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“Lectura Dantis” all’ ITT “C. Mennella”: allievi e docenti per una scuola sempre più viva

Gianluca Castagna | Forio – Perché oggi si studia Dante Alighieri? Perché si legge ancora la Divina Commedia? Cosa può dire alle giovani generazioni un testo di sette secoli fa? Non hanno forse il pensiero, la scienza, la tecnica, trasformato così radicalmente il mondo da rendere quasi imparagonabili tali orizzonti d’esperienza? Eppure, per la sua straordinaria umanità, la poesia di Dante continua a commuovere i lettori. Oltre i limiti di tempo, spazio, età.

DSCN1637Per Eugenio Montale, Dante è il solo grande poeta del Medioevo in cui il linguaggio sia rimasto vivo e comprensibile anche per coloro che non hanno una formazione letteraria speciale. Per cui anche gli aspetti più significativi della sua arte, o della sua travagliata vicenda esistenziale, risultano straordinariamente positivi ai fini dell’arricchimento della formazione di vita e di pensiero del nostro tempo. Tanto diverso dalle manifestazioni culturali del Trecento, eppure tanto bisognoso di accogliere il messaggio umanissimo della Commedia.
Come rendere dunque accessibile un gigante della letteratura mondiale come Dante Alighieri a una generazione di adolescenti digitali? Quale percorso didattico progettare per permettergli di “parlare” a un pubblico del tutto estraneo a quella sensibilità medievale entro la quale nasce e vive la Commedia dantesca? Da questi interrogativi è nata l’idea di una “Lectura dantis” condotta da Eduardo Cocciardo, attore di teatro ma anche docente di lingua e letteratura italiana nelle scuole superiori di II grado, e riservata agli allievi delle classi terze dell’ITT “C. Mennella”.
Tre appuntamenti, nell’Aula Magna della sede foriana dell’Istituto, per emozionarsi di fronte a un poeta che si mette in gioco sempre, che compie uno spericolato viaggio alla ricerca di sé, che si sente male, sviene e prova paura, ma non rinuncia mai a partecipare, con vivissimo sentimento, alla tragica vicenda terrena dell’uomo e dell’intera umanità.
«Dante è un uomo che ha messo in discussione se stesso, la sua vita e le proprie scelte – ci ha detto la prof.ssa Giovanna Tessitore, docente di Lettere al “C. Mennella” e ideatrice di questa iniziativa – Ha vissuto, sofferto, lottato, è stato tradito dalla città che aveva amato. Si è scontrato contro interessi di potere preferendo l’esilio, pur di non rinunciare alla forza delle sue idee, alla ragione e alla giustizia. Oggi Dante ci insegna anzitutto a essere moralmente forti, ci dice che lo scrittore ha sempre una responsabilità».

20160224_101639La Commedia è certamente piena di passaggi meravigliosi, per apprezzare i quali bisogna fare un po’ di fatica. “La verità non si concede ai pigri”, ha scritto qualcuno. Lo stesso si può dire della bellezza. Un racconto straordinario e difficile, dunque. Perché scritto in versi, perché parla di un mondo anche molto diverso dal nostro e perché lo fa usando un linguaggio spesso oscuro; ma se si affrontano e si superano queste difficoltà, si riceve in premio l’opportunità di entrare in una delle menti più affascinanti nella storia dell’umanità. Un premio che il “C. Mennella” ha regalato ai suoi allievi puntando non sulla contemplazione del capolavoro ma sul confronto con altra letteratura, altra arte, conoscenza del contesto in cui il capolavoro è stato creato. Cos’è la paleografia, un manoscritto, la lingua, i codici e la scrittura. Temi affrontati nei mesi precedenti e culminati nella lezione tenuta lo scorso novembre dalla prof.ssa Antonietta Iacono, docente di letteratura latina medievale e umanistica dell’Università “Federico II” di Napoli.
«Li abbiamo quasi portati per mano dentro la Commedia – precisa la Tessitore – Ho respinto l’idea di una conoscenza meramente scolastica di Dante, il quale non sarà oggetto di nessuna verifica da parte dei miei allievi perché lo devono interiorizzare e amare, mi piacerebbe che affiancasse le loro vite e ne facesse parte come un amico con cui si esce, come parte della loro quotidianità. La bellezza dei sentimenti, il calore, l’umanità di Dante. Solitamente gli studenti approcciano un autore letterario attraverso dati asettici. Ho consigliato ai miei alunni: non ditemi che Dante è nato a Firenze nel 1265 ed è morto a Ravenna nel 1321 perché io non sono l’ufficio anagrafe».

DSCN1648Per il primo dei tre incontri, ha voluto esserci anche la Preside, prof.ssa Giuseppina Di Guida, la quale ha tenuto un intervento sul ruolo della filosofia nella Divina Commedia. Perché Dante non fu soltanto il più grande poeta del Medioevo, ma anche un pensatore rigoroso e originale.
«Gli orizzonti dell’esperienza di Dante Alighieri sono certamente cambiati – ci dice la dirigente scolastica – quello che non è cambiato è l’animo umano. La Commedia dipinge tutte le sfumature possibile della condizione esistenziale dell’uomo, ritengo sia un testo che possa dare ancora tantissimo a tutti i lettori, purchè si dispongano in un atteggiamento di scoperta e ricerca dei significati più profondi, quindi immortali, che Dante ha voluto trasferire in quell’opera. Gli studenti restano affascinati soprattutto dalla dimensione visionaria, dall’aver costruito un mondo fatto di suggestioni, di architetture, di emozioni molto articolate. Viviamo in una civiltà in cui l’immagine ha un peso enorme, riuscire a capire che Dante è un grande visionario può diventare punto d’accesso privilegiato a uno dei massimi capolavori letterari di ogni tempo. Ogni pagina della Commedia di Dante è una visione, frutto della sua immaginazione e della sua grande cultura».

20160224_102418Infine l’introduzione e la lettura al Canto V dell’Inferno, il grandioso affresco della travolgente passione di Paolo e Francesca. Pur sottoposto al vaglio della morale cristiana, i versi di Dante ispirati all’amore non hanno mancato di catturare l’interesse degli studenti per l’indiscutibile pregio di evidenziare , senza retorica o falsi pudori, l’adesione di Dante al dramma quotidiano di ogni essere umano impegnato, volente o nolente, in un rapporto dialettico con le passioni e le regole della società.
«Dopo Paolo e Francesca – spiega Giovanna Tessitore – altre due letture dall’Inferno di Dante, per altri due personaggi memorabili della Divina Commedia: Pier Delle Vigne, ossia il conflitto tra l’uomo e il potere, che spingerà il letterato al servizio di Federico II di Svevia a rinunciare alla propria vita, a essere violento contro se stesso; e Ulisse, forse il Canto più bello della Commedia. Ulisse è Dante, Ulisse siamo noi. Un inno all’intelletto umano, nato per seguire virtù e conoscenze. Un viaggio che non conosce età, che non si ferma nemmeno di fronte alle colonne d’Ercole o alle leggi di Dio, anche se finirà per condannare l’eroe omerico alla dannazione eterna».
«Sono molto felice di essere stato chiamato – ha dichiarato Eduardo Cocciardo – il progetto mi ha colpito subito positivamente perché il tentativo di presentare Dante alle nuove generazioni, fuori dai codici accademici, rendendolo popolare e aperto a tutti, è una sfida che non potevo che accettare con entusiasmo. Iniziamo con il canto V della Commedia, il canto dedicato a Paolo e Francesca, all’amore, alla passione. Quale testo migliore per parlare agli adolescenti che proprio in questa fase della vita cominciano a scoprire questo sentimento, a viverlo sulla loro pelle? L’amore oggi cantato dagli idoli pop della musica possiede in fondo la stessa forza dei versi di Dante, è la chiave ideale per scoprirne la grandezza e l’universalità della sua poesia».
20160224_115331 20160224_115637Per lo studente Oscar Hernandez: «Un racconto avvincente nell’Aldilà, pieno di colpi di scena e personaggi incredibili. Non sembra sia stato scritto così tanto tempo fa. I versi sono difficili, ma le lezioni in classe mi hanno aiutato a comprendere tutto». Per l’allieva Gloria Azar: «L’amore eterno, sofferto, di Paolo e Francesca è uno dei momenti più belli della Divina Commedia. Un testo che abbiamo affrontato in maniera creativa e innovativa, non semplicemente legato a un’interrogazione ».
La tenacia e l’amore per la cultura, un ambiente attivo e ricettivo, studenti propositivi ed emozionati, docenti che si impegnano e partecipano ogni giorno in progetti didattici attuali, originali, appassionanti. Mix perfetto per la riuscita di questa ennesima iniziativa del “C. Mennella”. Prova superata per i giovani studenti isolani e una Scuola finalmente (più) viva.

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