CRONACA

LEGNINI APPROVA L’ACCORDO DI COLLABORAZIONE CON DIA E CUFA

Il Commissario Giovanni Legnini ha dato il via libera all’attuazione dell’intervento utile a conoscere ancora più a fondo il territorio di Ischia e il suo patrimonio boschivo, previsto nel Piano degli interventi urgenti per la sicurezza e la mitigazione del rischio idrogeologico riguardante le aree e gli edifici colpiti dall’evento franoso del 26 novembre 2022 nel comune di Casamicciola Terme. L’avvio di tale importante intervento, per un importo di un milione di euro, è stato disposto mediante apposito accordo di collaborazione con il Dipartimento di Agraria (DIA) dell’Università di Napoli Federico II, e i Carabinieri dell’Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari (CUFA), nell’ambito dell’intesa già in essere dal 17 luglio scorso. L’incarico mira non solo a potenziare la collaborazione scientifica tra i soggetti coinvolti ma anche a promuovere uno scambio approfondito di dati e informazioni utili a conoscere meglio il territorio e a finalizzare gli obiettivi contenuti nel Piano degli interventi approvato con l’ordinanza speciale n.4. 

Sfruttando le banche dati e le tecnologie sofisticate del CUFA, insieme al know-how specializzato del DIA nella gestione forestale sostenibile e nel restauro ecologico delle aree danneggiate, si potrà adottare un approccio più mirato per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza del territorio. Nello specifico, il CUFA effettuerà attività tecniche di rilievi geomatici e il monitoraggio per effettuare le valutazioni del rischio e l’adozione di misure operative contro il dissesto idrogeologico. A sua volta, invece, il Dipartimento Agrario offrirà il proprio supporto alla Struttura commissariale per la realizzazione di Piani di riduzione del carico di biomassa nelle aree forestali e di restauro naturalistico nelle aree danneggiate. In particolare, l’intento è quello di avviare un processo di riduzione delle specie arboree non autoctone sul pendio del Monte Epomeo e per la successiva riforestazione con specie locali. Le specie arboree non native, infatti, che hanno radici poco profonde e sono ad alto rischio di sradicamento durante eventi calamitosi, verrebbero sostituite dalle specie autoctone con radici più profonde e saldamente ancorate al terreno, realizzando così una sorta di freno, di rete naturale per contribuire a contrastare i fenomeni valanghivi. Si tratta di un intervento molto innovativo che sarà definitivamente progettato dopo aver acquisito tutti gli elementi di analisi e gli indirizzi che saranno forniti dalle Istituzioni scientifiche e tecniche appositamente incaricate.

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