CRONACAPRIMO PIANO

Sicurezza e ricostruzione privata, ecco l’ordinanza speciale

A presentarla ieri pomeriggio in videoconferenza il commissario straordinario Giovanni Legnini. Atteso il visto della Corte dei Conti: solo 578 edifici su 1321 censiti potranno ricostruire subito. Le autorità competenti si impegnano ad approvare il PAI entro il 31 maggio, la Regione dovrà fare altrettanto con il PDRi. Il piano suddiviso in quattro ambiti e colori, nel caso di mancato rispetto dei termini i cittadini perderanno il CAS, il constributo per l’autonoma sistemazione

Con l’ordinanza firmata ieri vengono emanate ancora disposizioni in un mare infinito di provvedimenti in cui ormai la ricostruzione di Ischia si perde. Tanti vedremo, faremo, saremo e approveremo dietro a quelle che vengo indicate come “misure incisive e molto innovative finalizzate a programmare e pianificare la ricostruzione, dipanando il groviglio di criticità determinatosi dopo la frana del 2022, che si è aggiunto a una situazione che già era  molto difficile e bloccata”. E’ questo il succo dell’ultimo articolato provvedimento firmato da Giovanni Legnini in cui la popolazione dovrà districarsi. Tutto nelle more e condivisi i termini con le autorità competenti che si impegnano a “fare”. L’Autorità di Bacino si impegna ad approvare il PAI entro il 31 maggio prossimo e la Regione Campania ad approvare il PdRi entro il 30 di giugno . A pagare per tutti lo scotto di un sistema fallimentare i cittadini colpiti. Sono previste infatti  strette per i cittadini colpiti percettori di CAS: se non “presenteranno” i progetti di ricostruzione il contributo autonoma sistemazione sarà sospeso. Solo 578 edifici su 1321 censiti potranno ricostruire subito, gli altri dovranno attendere. Il territorio è stato suddiviso in 4 ambiti normati secondo diverse direttive. Tra le semplificazioni introdotto c’è lo stop alla doppia istruttoria. Il Commissario liquiderà direttamente i decreti di indennizzo post eventi al cittadino senza passare per i controlli del comune che prima procedeva alla liquidazione. A spiegare l’humus del provvedimento che attende ancora il visto di contabilità della Corte dei Conti e che il nostro giornale vi ha già anticipato,  è stato il commissario il commissario Legnini in video Conferenza da Palazzo Armieri a Napoli.

Il complesso delle disposizioni, nell’intento di chi lo ha congegnato, è preordinato a far sì che ciascuno degli attori pubblici e privati, titolari di competenze per legge attribuite o di prerogative proprie, sia messo nelle condizioni di adempiere. E per ciascuno vengono fissati i termini di adempimento, in un quadro unitario del processo di ricostruzione post sisma e post frana ed introducendo i principi della programmazione e della pianificazione declinati con le priorità della sicurezza e della sostenibilità. Innanzitutto, con l’approvazione definitiva del Piano di messa in sicurezza idrogeologica strutturale del territorio, disposto con l’ordinanza e condiviso con l’Autorità di bacino, la Regione e il Comune di Casamicciola, si stabilisce un nesso diretto tra sicurezza e ricostruzione. Per conseguire tale obiettivo gli edifici danneggiati vengono classificati in quattro categorie: la prima, circa la metà, è relativa agli edifici che possono essere ricostruiti subito senza altre condizioni; la seconda e la terza sono collegati all’approvazione dei progetti di messa in sicurezza del territorio; la quarta, quella più a monte o prospiciente gli alvei, a più alto rischio, è affidata integralmente al Piano di ricostruzione della Regione Campania. L’Autorità di bacino approverà il Piano stralcio del Pai entro il prossimo mese di maggio, la Regione adotterà il piano della ricostruzione entro il prossimo mese di giugno, per i proprietari degli edifici danneggiati che rientrano nella prima categoria (verde) si fissano tre scadenze a luglio, ottobre e dicembre. Per chi non rispetterà i termini sono introdotte conseguenze sanzionatorie (sospensione del Cas) e l’intervento sostitutivo del Commissario che attraverso un accordo con gli Ordini Professionali di Napoli indicherà i professionisti disponibili e presentare progetti.

“Da oggi, dunque, i cittadini avranno maggiori certezze sui tempi e sulle responsabilità: sapranno cosa si può e cosa non si può fare , chi sono i soggetti responsabili e cosa accadrà in caso di inadempimenti. Per le delocalizzazioni, dopo aver registrato le gravi difficoltà di mercato, si procederà con l’iniziativa pubblica. Chi non riuscirà a reperire immobili sul mercato a condizioni accettabili, potrà prenotare l’acquisizione di un alloggio in sostituzione del contributo. La struttura commissariale, i Comuni e i consorzi di cittadini potranno acquisire la proprietà di volumi dismessi, ristrutturandoli e cedendoli agli aventi diritto che lo richiederanno, in tal modo determinando anche una riduzione di consumo di suolo. Numerose altre decisioni vengono assunte con l’ordinanza, dalla disciplina dei consorzi alla fissazione dei termini per la loro costituzione, dal piano di demolizioni pubbliche alle deroghe per realizzare impianti per il riuso di materiali da demolizione, dall’aumento del contributo per le demolizioni private al pagamento diretto dei sal ai professionisti e alle imprese , e diverse altre disposizioni” ha spiegato Legnini.

“Sono soddisfatto per il lavoro molto complesso portato avanti negli ultimi mesi e per la condivisione piena con le istituzioni e tutti gli attori della ricostruzione – commenta ancora il Commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma e post-frana, Giovanni Legnini – Per la metà degli edifici si può partire e ci sono scadenze, sanzioni e poteri sostitutivi per chi non lo fa, per un’altra parte si procederà dopo avere approvato i progetti di mitigazione del rischio idrogeologico da parte della struttura commissariale e per quelli più a rischio e compromessi entro giugno si deciderà con il piano della ricostruzione e con le delocalizzazioni obbligatorie. I tasselli della difficile ricostruzione a Ischia dopo le due catastrofi si vanno componendo in un complesso mosaico nel quale ciascuno dovrà fare la propria parte. Ringrazio i sindaci, la Regione, l’Autorità di bacino e la Soprintendenza, per le intese raggiunte e per quanto faranno nelle prossime settimane e mesi”. Adesso, ha aggiunto Legnini, “servono i progetti e le imprese per ricostruire, i cantieri privati non li apre il commissario ma i cittadini , i loro professionisti e le imprese, i quali hanno diritto ad un quadro di regole certe e chiare che abbiamo passo dopo passo provveduto a comporre . Questo passo è quello più importante. Vigileremo affinché gli impegni vengano mantenuti e presenteremo ai cittadini i contenuti dell’ordinanza dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti”.

ECCO UNA SCHEDA DI SINTESI DELLE PRINCIPALI SCELTE E NOVITÀ CONTENUTE NEL PROVVEDIMENTO

Ads
  • Aggiornamento del Piano di Messa in Sicurezza Idrogeologica del territorio di Casamicciola e della Ricognizione delle opere e degli interventi necessari negli altri Comuni, così come previsto dal decreto-Ischia

Il piano prevede una spesa complessiva di 178 milioni, di cui 51 milioni, già finanziati, destinati agli interventi prioritari. Le opere contenute nella Ricognizione delle opere e degli interventi necessari per la messa in sicurezza negli altri Comuni prevedono una spesa di 209 milioni, ancora da finanziare.

Ads

Si tratta, è bene precisarlo, degli interventi strutturali di mitigazione del rischio, e quindi definitivi, distinti dal “Piano degli Interventi urgenti di protezione civile di riduzione del rischio residuo e di prima messa in sicurezza” già programmati, interamente finanziati con oltre 80 milioni di euro oltre ai 10 milioni di euro stanziati il 23 aprile dal governo e già in fase di attuazione: oltre la metà degli interventi risultano già avviati o conclusi mentre gli altri sono in fase di progettazione o di avvio.

  • La Ricostruzione Pubblica finalizzata alle delocalizzazioni

A fronte delle circa 60 domande di delocalizzazione volontaria già presentate alla struttura commissariale, si sono registrate forti difficoltà per reperire sul mercato dell’isola appartamenti o altri edifici in grado di soddisfare il bisogno dei cittadini che intendono spostarsi in altre aree. Una difficoltà destinata ad accrescersi quando saranno previste, dal piano della ricostruzione della Regione Campania, le delocalizzazioni obbligatorie. L’ordinanza definisce l’avvio delle procedure per acquisire al patrimonio pubblico edifici dismessi.

  • Il piano pubblico di demolizioni e semplificazioni per realizzare impianti di riuso

Parte degli edifici danneggiati dal sisma, che dovranno certamente essere demoliti e ricostruiti o delocalizzati e, in particolare, quelli prospicienti le strade pubbliche o quelli che che sono stati puntellati o ingabbiati con strutture tubolari, sono oggetto di un piano organico di demolizioni su iniziativa pubblica. Il piano – si legge nell’ordinanza – sarà attuato dopo aver acquisito i progetti dei singoli lotti e i pareri della Soprintendenza, ovviamente d’intesa con il Comune di Casamicciola e quello di Lacco Ameno. Le aree di risulta dopo le demolizioni saranno riutilizzate per la ricostruzione, laddove ovviamente il Piano consentirà di farlo, o saranno rinaturalizzate o rigenerate e acquisite al patrimonio pubblico, laddove non sarà possibile ricostruire, salvo il diritto dei cittadini danneggiati al contributo per le delocalizzazioni.

Scadenze condivise con le istituzioni

In particolare, l’ordinanza indica al 31 maggio il termine per l’approvazione del Piano Stralcio del Pai da parte dell’Autorità di Bacino mentre con la Regione è stato condiviso che entro il 30 giugno sarà adottato il Piano della Ricostruzione. Dopo l’adozione, il piano sarà sottosposto alla condivisione partecipata dei Comuni e alle osservazioni di cittadini e degli altri portatori di interesse.

  • Suddivisione in Ambiti dei territori danneggiati e piano programma per la ricostruzione privata

Nelle more dell’approvazione definitiva del piano della Ricostruzione della Regione Campania viene approvato il Piano-programma per la ricostruzione privata che suddivide il territorio in ambiti. La definizione del Piano di messa in sicurezza Idrogeologica ha consentito, infatti, di condividere con l’Autorità di Bacino, la suddivisione del territorio colpito dagli eventi calamitosi in quattro “ambiti”, identificando le aree “sicure”, dove già si può ricostruire, riguardanti circa la metà degli edifici danneggiati; quelle nelle quali, prima di far partire i lavori, è necessario progettare le opere di messa in sicurezza e, infine, le aree nelle quali si potrà ricostruire sulla base del Piano di Ricostruzione o si dovrà procedere con la delocalizzazione obbligatoria. La definizione di questi quattro ambiti ha consentito di individuare gli edifici nel seguente modo:

  1. Verde. Attuazione diretta degli interventi, dove si può partire senza condizioni ulteriori. Non bisogna aspettare nè il Pai nè il Piano della ricostruzione. Tale area comprende 578 edifici.
  2. Arancione. Attuazione solo dopo approvazione dei progetti di mitigazione e di contrasto del rischio idrogeologico. Si può fare la ristrutturazione edilizia, i tecnici possono progettare e presentare a domanda di contributo, anche nella forma semplificata, ma il relativo decreto di concessione del contributo potrà essere emanato solo dopo l’approvazione dei relativi progetti pubblici di messa in sicurezza del territorio da parte della struttura commissariale. Tale area comprende 193 edifici
  3. Giallo. Attuazione sulla base delle previsioni delle norme di salvaguardia del piano stralcio del Pai e di quello definitivo che sarà adottato dall’Autorità di Bacino. Si possono quindi presentare i progetti nel rispetto delle prescrizioni contenute nella pianificazione dell’Autorità di Bacini. Tale area comprende 87 edifici.
  4. Marrone. Attuazione degli interventi solo dopo l’approvazione del piano di ricostruzione della Regione Campania. Sono aggregati ed edifici localizzati in aree ad elevato rischio, oggetto di possibile delocalizzazione obbligatoria. L’area comprende 463 edifici.
  • Le scadenze e le conseguenze: i cittadini perderanno il CAS in caso di mancato rispetto dei termini

L’ordinanza fissa poi alcuni importanti termini per dare certezze sui tempi della ricostruzione privata. I termini sono fissati esclusivamente per i proprietari di edifici che rientrano negli ambiti territoriali all’interno dei quali non sussiste alcun impedimento per procedere alla riparazione o ricostruzione degli edifici danneggiati (edifici segnalati in verde nella cartografia allegata all’ordinanza) .Tra questi, per coloro che percepiscono il Cas il termine per la presentazione dei progetti è fissato al 31 luglio. Per i titolari di prime case o di attività produttive il termine è il 31 ottobre. In tutti gli altri casi è il 31 dicembre.

I termini indicati sono validi per coloro che hanno o avranno definito le sanatorie edilizie. Per i proprietari di edifici con condono pendente, bisognerà ugualmente presentare la domanda entro i termini indicati ma in forma semplificata. Una volta definita l’istanza di condono, i cittadini hanno l’obbligo di completare la domanda semplificata con tutta la documentazione richiesta dalle ordinanze commissariali entro 90 giorni. Per gli edifici identificati con il colore arancione, i termini per la presentazione del progetto e della domanda di contributo sono fissati in 90 giorni che decorrono dall’approvazione del progetto di mitigazione del rischio. Per tutti gli altri non sono ancora stati fissati i termini in attesa dell’approvazione del Piano della Ricostruzione.

Il mancato rispetto dei termini comporta la sospensione del Cas e prevede, altresì, per tutti i soggetti che non hanno alcun impedimento alla presentazione della domanda, l’intervento sostitutivo del Commissario. Al cittadino sarà, presentata una terna di professionisti, fra i quali potrà scegliere il tecnico al quale affidare la progettazione della ricostruzione dell’edificio danneggiato. A tal fine è stato raggiunto un accordo con gli ordini professionali degli ingegneri, degli architetti, dei geometri e dei geologi della Provincia di Napoli, per mettere a punto una convenzione che definirà le modalità di selezione dei professionisti disponibili ad assumere incarichi da parte dei cittadini.

  • I consorzi obbligatori

Sono individuate dal Commissario le Unità Minime di Intervento così come trasmesse dalla Regione Campania e, conseguentemente, si prevede la disciplina e i relativi termini per la costituzione dei consorzi obbligatori.

Semplificazioni e miglioramenti” delle attuali normative

Vi sono poi diverse disposizioni di modifiche, integrazioni e “miglioramento” della disciplina della ricostruzione privata vigente.

  • Introduzione del pagamento diretto dei Sal (gli Stati di Avanzamento dei Lavori) alle imprese e ai professionisti per i quali oggi sono previsti due passaggi, il primo dal Commissario al Comune e il secondo dal Comune all’impresa o al professionista. Ci sarà invece un pagamento diretto all’impresa o al professionista.
  • Aumento del contributo per le demolizioni con un incremento di 85 euro a metro quadrato, cifra necessaria per il trasporto o lo smaltimento dei materiali. Il contributo pertanto aumenterà a 215 euro a metro quadro con la ulteriore possibile maggiorazione del 10%.
  • Possibilità di affidare le pratiche e le procedure per le delocalizzazioni volontarie e, nel futuro, anche per quelle obbligatorie, a professionisti diversi dai tecnici per la parte amministrativa, in modo che ciascun cittadino possa decidere se affidarsi ad un commercialista, a un avvocato o a un’altra figura professionale, fermo restando le competenze dei tecnici.
  • Obbligo di apertura dei cantieri, dopo aver ricevuto il decreto del commissario, entro 90 giorni e si prevede la possibilità di scegliere l’impresa a cui affidare i lavori dopo il decreto commissariale di concessione del contributo (oggi c’è l’obbligo di designarlo prima), in quanto con il prevedibile aumento dei cantieri della ricostruzione privata sarà più difficile trovare imprese disponibili a effettuare i lavori.
  • La scadenza per la presentazione delle domande di delocalizzazioni volontarie viene prorogata al 31 luglio. Spostata al 30 giugno prossimo anche la scadenza per la presentazione delle manifestazioni di interesse ad alienare compendi immobiliari da destinare alla delocalizzazione di parte degli edifici danneggiati dal sisma.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex