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«Ischia ha un’identità e pochi rivali al mondo», parola di Carriero

Nostra intervista all’imprenditore turistico e titolare del Regina Isabella che ammette come l’attuale stagione sia stata fin qui in chiaroscuro ma ribadisce una volta di più che l’isola ha bellezze e potenzialità uniche. Poi dice la sua anche su traffico, taxi, movida e lancia l’appello alla politica

Ischia tra passato, presente e futuro secondo Giancarlo Carriero, patron del “Regina Isabella” e tra i massimi esponenti dell’imprenditoria turistico-alberghiera dell’isola. Valutazioni diverse, scenari variegati e peculiarità intrinseche denotano caratteri differenti, ognuno con la sua sfida da cogliere e le proprie risultanze.

Fin qui non è stata la migliore stagione per Ischia, la sbornia post covid sembra soltanto un lontano ricordo eppure la Campania vola. Condivide questa tesi e nel caso cosa sta succedendo?

«Stagione in chiaroscuro, sembra. Non abbiamo ancora i dati consuntivi aggregati ma a giudicare da quanto vedo e soprattutto dicono alcuni operatori amici, mi sembra di poter dire che i fenomeni in atto sono due: aumento importante di stranieri da tantissime nazioni diverse (che compensa abbondantemente il tracollo dei Russi), prevalentemente nel segmento medio-alto; diminuzione degli Italiani, in particolare nel segmento medio-basso. La ragione principale a mio giudizio è la fiducia che finalmente si possa considerare il Covid come superato. Questo ha implicato un grande desiderio di viaggiare da parte dei cittadini di tutto il mondo, Italiani inclusi (con la sola ovvia esclusione di Russi e Ucraini). Quindi, le località e le strutture alberghiere che per tradizione hanno sviluppato una politica commerciale rivolta a una clientela internazionale, e hanno adeguato il loro prodotto alle nuove correnti dei turisti si sono avvantaggiate da questo incremento del turismo internazionale, mentre paradossalmente quelle che hanno lavorato esclusivamente con il mercato italiano rischiano addirittura di essere tagliati fuori proprio dal desiderio di viaggiare dei nostri connazionali».

«Non abbiamo ancora i dati ma a giudicare da quanto vedo mi sembra di poter dire che i fenomeni in atto sono due: aumento importante di stranieri da tantissime nazioni diverse (che compensa il tracollo dei Russi), prevalentemente nel segmento medio-alto; diminuzione degli Italiani, in particolare nel segmento medio-basso»

La frana, il terremoto c’entrano e, se sì, fino a che punto? Non rischia di diventare un alibi?

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«I recenti fenomeni naturali che hanno colpito l’isola, terremoto prima e frana dopo, hanno certamente colpito, ma credo solo localmente. Certamente hanno colpito a Casamicciola, e davvero spero che il Commissario abbia presto a disposizione normativa e, soprattutto, fondi per consentire una vero rilancio di quello che un tempo era il comune più grande e più ricco dell’isola. Ma a giudicare dal giudizio comune dei turisti non mi pare che abbia spaventato più del necessario. La Romagna allora dovrebbe essere un deserto!».

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Negli ultimi tempi si discute con ancora maggior forza del fatto che l’isola abbia una carenza di identità, non eserciti più chissà quale appeal sul vacanziero. E’ un’analisi che si sente di sposare?

«Ischia ha una sua identità fortissima, non riesco a seguire chi pensa il contrario, con i suoi quasi tremila anni di storia, le sue tradizioni eno-gastronomiche e soprattutto le bellezze artistiche e naturali ha pochi rivali al mondo. Ha un patrimonio di acque termali che, per qualità e varietà, è unica sul pianeta, un mare caratterizzato da una bio-diversità sottomarina straordinaria, boschi e panorami meravigliosi… Ecco, un serio problema è che molte di queste bellezze naturali non sono valorizzate abbastanza. Un esempio su tutti: l’Area Marina Protetta, potenzialmente un driver turistico formidabile, praticamente nel migliore dei casi ignorata, se non osteggiata, da molti. Si parla tanto di sostenibilità ambientale, si pretende di essere un’isola platic-free (non mi esprimo…), e poi nessuno fa notare che l’àncora di uno yacht di medie dimensioni che estirpa un cespuglio di poseidonia dal fondale crea danni molto maggiori e molto più immediati. Altro esempio? I percorsi boschivi, totalmente privi di indicazioni, assolutamente sconosciuti dai turisti che arrivano da noi per la prima volta. Sono frequentati solo da tedeschi che vengono qui da un secolo, o da amanti dell’ignoto!».

«Il traffico è uno dei problemi da affrontare al più presto: è un fenomeno che allontana i turisti, inutile negarlo. La soluzione? Per me sempre la stessa, la suggerii tanti anni fa: ridurre, e drasticamente, il prezzo dei taxi e costringere la gente ad usarli di più immettendo divieti di transito seri»

Il traffico e il caos quasi simile a quello di una metropoli sono la nostra vera piaga, il cancro quasi impossibile da estirpare?

«Il traffico è uno dei problemi da affrontare al più presto, e si accompagna generalmente a un problema di sovraffollamento di certe zone in certi periodi dell’anno. Fenomeni che allontanano i turisti, inutile negarlo. La soluzione? Per me sempre la stessa, la suggerii tanti anni fa: ridurre, e drasticamente, il prezzo dei taxi e costringere la gente ad usarli di più immettendo divieti di transito seri. Poi, non occorre avere il Comune unico per certe iniziative. I taxi devono poter circolare liberamente su tutta l’isola, e inoltre devono avere un sistema di prenotazione unico accessibile a qualsiasi ora da un cellulare. Ne esistono in tutto il mondo, efficientissimi, qui continuiamo a pretendere di essere negli anni ’50… Ancora, non capisco perché i taxi siano ancora tutti con motore a scoppio; il governo ha messo in campo degli incentivi che hanno reso le auto elettriche assolutamente convenienti! Oggi sono quasi terminati, ma anche senza incentivo iniziale fate bene i calcoli tra il costo di gestione e manutenzione di un’auto elettrica rispetto a una tradizionale, secondo me c’è molto da scoprire!».

Movida sì, movida no, movida forse. Anche alla luce dei recenti fatti in disco a Casamicciola, impazza il dibattito e soprattutto si nota la mancanza di convergenza tra le amministrazioni comunali. Ischia tira il freno a mano, per esempio, Forio invece accelera…

«Non sono contrario alla movida a priori, anzi. Il turista vuole divertirsi, anche se sono tanti i modi per accontentarlo. Il mio pubblico forse non cerca la movida in modo specifico, ma soggiornare su un’isola in cui ci sono tante opportunità differenti è certamente un valore, anche per chi magari non frequenta più la disco… Di sicuro però bisogna rispettare anche chi non vuole il caos, chi viene nell’isola per riposare, eccetera. Insomma movida sì ma senza eccessi. Che dove presenti, fatalmente la trasformano in realtà non certo dai connotati positivi».

«Credo che quanto sta accadendo sia la dimostrazione di ciò che alcuni di noi affermano da tempo: la politica di offrire soggiorni a prezzi bassi con l’illusione di attrarre più persone non implica un aumento dei ricavi ma una loro riduzione. Ischia ha talmente tante cose belle per attrarre i turisti che non serve la leva del prezzo per attirarla»

Qual è il futuro di Ischia e soprattutto l’isola avrà un futuro se non riuscirà a invertire la tendenza?

«Ischia ha davanti un luminoso futuro, a condizione che impari dai suoi errori. Se cento turisti producono un ricavo di X, duecento non produrranno 2X ma decisamente meno, trecento molto meno che 3X e così via. Bisogna cominciare ad interessarsi non tanto del numero di turisti ma della loro qualità, altrimenti l’affollamento eccessivo provocherà l’allontanamento dei migliori, di quei primi cento che da soli avevano comportato un ricavo di X, nel mio esempio. Credo che quanto sta accadendo sia la dimostrazione di ciò che alcuni di noi affermano da tempo, in solitudine: la politica di offrire soggiorni a prezzi ridicolmente bassi con l’illusione di attrarre più persone non implica un aumento dei ricavi ma una loro riduzione. Ischia ha talmente tante cose belle per attrarre i turisti che davvero non ho mai capito perché spesso, o almeno talvolta, si punti ad attrarli con la leva del prezzo! Al contrario, puntiamo sulla qualità, e attraiamo quel pubblico che ama le tante bellezze, alcune addirittura uniche, che la nostra isola offre. Non sogno un’isola fatta solo di alberghi a 5 stelle, per carità, sarebbe addirittura noiosa. Ma un luogo in cui anche l’albergo più semplice e dotato solo dei servizi essenziali punti sulla qualità dell’accoglienza e sullo stare bene dei nostri turisti. Certo, dobbiamo investire nelle strutture, e il PNRR offre molte agevolazioni in tal senso. Ad esempio dobbiamo quasi generalmente ridurre il numero di camere per renderle più confortevoli, noi al Regina Isabella ci apprestiamo a farlo. Il ripascimento degli arenili dovrebbe essere finalmente realizzato, ma utilizziamolo per aumentare le distanze degli ombrelloni e non il loro numero, e conseguentemente potremo aumentare il prezzo degli accessi. Dobbiamo convincerci che quegli appartamenti con venti persone in 3 stanze (forse esagero, ma mi capite) sono assolutamente negativi da un punto di visto di presenza turistica complessiva, coltivare ed esaltare la qualità turistica come strumento di ricchezza per tutti. È urgente sviluppare, proteggere ed esaltare le tante bellezze naturali che il buon Dio ci ha donato. Decongestionare, ridurre i numeri. Ed arricchire varietà dei prodotti offerti, e soprattutto migliorarne la loro qualità, e conseguentemente il loro prezzo. E poi…».

E poi?

«Volutamente non ho menzionato neanche un aspetto di competenza delle istituzioni, troppo facile sparare sui “politici”. Cominciamo da noi stessi e dai nostri errori, la classe politica ci seguirà per forza di cose».

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