CRONACA

Offese al Vescovo, i sacerdoti difendono Lagnese

Il Presbiterio di Ischia interviene con una missiva a sostegno del pastore della Diocesi dopo le aspre critiche rivoltegli da alcuni media e sui social per la sua richiesta d’abolizione del diritto di patronato a Forio e Casamicciola

Scendono in campo i sacerdoti a difesa del Vescovo di Ischia, Monsignor Lagnese. Va in scena una nuova puntata della vicenda che vede quest’ultimo coinvolto nella controversia con i Comuni di Casamicciola e di Forio, ai quali ha “chiesto” di rinunciare all’antico diritto di patronato sulla scelta dei parroci di Santa Maria Maddalena e di San Vito.

Diritto che, ricordiamo consiste nella facoltà delle amministrazioni comunali di sottoporre una terna di nomi tra i quali la Diocesi sceglie il nuovo parroco. Un “privilegio” che affonda nei secoli, segno della riconoscenza della Chiesa verso il potere temporale che aveva costruito e curato alcuni edifici di culto, come nel caso dei due Comuni citati. Tuttavia la comunità foriana ha già risposto negativamente tramite un’apposita delibera con la quale il consiglio comunale votò compatto contro la proposta, mentre Casamicciola ha preso tempo, pur se l’esito non sembra  possa essere dissimile.

Nella lettera, sottoscritta da Don Agostino Iovene, si legge tra l’altro: « Ognuno ha il diritto di manifestare il proprio eventuale dissenso, ma questo non può mai scadere in accuse e insulti gratuiti e spesso volgari, apparsi sui mezzi di informazione locali, che colpiscono la persona del Vescovo e il suo operato. Di fronte a questo triste “spettacolo” i sacerdoti di Ischia esprimono la piena solidarietà al proprio Pastore»

Una “lotta per le investiture” fuori tempo, che comunque anche nel ventunesimo secolo accende gli animi di un’isola che si scopre ancora attaccata allo spirito “di contrada” e che porta a pesanti critiche, come quelle arrivate da una parte dei media isolani, e che in qualche caso sfociano anche nell’offesa gratuita. Così è accaduto di recente sui vari canali social, dove il Vescovo di Ischia è stato bersagliato dai detrattori perché “colpevole” di pretendere l’abolizione del diritto di patronato. Una raffica di critiche che ha indotto i sacerdoti isolani a diramare una missiva sottoscritta da Don Agostino Iovene  a difesa di Monsignor Lagnese, al quale  «desiderano comunicare pubblicamente tutto il loro affetto e la loro stima, confermando la piena comunione con lui che il Signore ha voluto a guida della nostra Chiesa locale e rinnovando la loro promessa di filiale rispetto e obbedienza».

E poi, in relazione alla richiesta rivolta ai sindaci di Forio e Casamicciola, «riguardanti la cessazione dei diritti di presentazione per la nomina dei parroci, i sacerdoti rappresentati nel Consiglio Presbiterale, i parroci delle due parrocchie coinvolte e altri personalmente interpellati attestano che sono stati consultati dal Vescovo e hanno espresso nella quasi unanimità il loro parere favorevole, ritenendo ormai superate certe forme di relazioni tra la Chiesa e la società civile alla luce delle indicazioni del Concilio Vaticano II». Totale appoggio dunque alla linea dell’abolizione dei “privilegi” comunali voluta dal Vescovo. I sacerdoti aggiungono: «Ognuno ha il diritto e il dovere di manifestare la sua opinione e anche il proprio eventuale dissenso, come più volte ha affermato lo stesso Papa Francesco, sia nella Chiesa che nella società, ma questo non può mai scadere in accuse e insulti gratuiti e spesso volgari, apparsi sui mezzi di informazione locali, che colpiscono la persona del Vescovo e il suo operato. Di fronte a questo triste “spettacolo” i sacerdoti di Ischia esprimono la piena solidarietà al proprio Pastore!».

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La missiva si conclude con un appello: «Siamo entrati da poco nel tempo della Quaresima, occasione propizia per tutti, a partire da noi sacerdoti, di deporre le armi della zizzania, del pettegolezzo, della discordia e a favorire un clima di ascolto, di attenzione, di accoglienza e di rispetto reciproci»

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Una rivendicazione esplicita, contro coloro che hanno aspramente criticato Lagnese, perché, come viene spiegato, «i sacerdoti possono testimoniare come il Vescovo, lungi da interessi personali e di parte, vuole bene ad ogni sacerdote e ad ogni realtà ecclesiale di Ischia e cerca sempre di essere vicino ad ogni persona, esercitando il suo ministero di guida e pastore con l’ascolto personale, il dialogo e con gli organismi di partecipazione». La missiva del Presbiterio di Ischia si conclude con un appello ai fedeli e all’intera comunità: «Siamo entrati da poco nel tempo della Quaresima, occasione propizia per tutti, a partire da noi sacerdoti, di deporre le armi della zizzania, del pettegolezzo, della discordia e a favorire un clima di ascolto, di attenzione, di accoglienza e di rispetto reciproci». La vicenda è comunque ancora lontana dal concludersi, e c’è da attendersi l’arrivo di nuovi capitoli in questa saga di “Game of thrones” in salsa ischitana, che ripropone la contrapposizione tra potere “temporale” e potere “spirituale” nel contesto delle istituzioni amministrative ed ecclesiastiche locali.

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