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NELLA TORRE A MARE ALLO SCUOPOLO DELLA FAMIGLIA DI ORAZIO TUTTAVILLA

Una delle note famiglie di ottimo lignaggio nell’epoca d’oro aragonese, nell’antico Borgo di Celsa  fu quella  di origini francesi  Estouteville, il cui nome fu dopo italianizzato in Tuttavilla. I Tuttavilla vennero  a Napoli durante il Regno Aragonese, aggregati al Patriziato napoletano nel Seggio di Porto e, dopo la soppressione dei sedili (1800), iscritti nel Libro d’Oro napoletano. Decorati coi titoli di principe di Conca e  duca di Calabritto, ricoprirono importanti cariche pubbliche. Un loro esponete di punta, don Orazio Tuttavilla fu nominato Governatore dell’isola e del Castello di Ischia . Personaggio riverito nel Borgo, costruì per se e la famiglia la famosa Casa-Torre a mare, detta la casa dello Scuopolo giù allo Stradone di Ischia Ponte, oggi occupata dalla famiglia Malcovati. In quella casa-torre sul mare negli anni ’40 e ’50 hanno abitato le famiglie Romolo al piano di sopra e  Cigliano al piano di sotto munito  di torretta con discesa a mare. Si racconta di una figlia del governatore Orazio Tuttavilla , Donna Porzia Tuttavilla che andò in sposa nel giorno di Natale  a Don Nicola Pappacoda, facoltoso commerciante di vini del casolare di Piano Liguori. La festa di nozze ebbe luogo nella Casa dello Scuopolo con oltre cento invitati. La tipica festa dei Signori del tempo che richiamavano altri “signori” del luogo di pari lignaggio. Gli scritti d’epoca  ci danno un Orazio Tuttavilla  e il suo Scuolopo descritto così: “un’altra ne meditò e condusse a termine questa volta il Tuttavilla, una torre marittima di avvistamento e difesa. Il borgo n’era sfornito, tanto che era stato istituito «un corpo di guardie civiche litorali» che erano situate in modo che in caso di assalti per via di mare «la voce poteva e doveva correre per i luoghi litorali dove vi erano abitazioni, acciò ogni abitato si disponesse o per la propria salvazione o per la propria difesa». Le incursioni dei pirati infatti non erano cessate (durarono fino a parte del Settecento) anzi erano divenute abituali, i banditi svernavano addirittura nell’Isola: Don Orazio, nominato, oltre che governatore, «castellano e capitanio a guerra» dovette considerare, dall’alto della sua rocca, l’altro estremo del borgo totalmente sguernito, e stabilire il punto da fortificare. Cosicché furono spesso le Opere pie, i feudatari, i privati a provvedere coi propri mezzi alla difesa e fortificazione delle coste. La Torre Tuttavilla doveva dunque essere e fu una torre privata. Don Orazio Tuttavilla, Orazio, figlio di Gerolamo, conte di Sarno, e sesto di sette fratelli di cui sei maschi, fu «cavaliere non solo di nobiltà, ma di singolar gentilezza e virtù dotato», al quale Ischia riconoscente doveva alla fine offrire la cittadinanza onoraria”.

 

                                                                                       michelelubrano@yahoo.it

 

 

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