CRONACA

Green pass per gli alberghi, regna l’incertezza

Luca D’Ambra presidente di Federalberghi Ischia invia un vademecum agli albergatori. Mancano ancora risposte dal Governo

Mancano pochi giorni all’entrata in vigore del Green pass e la situazione è tutt’altro che chiara. Per alloggiare nelle strutture ricettive il Green Pass non è richiesto. Ma rimane il problema sui servizi di ristorazione all’interno degli alberghi. I rappresentanti delle maggiori categorie degli albergatori hanno chiesto chiarimenti al ministero, il nodo da sciogliere per quanto riguarda i clienti degli hotel e sulla possibilità di obbligo della certificazione verde anche per chi alloggia e non solo per chi usufruisce del servizio di ristorazione per pranzo o cena.

Intanto è arrivata la presa di posizione del sottosegretario alla Salute Andrea Costa: «Credo che si possa valutare l’ipotesi ‘no green pass’ ai ristoranti dentro gli alberghi quando i ristoranti fanno un servizio esclusivo alla clientela dell’albergo. Questo è un tema che è stato posto con forza anche dalle associazioni di categoria e credo sia un tema sul quale valga la pena fare una riflessione. Abbiamo qualche giorno di tempo per comprendere se possiamo dare questo tipo di risposta». Le prime risposte agli albergatori isolani sono arrivate da Luca D’Ambra presidente di Federalberghi. «Il possesso della certificazione verde non è necessario per accedere alle strutture ricettive, ma è necessario per accedere ad alcuni servizi e attività accessorie all’attività ricettiva. In attesa di chiarimenti da parte del Governo, ribadisco come per il soggiorno in strutture ricettive il green pass non è richiesto. Pertanto, i gestori delle strutture ricettive non sono legittimati a verificare il possesso del green pass dei clienti che soggiornano nella struttura». Ed ancora: «Per ciò che concerne i servizi di ristorazione è previsto l’obbligo del green pass per accedere ai servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio, per il consumo al tavolo, al chiuso. Non è chiaro se sono comprese anche le attività di ristorazione al chiuso delle strutture ricettive riservate agli alloggiati. La Federazione ha chiesto al Ministero del Turismo che venga confermata ufficialmente la possibilità di somministrare alimenti e bevande anche al chiuso in favore dei clienti alloggiati nelle strutture ricettive, a prescindere dal possesso della certificazione verde».

Relativamente agli spettacoli aperti al pubblico, Luca D’Ambra chiarisce come «è richiesto il green pass per accedere agli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali o spazi anche all’aperto. Green pass obbligatorio anche per piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso: il green pass è espressamente richiesto per tali servizi o attività, se svolti al chiuso, anche all’interno delle strutture ricettive». Green pass obbligatorio anche per sagre e fiere, convegni e congressi. «La norma non richiama espressamente le riunioni (come, ad esempio, le assemblee societarie e le assemblee di condominio) e i corsi di formazione, che di conseguenza, salvo interpretazioni restrittive da parte del Governo, dovrebbero continuare a poter essere svolti anche senza il possesso del green pass», sottolinea D’Ambra che evidenzia come, invece, «Centri termali, parchi tematici e di divertimento: la norma prevede il possesso del green pass, senza specificare se limitatamente alle attività al chiuso. Di conseguenza, si ritiene che il requisito sia necessario anche per le attività all’aperto».

Un altro aspetto fondamentale è l’applicabilità ai lavoratori del pass. «Anche se nel comunicato stampa che è stato diffuso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri il 22 luglio si afferma che la certificazione verde sarà richiesta per poter “svolgere o accedere” alle attività e agli ambiti menzionati, in realtà, il testo ufficiale del decreto non opera alcun riferimento allo “svolgimento” delle attività», chiarisce il presidente di Federalberghi Ischia e conclude: «Si deve conseguentemente ritenere che il green pass non sia richiesto per i lavoratori dipendenti e per gli altri collaboratori dell’impresa». Netta la posizione anche di Giancarlo Carriero, patròn del Regina Isabella e presidente Convention Bureau Napoli. «In questi giorni ci sono tante domande a cui noi albergatori non abbiamo ancora risposta», esordisce. «Con i clienti stiamo prendendo tempo anche perché ancora non c’è una visione univoca. Il problema è legato ai ristoranti all’interno delle strutture alberghiere: non si sa ancora se anche in questo caso è obbligatorio o meno il green pass o il tampone con esito negativo». 

«Siamo davvero in una situazione di totale incertezza», così Luigi Polito di Imperatore Travel esordisce. «Ci sono alcune disdette perché è impensabile per una famiglia i cui componenti non sono tutti vaccinati pensare di poter fare un tampone ogni due giorni», spiga. E continua: «Abbiamo chiesto di procrastinare l’applicazione della norma da fine agosto, nel contempo speriamo nel buonsenso di tutti. Questa stagione è già complicata e pensare che anche il green pass ci può ostacolare è davvero un paradosso», chiosa Polito.

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