Gianluca Castagna | Ischia – Al momento è l’unico film italiano in gara al Festival di Cannes, la kermesse cinematografica più importante al mondo. Non concorre per la Palma d’oro, ma nella sezione (collaterale, ma prestigiosa) di “Un certain regard”.
Pericle Scalzone, il malavitoso che “fa il culo alla gente” per conto di un boss camorrista emigrato in Belgio, avrà il volto di Riccardo Scamarcio. Nel passaggio dalla pagina scritta al grande schermo, cambia totalmente l’ambientazione: non più i vicoli napoletani, descritti con emozionante nitore dallo scrittore e fumettista di Casamicciola Giuseppe Ferrandino, ma le metropoli nordeuropee con i loro lividi paesaggi umani.
Durante una spedizione punitiva per conto del boss, Pericle commette un grave errore che segna la sua condanna a morte. In una rocambolesca fuga che lo porterà fino in Francia (nel romanzo la destinazione era Pescara), l’uomo incontrerà Anastasia, una giovane donna polacca che lo accoglie senza giudicarlo, offrendogli la possibilità di una nuova esistenza.
Ma Pericle non può sfuggire a un passato ingombrante e pieno di interrogativi.
I francesi, invece, se ne innamorano subito e due anni dopo esce nella prestigiosa “Série Noire” dell’editore francese Gallimard, riscuotendo un lusinghiero successo di pubblico e critica. Ancora qualche anno e lo staff di Adelphi, abbandonando il proverbiale raffinato snobismo, tenta il rilancio italiano. Siamo nel 1998 e “Pericle il nero” diventa il caso letterario dell’anno ma anche, ceduti i diritti, uno dei progetti più travagliati del recente cinema italiano. Prima pareva dovesse dirigerlo Francesco Patierno, sguardo ideale dopo il tellurico e ombroso “Pater Familias”, con protagonista Pietro Taricone. Poi delle pagine di Ferrandino si è innamorato Abel Ferrara, celebre regista italo americano e simbolo stesso di un cinema malato, violento e maledetto. Sceneggiature più volte riscritte, coinvolgimento di capitali internazionali, riprese che non partivano mai. Ora finalmente ci siamo, con il regista toscano Stefano Mordini (“Provincia meccanica”, “Acciaio”), una sceneggiatura scritta insieme a Francesca Marciano e Valia Santella, “Buena onda” di Valeria Golino e Riccardo Scamarcio alla produzione con Rai Cinema e i riflettori di tutto il mondo a illuminare la vita nera di Pericle Scalzone.