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Udienza “infuocata”, resta a Napoli processo a Giosi ed Arcamone

di Marco Gaudini

NAPOLI – Erano molti i segnali che lasciavano intendere la decisone della  Prima Sezione Penale del Tribunale di Napoli, che ieri mattina ha respinto l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalla Procura napoletana, per il procedimento penale in merito al filone dell’inchiesta su presunte tangenti per l’appalto della metanizzazione a Ischia. Le motivazioni di tale decisione sono contenute in una corposa relazione che il Presidente del collegio penale, ha depositato agli atti per la consultazione delle difese e del Pubblico Ministero. Nel corso dell’udienza precedente infatti, proprio il Pubblico Ministero Celeste Carrano, aveva sollevato una eccezione di incompetenza territoriale, sostenendo il trasferimento dell’intero processo a Modena, dove è già in corso un dibattimento sulla stessa vicenda. Il PM, motivò l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata, col fatto che la prosecuzione del processo a Napoli per i due imputati, insieme con il procedimento che si sta tenendo a Modena, per il quale è stata fatta richiesta di rinvio a giudizio, dalla Procura modenese, avrebbe determinato un’anomalia: «si celebrerebbe, infatti, un  processo ai corruttori a Modena ed uno ai corrotti a Napoli». Presso il Tribunale del capoluogo partenopeo,  sono infatti imputati il Sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino ed il Dirigente dell’Ufficio Tecnico Silvano Arcamone, rinviati a  giudizio con rito immediato chiesto ed ottenuto dalla Procura di Napoli. Al ragionamento messo in atto dal Pubblico Ministero, rispose subito  l’avvocato Prof. Alfonso Furgiuele, difensore, insieme al collega, l’avvocato Vignola, del Sindaco Ferrandino. Fin da subito fu eccepito come il comportamento della Procura in merito a questa vicenda aveva “vissuto due fasi”. In un primo momento infatti, nella richiesta di Giudizio immediato i PM, per pagine e pagine hanno affermato la competenza del Tribunale di Napoli, sostenendo che eventualmente l’errore  stava nella competenza ritenuta dal giudice di Modena. Superata la fase cautelare, poi, la Procura ha invece capovolto il proprio orientamento giuridico, nonostante, dalla richiesta di rinvio a giudizio, all’udienza durante la quale è stata sollevata l’eccezione di incompetenza per territorio, non fosse cambiato nulla.  La questione era apparsa da subito infondata alle difese, e fu durante la scorsa udienza, che l’avvocato Furgiuele si espresse nel merito, dichiarando: «questa convinzione (quella dell’infondatezza dell’eccezione sollevata dal PM ndr) mi viene dal Pubblico Ministero, basta infatti rileggere le sentenze della Cassazione e gli argomenti prospettati dal Pubblico Ministero, quando aveva un’idea diversa rispetto a quella odierna. Il problema non riguarda la competenza del Tribunale di Napoli per il nostro processo per il reato di corruzione impropria. Il problema  tuttalpiù, dovrebbe riguardare, Modena». Il colpo di scena, quindi, non si è concretizzato, ed il processo a Giosi e Silvano, resta targato Napoli. Così dopo la lettura della disposizione da parte Tribunale, l’udienza è andata avanti con l’apertura del dibattimento. Il Pubblico Ministero, la dottoressa Celeste Carrano, ha preso subito la parola sulle richieste di prova, dichiarando che intenderà provare i fatti di cui all’imputazione mediante l’esame dei testimoni, l’ esame degli imputati, l’adozione nel fascicolo del dibattimento di una serie di documentazioni, nonché il complesso delle intercettazioni delle utenze citate dal PM.

Le difese che hanno elencato anche loro le richieste di prova, e precisamente l’esame degli imputati, l’esame della loro lista testimoniale, ed il controesame dei testi del pubblico ministero, oltre che la documentazione che sarà prodotta  nel corso delle udienze, hanno espresso delle perplessità sulle richieste avanzate dal PM, facendo opposizione. Nello specifico, l’avvocato Furgiuele, difensore del Sindaco Ferrandino, ha detto rivolgendosi ai Signori del Tribunale: « ritengo che esaminando la lista testimoniale del Pubblico Ministero ci siano una serie di nominativi che definirei manifestamente superflui o irrilevanti». Tra questi l’avvocato menziona il numero di ben 15 testi che dovrebbero secondo l’elenco della Procura intervenire sullo stesso argomento, i lavori effettuati e la convenzione stipulata tra la CPL Concordia e Massimo Ferrandino per l’Hotel le Querce, così come sarebbero da elenco ben otto i teste verbalizzanti di Polizia Giudiziaria da sentire. Questo per quanto attiene la soprabbondanza. Sotto il profilo della rilevanza, l’avvocato ha fatto opposizione anche sulla testimonianza di Antonio Iovine, personaggio di spicco della criminalità organizzata: «si fa riferimento ad un verbale di dichiarazioni, successivo alla richiesta di giudizio immediato, – ha dichiarato l’avvocato Furgiuele –  mi domando quale possa essere la rilevanza della testimonianza di Iovine in questo processo, una testimonianza che appare irrilevante e che tende a dare una connotazione malavitosa a questo procedimento». Il Tribunale dopo aver sentito le parti si è espresso sulle richieste di prova, ammettendo la prova dichiarativa, l’esame degli imputati, ed ha in ogni caso nominato un  perito, la dott.ssa  Cira D’Ardia, per il complesso delle intercettazioni. L’ udienza è stata poi rinviata al 19 gennaio 2016 alle ore 9.00, dove vi sarà l’escussione di un teste importante per l’accusa, così come dichiarato dalla stessa  PM, ossia il Capitano Scafatto.

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