Come al St.Trop’ di Lloret de Mar, locale della movida spagnola, a 70 km da Barcellona, anche ad Ischia ( Casamicciola) all’esterno della discoteca Blanco, punto di riferimento della movida ischitana, la violenza tra giovani l’ha fatta da padrona. A Lloret de Mar i responsabili della violenza sono stati tre ceceni, che vivono in Francia da rifugiati politici ( arrestati ma due subito scarcerati) e, nel caso spagnolo, ci ha rimesso la vita Niccolo’, giovane italiano di 22 anni. A Casamicciola, invece, il 6 agosto, fuori del Blanco, due giovani criminali, successivamente arrestati (detentori di armi varie e varie dosi di stupefacenti) avevano accoltellato gravemente altri due giovani napoletani. Il Blanco è stato chiuso dai Carabinieri e il titolare denunciato perché aveva consentito l’ingresso ad un numero di clienti superiore al consentito. E’ ovvio che non c’è collegamento diretto tra l’accoltellamento all’esterno del locale e il superaffollamento del locale stesso. Però è altrettanto chiaro che ciò significa che non ci sono i giusti controlli all’interno di questi locali. E’ successo, in Spagna, dove indisturbati i ceceni
hanno infierito, nella pista da ballo, su un giovane inerme ed innocente: Che fine avevano fatto i buttafuori? E perché a Casamicciola non vengono controllati i numeri di ingresso? In Spagna è successo di peggio: a cerchio, sulla pista da ballo, gli altri giovani presenti hanno assistito impassibili al pestaggio, molti filmando con i telefonini. Ormai, confondiamo realtà e fiction, pensiamo di essere spettatori di uno spettacolo continuo della vita, come se anche le conseguenze più gravi delle nostre azioni fossero spezzoni innocui di un lungometraggio. E non è un caso che anche nel grave fatto di Casamicciola, i Carabinieri siano venuti a capo dei responsabili dell’agguato, non per testimonianze dirette di altri giovani presenti all’esterno del Blanco, ma per le immagini delle telecamere del Blanco stesso e di altre strutture vicine. E’ la conferma che il film continua (anche con le telecamere). I giovani si sentono tutti attori protagonisti o comprimari, freddi, asettici, professionali, mai coinvolti sentimentalmente. Quei pochi che si limitano ( come genitori e nonni col senso di responsabilità) ad assistere impotenti, a sperare che non accada nulla di tragico, temono il reale ed esorcizzano il virtuale. “ Movida” è un termine spagnolo, risalente agli anni 60-90 e viene dal verbo “ mover” (muovere, movimentare). Ma il “movimento” implica la consapevolezza di un “prima” e di un “dopo”, di un passato e di un futuro. Bisogna sapere da dove si viene (la storia del proprio paese, della propria famiglia, del proprio vissuto) e tracciare un futuro, un orizzonte di senso. Movida non può essere solo eterno “presente” da sballo, senza né ieri né domani, come pare purtroppo che sia per molti giovani oggi.