Gianluca Castagna | Forio – Perché oggi si studia Dante Alighieri? Perché si legge ancora la Divina Commedia? Cosa può dire alle giovani generazioni un testo di sette secoli fa? Non hanno forse il pensiero, la scienza, la tecnica, trasformato così radicalmente il mondo da rendere quasi imparagonabili tali orizzonti d’esperienza? Eppure, per la sua straordinaria umanità, la poesia di Dante continua a commuovere i lettori. Oltre i limiti di tempo, spazio, età.
Come rendere dunque accessibile un gigante della letteratura mondiale come Dante Alighieri a una generazione di adolescenti digitali? Quale percorso didattico progettare per permettergli di “parlare” a un pubblico del tutto estraneo a quella sensibilità medievale entro la quale nasce e vive la Commedia dantesca? Da questi interrogativi è nata l’idea di una “Lectura dantis” condotta da Eduardo Cocciardo, attore di teatro ma anche docente di lingua e letteratura italiana nelle scuole superiori di II grado, e riservata agli allievi delle classi terze dell’ITT “C. Mennella”.
Tre appuntamenti, nell’Aula Magna della sede foriana dell’Istituto, per emozionarsi di fronte a un poeta che si mette in gioco sempre, che compie uno spericolato viaggio alla ricerca di sé, che si sente male, sviene e prova paura, ma non rinuncia mai a partecipare, con vivissimo sentimento, alla tragica vicenda terrena dell’uomo e dell’intera umanità.
«Dante è un uomo che ha messo in discussione se stesso, la sua vita e le proprie scelte – ci ha detto la prof.ssa Giovanna Tessitore, docente di Lettere al “C. Mennella” e ideatrice di questa iniziativa – Ha vissuto, sofferto, lottato, è stato tradito dalla città che aveva amato. Si è scontrato contro interessi di potere preferendo l’esilio, pur di non rinunciare alla forza delle sue idee, alla ragione e alla giustizia. Oggi Dante ci insegna anzitutto a essere moralmente forti, ci dice che lo scrittore ha sempre una responsabilità».
«Li abbiamo quasi portati per mano dentro la Commedia – precisa la Tessitore – Ho respinto l’idea di una conoscenza meramente scolastica di Dante, il quale non sarà oggetto di nessuna verifica da parte dei miei allievi perché lo devono interiorizzare e amare, mi piacerebbe che affiancasse le loro vite e ne facesse parte come un amico con cui si esce, come parte della loro quotidianità. La bellezza dei sentimenti, il calore, l’umanità di Dante. Solitamente gli studenti approcciano un autore letterario attraverso dati asettici. Ho consigliato ai miei alunni: non ditemi che Dante è nato a Firenze nel 1265 ed è morto a Ravenna nel 1321 perché io non sono l’ufficio anagrafe».
«Gli orizzonti dell’esperienza di Dante Alighieri sono certamente cambiati – ci dice la dirigente scolastica – quello che non è cambiato è l’animo umano. La Commedia dipinge tutte le sfumature possibile della condizione esistenziale dell’uomo, ritengo sia un testo che possa dare ancora tantissimo a tutti i lettori, purchè si dispongano in un atteggiamento di scoperta e ricerca dei significati più profondi, quindi immortali, che Dante ha voluto trasferire in quell’opera. Gli studenti restano affascinati soprattutto dalla dimensione visionaria, dall’aver costruito un mondo fatto di suggestioni, di architetture, di emozioni molto articolate. Viviamo in una civiltà in cui l’immagine ha un peso enorme, riuscire a capire che Dante è un grande visionario può diventare punto d’accesso privilegiato a uno dei massimi capolavori letterari di ogni tempo. Ogni pagina della Commedia di Dante è una visione, frutto della sua immaginazione e della sua grande cultura».
«Dopo Paolo e Francesca – spiega Giovanna Tessitore – altre due letture dall’Inferno di Dante, per altri due personaggi memorabili della Divina Commedia: Pier Delle Vigne, ossia il conflitto tra l’uomo e il potere, che spingerà il letterato al servizio di Federico II di Svevia a rinunciare alla propria vita, a essere violento contro se stesso; e Ulisse, forse il Canto più bello della Commedia. Ulisse è Dante, Ulisse siamo noi. Un inno all’intelletto umano, nato per seguire virtù e conoscenze. Un viaggio che non conosce età, che non si ferma nemmeno di fronte alle colonne d’Ercole o alle leggi di Dio, anche se finirà per condannare l’eroe omerico alla dannazione eterna».
«Sono molto felice di essere stato chiamato – ha dichiarato Eduardo Cocciardo – il progetto mi ha colpito subito positivamente perché il tentativo di presentare Dante alle nuove generazioni, fuori dai codici accademici, rendendolo popolare e aperto a tutti, è una sfida che non potevo che accettare con entusiasmo. Iniziamo con il canto V della Commedia, il canto dedicato a Paolo e Francesca, all’amore, alla passione. Quale testo migliore per parlare agli adolescenti che proprio in questa fase della vita cominciano a scoprire questo sentimento, a viverlo sulla loro pelle? L’amore oggi cantato dagli idoli pop della musica possiede in fondo la stessa forza dei versi di Dante, è la chiave ideale per scoprirne la grandezza e l’universalità della sua poesia».
La tenacia e l’amore per la cultura, un ambiente attivo e ricettivo, studenti propositivi ed emozionati, docenti che si impegnano e partecipano ogni giorno in progetti didattici attuali, originali, appassionanti. Mix perfetto per la riuscita di questa ennesima iniziativa del “C. Mennella”. Prova superata per i giovani studenti isolani e una Scuola finalmente (più) viva.