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Processo Free Market, la parola all’accusa

Di Francesco Ferrandino

NAPOLI. È passato un anno da quando, quel 9 ottobre 2015, a Barano deflagrò l’inchiesta denominata Free Market. Ieri mattina, innanzi alla prima sezione del Tribunale di Napoli presieduta dal giudice Francesco Pellecchia, è stato ascoltato quello che l’accusa considera uno dei testimoni-chiave di tale inchiesta, Mario Rusciano, l’ex agente di commercio che nell’autunno 2012 ideò l’evento denominato “Oktoberfest”. Un evento che, come vari altri, di fatto venne realizzato con la determinante collaborazione della “Testaccio Grandi Eventi”, l’associazione creata proprio in quel periodo su impulso del tenente Antonio Stanziola, ieri presente in aula, considerato dal pubblico ministero Giuseppina Loreto una sorta di “socio occulto”, non iscritto formalmente, ma in pratica il vero regista delle attività promosse dal sodalizio. Sono stati quattro i testimoni ascoltati durante la lunga e a tratti estenuante udienza, cominciata intorno alle 13 e terminata nel tardo pomeriggio, quando ormai le ore 18 non erano lontane. Oltre a Rusciano, sono sfilati sul banco dei testimoni anche i due Carabinieri Francesco Veccia e Antonio Coviello, incaricati del servizio d’ordine durante uno degli eventi organizzati alla fine dell’estate 2013 al Testaccio, e Luigi Califano, uno dei commercianti che parteciparono con un proprio stand agli eventi . La difesa degli imputati e i legali di parte civile erano presenti pressoché al completo.  Il primo a essere ascoltato è stato il brigadiere Veccia, che ha raccontato gli avvenimenti della sera di quel fatidico primo settembre 2013, quando il principale accusatore del tenente baranese, Alessandro Slama (anch’egli presente all’udienza), mostrò a lui e al collega Coviello il video che mostrava presso uno degli stand una donna intenta a conteggiare i tagliandi per la vendita di generi alimentari, per poi prelevare una somma di denaro dalla cassa e consegnarla al tenente Stanziola. A precisa domanda del pubblico ministero, il militare ha spiegato che per quella sera non furono prese iniziative, perché oltre ad essere già impegnati nel mantenimento dell’ordine pubblico, Slama aveva fatto sapere di aver già informato la locale Stazione dei Carabinieri. Uno dei punti intorno a cui è ruotata l’udienza con le relative domande del p.m. e degli avvocati difensori, era la presenza di alcune donne, vestite in modo formale, sedute presso ciascuno degli stand (una decina sui circa quaranta totali) che vendevano generi alimentari di pronto consumo. Una presenza insolita ma costante, visto che non partecipavano alle operazioni di preparazione dei cibi. L’avv. Sorge ha tentato di mettere in dubbio la certezza del fatto che la sera in cui erano in servizio i due militari fosse proprio quella del primo settembre, esibendo un volantino in cui il programma mostrava per quella data lo svolgimento dello spettacolo di un gruppo di cabaret, al posto dell’esibizione di Tony Tammaro, come invece aveva illustrato il brigadiere, che ha ribattuto di essere certo della circostanza, attribuendo l’apparente discrasia a un successivo cambiamento di programma da parte dell’organizzazione. Il collega Antonio Coviello stava per essere liberato dall’obbligo di deposizione, visto che il pm aveva rinunciato all’escussione, ma l’avv. Sorge ha voluto comunque ascoltare il Carabiniere, che in ogni caso ha sostanzialmente confermato il quadro delineato da Veccia, compresa la data dell’evento. A quel punto il Presidente Francesco Pellecchia, prima di procedere all’ascolto dell’attesa testimonianza di Mario Rusciano (che a luglio per motivi di salute aveva disertato l’udienza), ha nominato il dott. Porto quale perito per l’esame del cellulare di Alessandro Slama, che venne consegnato al Tribunale nella scorsa udienza ma che, a causa di problemi di accensione, richiedono l’intervento di un esperto per poter riversare su idoneo supporto i video “incriminanti” girati dallo stesso Slama. Il perito ha chiesto venti giorni di tempo per le necessarie operazioni a decorrere dal 24 ottobre. Dopo questa fase “incidentale”, è salito sul banco dei testimoni Mario Rusciano, ex titolare della “Vitha eventi”, ditta messa in piedi per l’organizzazione di iniziative come quella, molto popolare, dell’Oktoberfest, tenutasi per la prima volta al Testaccio in quell’autunno di quattro anni fa. Rusciano ha raccontato le varie fasi dell’evento, a partire da quando fece conoscenza con il tenente Stanziola nell’agosto 2012, fino alla genesi del progetto, per realizzare il quale Stanziola suggerì la costituzione di un’associazione modellata sul tipo delle pro-loco locali, anche allo scopo di ottenere alcune agevolazioni di carattere fiscale e burocratico. L’intenzione originaria era quella di organizzare qualcosa per i mercatini natalizi, ma l’Oktoberfest fu ben presto al centro dell’attenzione. Proprio la fase dell’allestimento fece entrare in gioco, secondo Rusciano, il ruolo di Stanziola, come responsabile della Polizia Municipale ma anche dell’Ufficio tecnico comunale, vista la necessità di ottenere le debite autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico con l’installazione di capannoni per gli stand. L’idea di Rusciano era in pratica quella di subappaltare gli spazi ai partecipanti, commercianti e ambulanti, per poter rendere remunerativa l’iniziativa. Il Pubblico Ministero Loreto ha ricordato al teste le sue dichiarazioni agli inquirenti, secondo cui Stanziola gli aveva prospettato di entrare in affari con lui, come “socio occulto”: la costituzione della “Testaccio Grandi Eventi” sarebbe stata suggerita dal tenente come escamotage anche ai fini delle autorizzazioni di tipo sanitario, garantendo un iter più snello e meno macchinoso per poter dare vita all’iniziativa. In questa fase, secondo la testimonianza di Rusciano, emerge il ruolo preponderante di Stanziola nelle varie fasi: l’ex agente di commercio ha infatti spiegato che il responsabile della polizia municipale di Barano “imponeva” anche i nomi dei soggetti che avrebbero fatto parte della costituenda associazione, venuta poi a esistenza nella prima settimana di ottobre 2012. Il pubblico ministero ha poi spostato l’attenzione proprio sui documenti necessari all’allestimento del capannone. Rusciano ha affermato che tutta la parte burocratica era sempre stata di competenza di Antonio Stanziola, ma l’accusa ha mostrato che l’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico, pur recante la firma di Rusciano per l’accettazione e di Stanziola quale dirigente comunale, era totalmente mancante del numero di protocollo: un particolare che Rusciano ha ammesso di non aver mai considerato, visto che era appunto il tenente a occuparsi delle “scartoffie” necessarie, compresi i documenti che servivano alla ditta che allestiva i capannoni. Un altro aspetto che emerge dalla deposizione è costituito dal fatto che era lo stesso Stanziola a decidere anche i nomi di coloro che avrebbero partecipato all’evento con un proprio stand. «Ogni cosa che diceva Stanziola, era legge», ha detto Rusciano, spiegando che la vulcanica personalità del dirigente comunale finiva per “imporre” la propria volontà nei vari aspetti della macchina organizzativa dell’associazione testaccese, spingendosi finanche a “costringere” alcuni commercianti a partecipare all’evento. Questo è almeno ciò che alcuni di essi avrebbero riferito al Rusciano. Tra tali “imposizioni”, secondo il testimone, ci sarebbe stata anche quella di inserire la propria compagna di vita, Alessandra Mennella, come socio della “Testaccio Grandi Eventi”, anche se la donna non ebbe mai parte attiva. Alle domande del p.m. riguardanti la parte economica dell’iniziativa, Rusciano ha ribadito di aver sempre regolarmente fatturato gli incassi, limitandosi a subaffittare gli spazi espositivi. Al termine della manifestazione, Stanziola e l’associazione avrebbero però affermato di aver chiuso l’evento con una perdita di 13mila euro, registratasi nel reparto gastronomico dell’iniziativa, che quindi non sarebbe stata remunerativa ma anzi avrebbe richiesto un ulteriore impegno economico, senza però documentare apprezzabilmente a livello contabile l’attività appena conclusa. Un accordo, quello tra Rusciano e Stanziola, finito dunque in modo non esaltante, ma all’epoca senza strascichi legali. A precisa domanda del p.m., Rusciano ha affermato di aver nutrito comunque un certo timore, all’epoca, nei confronti di Stanziola, e di aver deciso di non denunciarlo, anche perché nel frattempo aveva deciso di cambiare attività e di considerare gli eventi testaccesi un capitolo chiuso. Il timore di Rusciano in quel periodo era alimentato, secondo quanto riferito ieri, anche da frequenti telefonate anonime. L’avv. Sorge ha poi posto una serie di domande al teste, soprattutto sulla sua vita lavorativa passata, mentre l’avv. Giglio ha cercato di delineare la formula delle fatturazioni per l’evento organizzato e quella dei pagamenti. Conclusasi la deposizione del teste più atteso, sul finire dell’udienza è stato ascoltato anche Luigi Califano, commerciante di torrone e altri prodotti alimentari oltre che partecipante con un proprio stand alle iniziative testaccesi, che ha illustrato come testimone oculare la famigerata richiesta dei panini che Stanziola rivolse a Slama come fornitura per una festa organizzata dall’associazione.

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