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Porto a Lacco Ameno:rischio revoca concessione

di Marco Gaudini

LACCO AMENOA seguito di numerosi esposti effettuati a Napoli la Guardia Costiera ha condotto una vasta operazione al fine di contrastare un fenomeno di ormeggi clandestini, mancato rispetto dei vincoli concessori, occupazione abusiva di suolo pubblico. La Capitaneria di Porto di Napoli ha colpito in maniera pesante nei giorni scorsi l’area di Mergellina, ed in particolare il Molo Luise, dove sono state rilevate una serie di irregolarità relative all’ormeggio di imbarcazioni che eccedevano le misure delle concessioni demaniali, irregolarità che hanno portato al sequestro di queste imbarcazioni ed all’avvio di una procedura per la revoca della concessione. Gli uomini dell’Ammiraglio Antonio Basile hanno applicato misure cautelari così come richiesto dalla quinta sezione della Procura presso il Tribunale di Napoli per «abusiva occupazione informa una nota della Guardia Costiera di aree dei pubblico demanio marittimo e dello specchio acqueo del litorale». In particolare, per ora, nel mirino della Procura è finita una zona del molo di sopraflutto del porticciolo di Mergellina. Ma nei prossimi giorni ci potrebbero essere altri clamorosi sviluppi stando alle documentazioni già raccolte dai militari della Guardia Costiera. Una bufera in piena regola, arrivata alla fine dellennesima estate vissuta per il turismo nautico allinsegna dellimprovvisazione e della precarietà. Sviluppi che lasciano pensare che questa bufera, possa colpire anche il Porto di Lacco Ameno, dove per le stesse fattispecie riscontrate a Napoli, sono stati fatti numerosi esposti alla Procura della Repubblica. Nel mese di giugno è stato denunciato da più parti, infatti, l’ormeggio di una grande imbarcazione che superava ampiamente i limiti imposti dalle misure delle concessioni demaniali, violazione avvenuta proprio nell’approdo di Lacco Ameno. Una notizia che quest’estate è stata ampiamente riportata ed ha riguardato l’ormeggio di una una vera e propria nave, il Rising Sun, un maxy yacht lungo ben 138 mt. La concessione rilasciata dalla Regione Campania al Comune di Lacco Ameno (come da stralcio planimetrico in foto), però, si estende su una superfice di 15.635 mq. (lunghezza 125 mt. x larghezza 125 mt.). Detta concessione demaniale è poi affidata in sub concessione (ai sensi dellart.45 bis del codice della navigazione) ad una delle società facenti capo ai Luise, gli stessi che gestiscono, sempre in concessione, in questo caso affidata direttamente dall’Autorità Portuale, il molo di Mergellina oggetto dell’intervento della Guardia Costiera. Sembrerebbe pertanto, che proprio in relazione a questo intervento effettuato a Napoli, e agli esposti sulla vicenda accaduta nel porto di Lacco Ameno, siano in corso degli accertamenti e la Capitaneria di Porto, potrebbe intervenire anche per l’approdo isolano. In questo caso, il Comune di Lacco Ameno rischierebbe la revoca della concessione, per la violazione dellart. 47 del Codice della Navigazione per il cattivo uso della concessione e loccupazione di aree demaniali marittime eccedenti quelle in Concessione. Abuso, causato dal sub concessionario. Questo, qualora si verificasse, una volta che l’autorità competente dovesse riscontrare che vi sono state delle irregolarità, determinerebbe un grosso danno alla collettività, nonché una violazione che assume rilevanza di carattere penale. Oltretutto questa fattispecie, qualora fosse confermata, configurerebbe anche un considerevole danno Erariale. Non è da trascurare inoltre un altro aspetto di questa vicenda, che ha dei risvolti nel campo della tutela ambientale e della risorsa mare. Infatti i limiti delle concessioni demaniali sono calibrati anche in relazione a determinate caratteristiche degli ormeggi, al fine di tutelare anche i fondali. L’approdo di una grossa imbarcazione, che supera la lunghezza definita dalla concessione, potrebbe danneggiare i depositi di Posidonia presenti. Se consideriamo, infine, che ci troviamo in piena Area Marina Protetta Regno di Nettuno, ci rendiamo conto che, oltre le vicende prettamente tecniche e regolamentari, vi è un potenziale danno ambientale, che in un isola che vive, o meglio dovrebbe vivere, sfruttando la sua risorsa più grande, il mare, non può e non deve essere assolutamente trascurato. Stante la situazione, quindi, qualora la Procura dovesse applicare la stessaratioche è state seguita per gli accertamenti e ed i relativi interventi al Molo Luise a Napoli, si configurerebbe per il Porto di Lacco Ameno uno scenario tutt’altro che sereno, con riflessi estremamente negativi anche per il Comune isolano. Lo sviluppo della portualità turistica, infatti, è sicuramente strategico per il nostro territorio, ma è ovvio che ciò deve avvenire nel rispetto della legalità perché si tenga conto prima dellinteresse pubblico e poi di quello del privato.

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