POLITICAPRIMO PIANO

Ischia Ambiente, Cisi-Evi e non solo: è tempo di “Enzo’s revolution”

Lunga intervista al sindaco d’Ischia che parla senza remore del cambio al vertice nella società partecipata, respingendo al mittente illazioni e voci di paese. E sul futuro del consorzio che gestisce acquedotto e fognature è altrettanto chiaro e perentorio. E poi…

La stagione turistica si è rimessa in moto tra dati che non sembrano seguire una direzione univoca. Le presenze registrate in termini di arrivi già da un mese sono quelle del periodo caldo di agosto, qualche attività ha ripreso almeno nei fine settimana a fare “numeri” considerevoli ma la ricettività alberghiera continua a essere decisamente bassa in termini di occupazione. Come si fa a dare una chiave di lettura a un fenomeno tanto variegato?

«Sono pressoché certo che il 2021 non sarà l’anno della ripresa dei volumi che Ischia vantava nell’era pre covid. Sarà un anno certo in cui ci sarà un “segno più” comunque marcato rispetto al 2020, ma certo non quello della rinascita e della svolta. Abbiamo una carenza dettata soprattutto dall’assenza di presenze turistiche infrasettimanali, un problema che poi si riverbera in assenze nelle strutture ricettive che praticano l’ospitalità tradizionale. Andando avanti con la stagione, il meteo favorevole e l’aumento costante delle temperature finirà col dirottare i turisti lontano dalle città spingendoli a prediligere le località balneari: Ischia su questo ha poche rivali e risconterà grosso successo. Ma detto questo, ribadisco che il 2021 sarà un anno interlocutorio».

«Ischia Servizi riceve un canone annuo di sette milioni di euro e le tariffe non sono certo economiche: ritengo che la comunità ischitana abbia tutto il diritto di ricevere un servizio all’altezza. Vendette o ritorsioni? In questo paese bisognerebbe rimboccarsi le maniche invece che fare i politologi al bar. E qualcuno dovrebbe ricordare che lo stipendio non gli è mai mancato…»

L’effetto covid free con le vaccinazioni a tappeto ha inciso in parte in termini turistici o era lecito attendersi qualcosa di più? O addirittura non ha assolutamente pagato nemmeno per una vacanza mordi e fuggi?

«La percezione è che il marchio di isola covid free sia un elemento significativo e pure molto positivo. Come d’altronde è rilevante il fatto che la pandemia veda regredire i suoi effetti sanitari, facilitando la decisione di concedersi un periodo di vacanza. In questo, lo “status” di Ischia e delle isole pare funzionare, perché pur con tutte le precisazioni e le anomalie evidenziate poc’anzi, i numeri sono significativi. Gli andamenti mi sembrano comunque influenzati positivamente».

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Il covid ha reso tutto ancor più complesso, anche il modo di vivere e prima ancora di vivere una vacanza. Insomma, si è alzata l’asticella. Abbiamo sull’isola criticità ataviche, qualcuna hai cominciato ad affrontarla con iniziative sperimentali. Eppure su traffico, rifiuti, occorrerebbe un cambio di passo. Ma si avverte adesso come mai in passato l’esigenza che le amministrazioni si siedano tutte attorno a un tavolo prendendo provvedimenti netti e anche impopolari per rendere più vivibile il territorio?

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«Sicuramente oggi come sempre è opportuno che determinate questioni vengano affrontate in maniera netta. Però io non parlerei di provvedimenti impopolari, quanto piuttosto di misure giuste per il momento contingente che stiamo vivendo soprattutto per quanto riguarda una serie di servizi che dall’ente locale vengono erogati alla cittadinanza. C’è bisogno di un impegno particolare di tutti: in primis delle istituzioni che devono governare diverse dinamiche, ma in secondo luogo anche degli stessi cittadini che devono essere consapevoli del fatto che i loro comportamenti spesso finiscono con il determinare l’immagine che si dà di una località».

«Il futuro ci dovrà portare a risolvere una serie di tematiche importanti. I Comuni, con le proprie casse (e contro la normativa vigente) non possono farsi carico del Cisi e dell’Evi e questo è un punto di partenza che non può essere messo in discussione. Dovranno camminare con le loro gambe, garantendo la copertura del servizio con quelli che sono gli introiti»

Però quando il cittadino non vuole saperne…

«In tal caso bisogna redarguirlo come è giusto che succeda. Però questo, e non va dimenticato, porta a un impiego di maggiori energie e risorse: un cittadino disobbediente o incivile ti porta a dislocare forze e risorse umane che potrebbero essere utilizzate in maniera migliore attività. E invece molto spesso ci si attarda ad andare a risolvere problemi incancreniti. In sintesi, credo sia giunta l’ora che ognuno si faccia il proprio esame di coscienza: il cittadino, l’operatore che eroga un servizio e l’amministratore pubblico che è chiamato ad avere un ulteriore senso di responsabilità».

Ha riaperto proprio a Ischia la stagione degli spettacoli in piazza sul territorio regionale, ma la notizia è che si lavora anche per l’edizione 2021 della Festa di Sant’Anna. E’ una corsa contro il tempo, non possiamo ancora dire che si svolgerà, ma certo l’intenzione è quella. Ma come ci si approccia a una manifestazione che dell’assembramento ha sempre fatto la sua fortuna oltre che il segno distintivo?

«E’ chiaro che ci dobbiamo confrontare con un quadro normativo e di disposizioni che deve essere compatibile all’essenza della festa, perché è evidente che se le prescrizioni la snaturassero allora tutte le idee e convinzioni vanno quantomeno rivisitate. Ma d’altro canto, dobbiamo anche essere chiari e netti nel dire che non c’è ripresa o normalità senza la festa di Sant’Anna: la normalità sarà davvero tornata quando potremo celebrarla e noi ci stiamo lavorando. Abbiamo fatto il nostro, speriamo che il 26 si possa venerare e festeggiare la nostra Santa e dire di aver varcato l’uscio della predetta normalità».

Spostiamo la nostra attenzione su Ischia Ambiente, dove c’è stato proprio di recente un cambio al vertice. Il riassetto sarebbe figlio del fatto che il primo cittadino non fosse propriamente soddisfatto di come andassero le cose.

«C’è sicuramente l’esigenza di migliorare il tasso di qualità dei servizi in generale sul territorio e l’igiene urbana è uno di quelli che deve certamente “crescere”. D’altronde la comunità ischitana riconosce a Ischia Servizi ben sette milioni di euro di canone annuo per ricevere una serie di prestazioni e la tariffa che viene applicata non è certo delle più economiche: per cui, è giusto che vi sia un ritorno in termini qualitativi degno di una località di blasone qual è Ischia. Potere avere zone verdi ben curate, aree fiorite, credo sia una giusta e legittima aspettativa da parte della comunità. Per cui deve essere messo in campo qualunque sforzo che vada nella direzione di migliorare la qualità del servizio sul nostro territorio».

«Non c’è ripresa senza la festa di Sant’Anna: la normalità sarà davvero tornata quando potremo celebrarla e noi ci stiamo lavorando. Abbiamo fatto il nostro, speriamo che il 26 si possa venerare e festeggiare la nostra Santa e dire di aver varcato l’uscio della predetta normalità»

A chi sostiene che dietro al campo al vertice ci siano vendette traversali o ritorsioni politiche cosa risponde Enzo Ferrandino?

«Penso che si tratti di voci che vengono messe in giro da chi non ama la nostra comunità. La verità è che qui invece di fare i “politologi” al mattino sotto ai bar, dovremmo cercare, ripeto, di fare la nostra parte. Anche chi è chiamato a svolgere il servizio che deve giustificare lo stipendio che – credo sia giusto ricordarlo – non è mai mancato né tantomeno stato ridotto. Certi lavoratori non hanno dovuto nemmeno patire la cassa integrazione, quando invece abbiamo dovuto registrare che questa stabilità lavorativa non esiste nelle famiglie ischitane. E credo che anche nei confronti di tutta questa gente che non riesce ad arrivare a fine mese bisognerebbe rimboccarsi le maniche, e basta».

Continua a riservare colpi di scena e a far discutere la vicenda del chiosco alla Mandra. Qual è il pensiero del sindaco?

«Si tratta di un atto di gestione che esula dall’amministrazione comunale che si limita a un indirizzo politico, auspico che le dinamiche che si stanno innescando portino un atteggiamento equo e trasparente rispetto alle vicissitudini che si stanno rincorrendo da qualche tempo a questa parte».

Aria di rivoluzione anche in casa Cisi-Evi, con il primo step rappresentato dall’insediamento di Montuori che dovrebbe essere una soluzione ponte? Ma cosa dirà il futuro?

«Il futuro ci dovrà portare a risolvere una serie di tematiche importanti. I Comuni, con le proprie casse (e contro la normativa vigente) non possono farsi carico del Cisi e dell’Evi e questo è un punto di partenza che non può essere messo in discussione. Iniziando da questo, si possono andare a trovare tutte le soluzioni possibili: soprattutto, credo sia arrivato il momento di capire se il Cisi e l’Evi possono proseguire con le loro gambe, perché questa è la cosa più importante, che maggiormente deve interessare tutti quanti noi».

«Il 2021 non sarà l’anno della ripresa dei volumi che Ischia vantava nell’era pre covid. Sarà un anno in cui ci sarà un “segno più” comunque marcato rispetto al 2020, ma non quello della svolta. Mancano purtroppo presenze turistiche infrasettimanali, un problema che poi si riverbera in assenze nelle strutture ricettive che praticano l’ospitalità tradizionale»

Ma mica c’è il rischio di esternalizzare servizi come quelli della fornitura idrica?

«Assolutamente no. Intendo dire che il Cisi e l’Evi devono riuscire a garantire la copertura del servizio con quelle che sono le loro entrate senza che i Comuni debbano intervenire col rifondere manutenzione straordinaria, canoni di spese correnti e altro».

Qual è il messaggio, magari stavolta un po’ più ottimistico, che vuole lanciare Enzo Ferrandino? E soprattutto, è arrivata davvero l’ora di provare ad allungare la stagione turistica?

«Storicamente Ischia ha sempre avuto una stagione turistica abbastanza lunga, per due anni il covid ce l’ha accorciata ed in particolare ci ha fatto perdere l’ala iniziale. E comunque i volumi che registriamo adesso, al netto di quello che accade nel weekend, non sono dei migliori. Ma stiamo toccando con mano la forza della nostra località, ha un appeal forte che ci farà superare questa fase difficile meglio di altri luoghi di vacanza. E poi c’è il covid free conseguenza dell’intuizione di De Luca, la vicinanza a Procida che nel 2022 sarà capitale italiana della cultura, insomma alla fine son convinto che porteremo a casa un bilancio tutto sommato accettabile. Speriamo anche che siano clementi le modalità della pandemia, non tutto è pronosticabile».

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