minori rimasti soli. Non hanno i genitori, non hanno parenti. Completamente abbondati a sé stessi. E ci sono già oltre 26.000 vittime, in gran parte civili. A Gaza tutta la popolazione sta morendo di fame. L’America, l’Europa ti sono tutti contro. Sarai processato per genocidio.”

“E tu? Su di te c’è un mandato di arresto per crimini di guerra. Hai rotto i rapporti con Biden il primo giorno in cui hai invaso l’Ucraina. E non riesci a vincere una guerra facile. Io non voglio fare come te. Io questa guerra voglio chiuderla il più possibile. Io voglio distruggere Hamas.”

“Amico mio, È un momento difficile per tutti. La tua vittoria su Hamas è sempre più difficile. Penetrare in quella enorme rete di tunnel sotterranei è un’operazione immane. Ma soprattutto la pressione internazionale cresce di giorno in giorno. Se isolato, nemmeno i tuoi amici oramai accettano la tua opposizione a uno stato palestinese. Ora pure Mattarella dall’Italia si è unito al coro. Dovrai cedere. Oppure…”

“Oppure cosa?”

“Oppure dobbiamo aspettare. A novembre ci saranno le elezioni in America. E ci sono forti speranze che le vinca Donald Trump. E con Trump presidente degli Stati Uniti le cose cambieranno. Credimi con Trump potremo fare tutto quello che vogliamo.”

C’è stata veramente una telefonata tra Putin e Netanyahu. E sembra sia vero che Putin si sia lamentato della eccessiva ferocia dell’amico. Noi non sappiamo cosa si siano detti. Io ho creato un colloquio immaginario, ma non credo troppo irreale.

Hamas ha iniziato la guerra uccidendo, violentando, torturando. Eppure, ora sembra che proprio Hamas stia vincendo la guerra sui media, perché la risposta di Israele ha causato migliaia di vittime civili a Gaza, di cui moltissimi bambini.

E nonostante la pressione internazionale, Netanyahu non ne vuole proprio sapere di permettere la nascita di uno Stato palestinese. Oramai è sempre più isolato.

E Putin, nonostante alcune cose non gli vadano bene, è, comunque dalla sua parte. Sono fratelli gemelli. Lo sono nel volere il potere a qualsiasi costo, a costo di qualunque guerra.

E vanno avanti per la loro strada, aspettando, sperando, il ritorno di Trump

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