CULTURA & SOCIETA'

Siglata ad Amalfi la Carta per un nuovo equilibrio tra turismo e comunità locali

DI GUIDO INVERNIZZI

È stata firmata ad Amalfi la “Carta di Amalfi”, un documento programmatico che inaugura una nuova visione del rapporto tra destinazioni turistiche e comunità residenti. L’iniziativa ha visto la partecipazione di oltre 25 sindaci e amministratori pubblici, riunitisi per due giorni in Costiera Amalfitana per affrontare una delle sfide più pressanti del turismo contemporaneo: l’overtourism. Il summit, intitolato «Destinazioni e Comunità per un Turismo più sostenibile», ha riunito i rappresentanti di alcune tra le località italiane più iconiche, come Arzachena (Porto Cervo), Capri, Cortina, Courmayeur, Pinzolo (Madonna di Campiglio) e Polignano a Mare. Presenti anche i sindaci di Roccaraso, Taormina, Riomaggiore, Positano, Pollica, Champoluc, Ravello, Praiano, Castellabate, Ascea, Ischia, oltre naturalmente a quello di Amalfi, padrone di casa dell’evento.

Tra le principali proposte contenute nella Carta, i Comuni firmatari – riuniti in una nuova rete di collaborazione – chiedono strumenti concreti e poteri adeguati per fronteggiare le criticità legate ai flussi turistici intensi. In particolare, si richiedono: poteri normativi specifici per gestire i picchi di afflusso turistico, attraverso il coordinamento degli arrivi di veicoli, treni e imbarcazioni, in modo da rispettare le effettive capacità di accoglienza e le infrastrutture locali; strumenti per regolamentare l’offerta di posti letto turistici, al fine di evitare concentrazioni eccessive in aree già sature; maggiore flessibilità nella gestione delle risorse umane, con la possibilità di assumere personale a tempo determinato per il controllo del territorio e la gestione dell’accoglienza, superando i vincoli normativi attuali ritenuti inadeguati; margini più ampi di autonomia fiscale, per dotare i Comuni di risorse economiche proporzionate agli sforzi richiesti dalla gestione del turismo di massa.

Una proposta innovativa lanciata durante il summit è stata quella dell’istituzione delle Zone Turistiche Speciali. Queste sarebbero aree ad alta affluenza turistica, dove i flussi superano in modo sistematico la capacità di ricezione, l’equilibrio sociale, ambientale e infrastrutturale, creando impatti rilevanti sulle comunità residenti. All’interno di queste zone, i sindaci potrebbero ottenere poteri speciali per regolamentare accessi, orari e circolazione dei flussi turistici, tramite ordinanze fondate su dati oggettivi di pressione turistica. Come emerso nei vari interventi, si tratta di problematiche comuni a realtà geograficamente distanti – dal Nord al Sud, passando per le Isole – ma accomunate dalla necessità di gestire situazioni straordinarie, con afflussi stagionali che in alcuni casi moltiplicano di molte volte la popolazione residente, mettendo sotto pressione servizi pubblici, infrastrutture e sicurezza. A sottolineare l’importanza di un cambio di paradigma è stato il sindaco di Amalfi, Daniele Milano: «Riconoscere la specificità dei Comuni turistici che oggi vedono tarate le loro dotazioni organiche e gli spazi di manovra su criteri squisitamente demografici è essenziale. Il turismo è la fortuna dei nostri territori ed occorre fondarlo su 4 pilastri: allineamento strategico, sostenibilità che coinvolge il territorio, implementazione della qualità dei servizi per garantire la qualità della vita dei residenti, rispettando il patrimonio, la cultura, l’autenticità dei luoghi e sostegno all’operatività economica».

Un appello altrettanto deciso arriva dal sindaco di Capri, Paolo Falco, che ha posto l’accento sulla necessità di limitare i flussi in ingresso sull’isola, anche attraverso un quadro orario più controllato per gli sbarchi: «Capri si pone come modello nazionale di sviluppo sostenibile del turismo e delle comunità locali. È fondamentale che il nostro Comune abbia finalmente voce in capitolo nella definizione del quadro orario dei collegamenti marittimi, attualmente stabilito solo a livello regionale, un aspetto su cui dobbiamo confrontarci seriamente. A Capri – dice – vogliamo tutelare fino in fondo chi viene a visitarci e garantire a tutti un’esperienza di qualità, nell’ottica di nuovo equilibrio tra gli interessi privati e comunità che non è più rinviabile». La proposta avanzata da Capri è stata condivisa anche dal sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, che ha annunciato l’avvio di uno studio scientifico sulla sicurezza nell’area portuale, da presentare alle autorità regionali per supportare la richiesta di un limite massimo orario per i carichi portuali. A concludere i lavori, l’intervento del sindaco di Napoli e presidente nazionale dell’ANCI, Gaetano Manfredi, che ha ribadito la centralità di un modello turistico che sappia tenere insieme accoglienza e qualità della vita per i residenti: un equilibrio non più procrastinabile.

Ads

Ads

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio