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Revocata la sospensiva, Maurizio De Luise è consigliere comunale

ISCHIA. E’ un periodo decisamente fortunato quello che sta vicenda Giosi Ferrandino, eurodeputato in quota Pd. L’esponente politico ischitano, infatti, il giorno successivo al suo insediamento a Strasburgo, porta a casa un altro risultato da “tre punti” stavolta attraverso il Consiglio di Stato. L’autorità giudiziaria, infatti, ha accolto la richiesta di revoca della sospensiva avanzata dagli avvocati di Maurizio De Luise e del cittadino elettore Gennaro Pilato – rappresentati da Ferdinando Scotto e Gino Di Meglio – che era stata precedentemente adottata dai giudici del Tar a favore di Valeria De Siano, artefice di un braccio di ferro giudiziario contro lo stesso De Luise, con i due che a lungo si sono contesi lo scranno di consigliere comunale. Che adesso, detto per inciso, finisce definitivamente appannaggio del “delfino” di Giosi, col risultato che l’ex sindaco aumenta il suo peso specifico all’interno del civico consesso. Se e quando intenderà far valere questo peso, lo scopriremo solo “vivendo”, magari già a partire dal prossimo consiglio comunale in programma il prossimo 27 aprile e che vedrà l’assise impegnata nella votazione del bilancio dell’ente di via Iasolino.

L’esito a favore del De Luise era di fatto scontato dopo che il riconteggio delle schede effettuato presso gli uffici della Prefettura di Napoli lo scorso mese di marzo aveva di fatto appurato che il candidato della lista Movimento Cristiano Lavoratori aveva collezionato nella sezione 14 – quella incriminata, per intenderci – 37 preferenze e non le 32 che gli erano state inizialmente attribuite e che avevano provveduto a spedire in consiglio comunale Valeria De Siano per appena tre voti di scarto. Un risultato, questo, che avrebbe comunque spianato la strada al ricorrente che si sarebbe visto concedere il nulla osta verso la sala consiliare di via Iasolino nell’udienza di merito che il Consiglio di Stato aveva già disposto per il 17 maggio. Ma i difensori dello stesso hanno deciso di anticipare i tempi e, forti proprio dell’esito del verbale redatto dalla Prefettura, chiedere di revocare il provvedimento di sospensiva precedentemente adottato.

Non a caso nell’ordinanza si legge tra l’altro: “Rilevato che all’esito dell’incidente istruttorio, la difesa del sig. De Luise, in data 22 marzo 2018, ha depositato istanza di revoca del provvedimento di sospensione provvisoria delle sentenze appellate… considerato che – in ragione degli esiti della verificazione e impregiudicata la valutazione delle ulteriori questioni di merito oggetto dei due appelli e dei motivi aggiunti – devono ritenersi sussistenti i presupposti per l’accoglimento dell’istanza di revoca della precedente ordinanza cautelare, ai sensi dell’articolo 58 c.p.a.; ritenuto che a tale esito debba pervenirsi anche alla luce della sussistenza di ragioni di dubbio in ordine alla ammissibilità dei motivi aggiunti all’appello, posto che attraverso gli stessi vengono veicolate censure (vertenti sulla presunta invalidità di tre schede di voto) inedite rispetto all’originario thema decidendum (riguardante l’esatto conteggio dei voti come riportati nel verbale e nelle tabelle di scrutinio) in apparente contrasto con i limiti entro i quali possono fare ingresso i motivi aggiunti nel rito elettorale. Ritenuto di dover compensare le spese della presente fase cautelare, per questi motivi il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza) accoglie l’istanza ex art. 58 c.p.a. proposta dalla parte appellata e per l’effetto revoca la sospensione della esecutività delle sentenze appellate disposte con decreti presidenziali… e confermata con l’ordinanza cautelare n. 834 del 9 febbraio 2018”. E così, su questa vicenda, può finalmente calare il sipario.

Gaetano Ferrandino

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