di Graziano Petrucci
Molti lettori – se ne avessi molti – s’indignerebbero giustamente con me per il solo fatto di aver sollevato la questione. Da parte della Prefettura c’è stato il diniego alla richiesta d’iscrizione nella lista d’imprese non soggette a infiltrazione mafiosa avanzata da Ambrosino SRL che sull’isola si occupa di distribuire benzina e gasolio e, perciò, a tanti non solo è già tutto chiaro, ma sta pure bene così. Alla società è stato negato l’inserimento nella “White List”. Ossia l’inclusione nell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi d’infiltrazione da parte della criminalità organizzata. La responsabilità non è per niente dell’ufficio territoriale del Governo che applica semplicemente la legge nei casi come questo in cui si presume non sussistano, o siano cadute, le condizioni – che rispondono a criteri peraltro discutibili – per l’ammissione nel registro. Perché esiste un elenco di questo tipo? Semplice, per evitare l’infiltrazione mafiosa in settori delicati dell’economia.
Per quanto riguarda la SRL Ambrosino, non si può parlare di una vera e propria “perdita” di uno status che prima era immacolato –e lo è stato per oltre venti anni- mentre adesso, secondo una verifica, sembrerebbe non esserlo più. Forse c’è altro. Non si conoscono ancora le ragioni effettive del provvedimento. Sembrerebbe che la società di carburanti non sia però coinvolta se non di riflesso in fatti che la Prefettura ha valutato, forse, espressivi di poca trasparenza. In quanto a limpidezza, al contrario, si può confermare che questo è uno dei principi cardine che la SRL ha curato e applicato dal 1989. La questione nel frattempo si discuterà davanti al TAR nei prossimi giorni. Non si può che aspettarsi un destino roseo pure per quei quindici dipendenti e le rispettive famiglie che rischiano di essere trascinate in un vortice pericoloso. Qualche riflessione, però, si può fare. Il motivo del mancato inserimento, e quindi del rigetto della domanda, mi pare molto labile se fosse confermata la voce di corridoio secondo cui la “Ambrosino carburanti” non è coinvolta direttamente e dunque non sarebbe compromesso neppure uno dei suoi soci. Già solo questo potrebbe bastare per farsi un’idea su una norma che probabilmente è il caso di rivedere e che è utile per aprire uno scenario verosimile e diverso. Prendendo il fatto un po’ più da lontano, Ischia con il suo “parco macchine” per accontentare il quale la fornitura di carburante deve essere continua e costante, è un ottimo boccone per allertare eventuali competitor che potrebbero arrivare “da fuori isola”. Diciamo da varie parti della nazione se il colosso isolano per qualche ragione non potesse più operare.
PS: La società Ambrosino SRL ha vinto il ricorso al TAR e ha ottenuto anche l’annullamento del provvedimento
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