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Dossier choc, Pietro Russo: «Contro di noi una gogna mediatica»

DI GAETANO FERRANDINO

ISCHIA – Non ci stanno, non ne vogliono assolutamente sapere di vestire i panni di agnelli sacrificali, alzano la voce e rivendicano con forza la loro assoluta estraneità, più che ai fatti contestati, ai numerosi rumors che hanno iniziato a circolare negli ultimi tempi. Soprattutto da quando si è dimesso Pietro Russo e si è appreso di un dossier-relazione che racconterebbe una serie di anomalie che si sarebbero registrate e consumate all’interno della Confcommercio Napoli. Un tam tam mediatico che partito dalla terraferma ha poi toccato anche la nostra isola spargendosi a macchia d’olio. Ma il day after, quello in cui si è parlato del famigerato dossier choc, i protagonisti non ci stanno ad essere definiti protagonisti di una gestione fallimentare dell’associazione partenopea.

A sentirsi infangati non è soltanto l’ormai ex presidente Pietro Russo, ma anche Andrea Pianese, Angelo Sciacca, Andrea Mastellone, Luigi Rainone, Rosa Praticò, Franco Parisi. I quali hanno indirizzato una nota anche al nostro giornale dopo la pubblicazione del servizio giornalistico. Lamentano che non si tratta di articoli, ma spiegano che quella che si sta perpetrando nei loro confronti sarebbe “una gogna mediatica che la stessa Confcommercio non merita, come d’altronde non meritiamo noi, che a onor del vero siamo stati eletti circa 8 mesi fa. Una semplice lettura del provvedimento di commissariamento, infatti, ci avrebbe scagionato immediatamente. I contenuti del provvedimento riportano a fatti e a responsabilità che per circoscrizione temporale degli stessi non possono esserci attribuiti, né moralmente ascritti da una veloce ‘sentenza’ di colpevolezza emessa in totale disprezzo al nostro diritto di contraddittorio. Contraddittorio che ci avrebbe permesso di far notare, ad esempio, che molti dei fatti riportati nel provvedimento di commissariamento risalgono addirittura alla precedente gestione commissariale, aprendo ad ulteriori riflessioni che saranno oggetto di attenta valutazione ed eventualmente fatti valere nelle sedi opportune; in altri casi, ancora, il contraddittorio avrebbe aiutato a fare luce sull’errata interpretazione della norma del codice civile art.2082 in merito alla nozione di imprenditore, nonché dello Statuto Confederale in merito alla paventata mancata sussistenza della qualifica di imprenditore di alcuni membri del Consiglio Direttivo (Sciacca-Praticò), data dalla mancata attivazione dell’oggetto sociale, che quantunque fosse vero, non rileva appunto ai fini dell’attribuzione della qualifica di imprenditore. Con la presente le segnaliamo che faremo valere i nostri diritti nelle sedi opportune, rispondendo punto per punto alle accuse elevate al fine di dimostrare l’infondatezza stessa del provvedimento di commissariamento”. Insomma, ecco il rovescio della medaglia,una voce completamente differente rispetto a quelle raccontate fin qui. Va anche detto, e su questo speriamo di poter raccogliere nei prossimi giorni le considerazioni di Pietro Russo, che forse le dimissioni del presidente – giunte all’improvviso – hanno contribuito ad alimentare una serie di voci allarmanti che poi hanno portato presumibilmente a trarre una serie di conclusioni che, come riferito dagli associati, meritavano probabilmente un contraddittorio. Che a questo punto, hai visto mai, potrebbe anche ristabilire una verità storica.

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