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L’ultima frontiera del “turismo”: due alberghi ischitani per l’accoglienza ai migranti

DI CORRADO ROVEDA

ISCHIA – E’ l’ultima frontiera del low cost, quella alla quale non credevamo che si sarebbe mai riusciti ad arrivare. Ce l’abbiamo fatta anche se pare che poi la cosa non sia andata in porto. Dell’analisi, evidentemente, ci occupiamo in altra parte del giornale, nel frattempo giova ricordare quello che è accaduto che ha tutti i crismi per entrare a far parte delle cosiddette notizie clamorose. Ad uno degli ultimi bandi emessi dalla Prefettura di Napoli avente ad oggetto l’individuazione di strutture per la prima accoglienza di cittadini stranieri temporaneamente presenti sul territorio richiedenti protezione internazionale, site nell’ambito del territorio provinciale, hanno partecipato anche due strutture ricettive dell’isola d’Ischia che hanno presentato regolare domanda. Rispondendo, di fatto, ad un avviso pubblico attraverso il quale si intendeva determinare “una graduatoria di enti gestori con la quale garantire, a scorrimento della stessa graduatoria, l’individuazione di strutture presso cui alloggiare gli immigrati richiedenti la protezione internazionale. I bandi che vengono di volta in volta emessi dalla Prefetture sparse sul territorio nazionale prevedono una serie di parametri in alcuni casi standard ed in altri relativi alle zone dello Stivale nelle quali ci si trova: per intenderci, in passato nella provincia di Napoli i bandi hanno visto l’esclusione della città di Giugliano, con una motivazione peraltro abbastanza banale e plausibile e che consiste nella presenza sul territorio di una notevole quantità di cittadini stranieri.

Ma ritorniamo agli alberghi di casa nostra. Secondo le informazioni in nostro possesso si tratta di una struttura di Casamicciola e di una di Forio, o meglio ubicata nella frazione di Panza ed anche abbastanza conosciuta perché facente parte di una catena alberghiera. Tra l’altro, soprattutto per quanto riguarda la seconda, la voce sarebbe anche girata nella “vivace” comunità panzese ed avrebbe irritato non poco diversi cittadini che proprio non hanno ritenuto delle più geniali la trovata dell’imprenditore loro concittadino. Insomma, qualcuno si sarebbe anche detto disponibile a dissotterrare l’ascia di guerra, ma probabilmente potrebbe non rendersi necessaria questa eventualità: secondo indiscrezioni, queste sì meritevoli però di ulteriori approfondimenti, l’istanza presentata dai titolari dei due alberghi sarebbe stata respinta, perché domanda ed incartamento non erano completi o presentavano qualche anomalia.

Confessiamo, non ce l’abbiamo fatta e così “divorati” dalla curiosità siamo andati a dare un’occhiata alle caratteristiche dei bandi. Partiamo dallo schema di contratto quadro nel quale si affrontano una serie di punti partendo dal servizio di pulizia e igiene ambientale (nel quale si legge che per gli stessi “si intendono tutte quelle attività atte ad assicurare il confort igienico ambientale della struttura di accoglienza al fine di garantire lo svolgimento delle attività previste” e dunque pulizia dei locali con le varie forme di disinfestazione e raccolta dei rifiuti. Per quanto riguarda l’erogazione dei pasti si legge che “il servizio dovrà essere svolto per sette giorni a settimana, con una somministrazione di prima colazione, pranzo e cena in base al numero delle presenze effettive nella struttura. Nella scelta degli alimenti sarà posta la massima cura nel proporre menù non in contrasto con i principi e le abitudini alimentari degli ospiti. In particolare dovranno essere rispettati tutti i vincoli costituiti da regole alimentari dettate dalle diverse scelte religiose. In caso di particolari prescrizioni mediche, di allergie dichiarate o accertate dovranno essere fornite diete adeguate. I generi alimentari dovranno essere di prima qualità e garantiti a tutti gli effetti di legge per quanto riguarda la genuinità, lo stato di conservazione e l’igiene”. Ovviamente la struttura di accoglienza doveva essere dotata anche di generi quali materasso, cuscino, lenzuola, federe e coperte che saranno periodicamente cambiati per l’avvio ai servizi di lavanderia e quant’altro utile al confort della persona, ma anche vestiario adeguato alla stagione, dotazione di alcuni farmaci di fascia C e gli immancabili prodotti per l’igiene personale e rinnovo degli stessi (sapone, shampoo, dentifrici, carta igienica, ecc). Insomma, servizi comodamente alla portata di alberghi, anche di quelli isolani che alle volte in quanto a servizi riescono nell’impresa di non brillare affatto. Alle strutture spetta anche l’erogazione dei pocket money mentre per quanto riguarda i pasti – di cui già abbiamo accennato  si scendeva anche nei dettagli parlando di menu, laddove viene specificato che ai commensali deve essere garantita una disponibilità minima di “n. 1 primo piatto di pietanze di tipo diverso;  n. 1 secondo piatto di pietanze di tipo diverso o affettati o formaggi; n. 1 contorno;  n. 1 tipo di frutta o yogurt o, due volte a settimana, dolce monoporzione. Bevande: latte, caffè, tè, acqua”. E adesso, mentre chiudiamo e vi lasciamo alle riflessioni del caso, mi raccomando, non fate il cattivo pensiero. E che cioè oggi, in molti alberghi, non è che la clientela venga servita tanto diversamente…

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