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Trasporti marittimi, l’assemblea è un flop

di Sara Mattera

Non accontentarsi, agire su più fronti e unirsi per partecipare attivamente al dibattito nazionale con la proposta di soluzioni concrete che possano venire incontro alle esigenze della cittadinanza. Questo l’invito lanciato da Nicola Lamonica, presidente dell’Autmare, nell’assemblea pubblica tenutasi ieri mattina presso il bar Calise di Ischia. Un’assemblea alla quale erano stati invitati tutti i cittadini per discutere delle  problematiche riguardanti la nostra isola: dalla questione trasporti, alla questione sanità, passando per la naspi all’efficienza amministrativa. Un invito, insomma, per trovare spunti di riflessione, ma soprattutto di azione che, però, sembra non essere stato recepito dalla gran parte dei cittadini che hanno disertato l’incontro. All’assemblea di ieri, infatti, erano davvero pochi i presenti e l’incontro si è rivelato un fiasco non totale, ma quasi. A prendere parte all’incontro, oltre Nicola Lamonica, c’erano Salvatore Sodano e Giovanni Lombardi del Coordinamento Scuola-Ospedale, Ennio Anastasio del Comitato Spontaneo Ischia, un rappresentante del sindacato dei lavoratori e alcuni dipendenti della Caremar. Presente anche Domenico Savio, Consigliere della Minoranza di Forio e segretario del PCIML. All’ordine del giorno, ancora una volta, la questione Caremar, la cui privatizzazione, conclusasi lo scorso luglio con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, non smette di creare perplessità e polemiche. Ancora una volta,infatti, Nicola Lamonica ha sottolineato come sia stata scellerata la decisione presa da De Luca di privatizzare la suddetta compagnia di trasporto marittimo. Decisione che risulta essere stata fin troppo frettolosa dal momento che, non sono ben chiari né sono stati ancora resi noti i termini del contratto di cessione della compagnia di trasporto marittimo ai gruppo Snav-Rifim. Non a caso, ricordiamo, proprio la mancata messa in chiaro delle modalità di prosecuzione del servizio offerto dalla Caremar dai parte dei nuovi armatori, sia per gli utenti che per i dipendenti della compagnia, è stata motivo dell’interrogazione depositata, nei mesi scorsi, alla Commissione europea, da parte del eurodeputato del movimento 5 stelle, Marco Valli, e la conseguente apertura delle indagini da parte della Commissione UE per far luce sul caso. Ed è proprio la situazione lavorativa dei dipendenti della Caremar, ora, a destare preoccupazioni. I lavoratori, infatti, starebbero subendo una pressione da parte dei nuovi armatori e che vedrebbe l’azienda Caremar proporre loro un innalzamento dei grado di qualifica in cambio di una rinuncia del contratto di lavoro a tempo indeterminato. In poche parole, si starebbe creando una situazione in cui i dipendenti della compagnia per poter  aumentare di grado, sono costretti ad accettare di lavorare a tempo determinato, col rischio, ovviamente, di rimanere disoccupati dopo qualche mese. Inoltre, all’interno della azienda, sarebbe anche in corso una riprogrammazione totale dell’orario lavorativo dei dipendenti che  potrebbero essere costretti a lavorare per più ore e per più giorni alla settimana. Tutto ciò, quindi, indica una totale mancanza del rispetto delle leggi costituzionali che stabiliscono le ore di lavoro e di riposo per i lavoratori. Una prospettiva quasi drammatica per i dipendenti della nuova compagine armatoriale della Caremar che rischia di sottoporre, in questo modo ,il personale a ritmi stressanti tanto da poter mettere in discussione il diritto alla salute dello stesso e la sicurezza dell’unità navale. Proprio per questo motivo, quest’oggi i dipendenti della compagnia marittima, incontreranno i vertici della Caremar, assieme ai sindacati, con l’obiettivo di ridiscutere la loro posizione lavorativa che dovrebbe entrare in vigore già da domani, 3 novembre, giorno in cui verranno apportate anche modifiche all’orario delle corse di traghetti e degli aliscafi. E’ chiaro, insomma, che questa privatizzazione della Caremar, che molti hanno appoggiato, si stia rivelando una pessima idea e non starebbe portando alcun beneficio ai dipendenti che, oltre dover sottostare ai giochi di potere degli armatori, si ritroveranno pure a dover fronteggiare ritmi di lavoro ancora più stressanti. All’interno del dibattito pubblico non poteva poi mancare, ancora una volta, la riproposta di problematiche ormai ben note all’utenza cittadina, riguardanti la qualità del naviglio e l’inefficienza del servizio marittimo. A tal proposito, Salvatore Sodano ha esposto ai presenti quanto attuato nelle ultime settimane dal Coordinamento Scuola Ospedale che, come abbiamo già scritto qualche giorno fa, sta stilando un nuovo calendario orario per quanto riguarda le corse dei traghetti da presentare al presidente della IV Commissione della Regione Campania, Luca Cascone. Ed è qui che casca l’asino. È palese, infatti, ormai che ci sia una scissione anche tra coloro che nel corso di quest’anno si sono interessati alla problematica dei trasporti e che in più occasioni si sono fatti avanti per incitare le istituzioni e la cittadinanza tutta a proporre soluzioni concrete. L’iniziativa del Coordinamento Scuola-Ospedale, di presentarsi in Regione con ben pochi membri al seguito, sembra non essere stata ben accolta da alcuni presenti, in primis Lamonica che ha sottolineato come il presidente della IV Commissione, per poter  accogliere le richieste avanzate dal Coordinamento deve comunque consultarsi prima con l’intera Commissione trasporti o con la Consulta  alla Mobilità, che purtroppo, però, non è più attiva da ben quattro anni .In poche parole,c’è il rischio che Cascone con la sua disponibilità  nei confronti delle vertenze avanzate dal Coordinamento ,abbia semplicemente usato belle parole e che, come al solito, il tutto potrebbe finire in una bolla di sapone. Insomma, neppure coloro che dovrebbero essere uniti per far fronte comune sulla questione trasporti sembrano condividere le medesime prese di posizione e alla fine dell’assemblea è parso chiaro che bisognerà quantomeno trovare un punto di partenza unitario per potersi muovere in maniera concreta. Prese di posizione a parte, resta comunque, ora, il fatto che, oltre dover fronteggiare i soliti problemi legati ai trasporti marittimi, con la privatizzazione Caremar, bisognerà pensare anche alla spiacevole situazione dei dipendenti della compagnia che  si sono trovati inevitabilmente in questo gioco di forza attuato da armatori e dalla politica stessa e che dovranno subirne le conseguenze, insieme, ovviamente, anche all’utenza che si ritrova ad essere stata privata di un servizio pubblico. E per fortuna che, dopo pochi giorni dall’insediamento di DeLuca l’autmare aveva inviato una lettera indirizzata allo stesso richiedendo un rilancio della compagnia marittima e di annullare la gare per la svendita della Caremar. Date,però, le attuali condizioni dei lavoratori della Caremar sembra che siamo ben lungi dal rilancio richiesto. Quel che è certo e che è stato sottolineato anche da Nicola Lamonica,  è non ci si può più accontentare del poco e non si deve andare, per usare la parole del consigliere Domenico Savio, a supplicare chi è al potere per avere la garanzia di quei servizi che spetterebbero di diritto. «Non possiamo continuare ad accontentarci del poco- ha detto Lamonica nel suo discorso conclusivo- Dobbiamo lottare per il meglio perché il poco alla fine gli amministratori ce lo garantiscono sempre. Non è solo nel confronto che si risolve il problema, ma abbiamo bisogno di fare un salto di qualità. Nessun governatore è perfetto, e di certo neppure  DeLuca lo è, dato che ha cominciato col piede sbagliato, ma è perfettibile. Troviamo la forza per stare insieme all’interno delle leggi costituzionali. Convochiamo la consulta regionale e in quella riunione chiediamo come la Regione intende affrontare determinate situazioni».Un’invito, quindi, ad agire nel concreto e a non sottostare sempre ai soliti giochi di parole di chi amministra i beni pubblici, non soltanto per quanto riguarda la questione trasporti. Di certo, però, se saranno sempre in pochi coloro che agiranno, non si potranno mai fare dei passi avanti. L’aspetto deludente di queste assemblea ,infatti,oltre alla mancanza dei cittadini isolani, è stato proprio il grande assenteismo dimostrato dalle istituzioni Comunali. Una situazione,in verità, non unica nel suo genere, ma che di certo  fa comprendere, ancora una volta, come chi dovrebbero stare al fianco dei cittadini nella battaglia della garanzia di quei servici ritenuti essenziali preferisce fare orecchie da mercante e comportarsi come se nulla fosse.

 

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