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A Suor Edda il riconoscimento di “ischitano dell’anno”

60 anni da religiosa, di cui 25 alla guida dell'orfanatrofio, divenuto poi Comunità educativa e Scuola paritaria dell'Infanzia, celebrati proprio nel 2021. Una vita spesa al servizio dei bambini e degli ultimi che gli è valsa di recente anche la civica benemerenza di Casamicciola e, adesso, il riconoscimento del nostro giornale

E’ Suor Edda l’ischitano dell’anno 2021, il riconoscimento con il quale il nostro giornale intende conferire il giusto tributo a un nostro concittadino che si è particolarmente distinto nel corso dell’anno solare. E per quanto riguarda Suor Edda, nata Angela De Bonis (originaria di Qualiano dove venne alla luce il 12 ottobre 1941 da Nicola De Bonis e Maria Antonia Liccardo) il riconoscimento non soltanto è doveroso ma per quanto fatto per la comunità isolana, la sua gente, in particolare i bambini e i più deboli, arriva forse anche con ritardo. Ma nell’anno in cui la religiosa taglia il traguardo dei 60 anni da suora e dei 25 di permanenza sulla nostra isola presso quell’orfanatrofio di Casamicciola divenuto nel frattempo storia paritaria. E che tra l’altro le è valsa anche la civica benemerenza che le è stata conferita dal Comune di Casamicciola. Tutto quanto fatto da Suor Edda per il prossimo, sempre con discrezione, sempre lontano dai riflettori, sempre gettando il cuore oltre l’ostacolo,

Quella di Suor Edda è una storia tutta da raccontare. Sin da piccola, all’età di tre anni, frequentava l’asilo delle suore che si trovava alle spalle dell’istituto canonico Migliaccio di Qualiano. Da subito avvertita un desiderio di poter incontrare gli orfanelli dell’istituto per poter portare loro qualcosa da mangiare. La prima vera svolta della vita della religiosa arriva, pensate, all’età di appena 4 anni: Suor Edda è presente quando i resti mortali del canonico Migliaccio vengono traslati dal cimitero di Qualiano nella Cappella dell’Istituto: durante la traslazione lei ha quello che definisce “onore” di portare la coltre funebre.

Lei stessa, proprio in occasione del sessantesimo anno da suora, ha raccontato cosa ispirò la sua vocazione: «Quando avevo cinque anni, una delle mie catechiste mi lesse la vita di Santa Rosa da Lima e mi colpì molto il fatto che la Santa, prima dio compiere i 6 anni, si provocò la rottura dei denti incisivi per dimostrare di essere più grande di quanto non fosse per ricevere la Prima Comunione. Ed io feci lo stesso, così a cinque anni feci la Prima Comunione». Una vocazione irrefrenabile, che in famiglia non era però appoggiata da entrambi i genitori come ricorda ancora Suor Edda: «Mio padre mi sosteneva, mia madre no. Io volevo assolutamente diventare religiosa. Scappavo dall’Istituto e mi nascondevo sotto ai letti delle suore. Mia madre mi veniva a cercare. Un sacerdote della Missione, padre Vincenzo, parlò allora con mio padre Nicola che mi disse: “Quello che vuole il Signore, però ricorda… questa casa si chiama casa del Buon Gesù, quando si entra non si esce più”. E così all’età di 9 anni andai via di casa e fui accolta dalla Madre Generale di quel tempo, Madre Maria. In realtà madre Maria mi mandò a Trentinara, in provincia di Salerno, con Suor Vittoria, che a Casamicciola ricordano peraltro ancora in tanti. Poi sono stata a Piaggine e a Sacco. Così all’età di 16 anni Madre Maria ritenne che ero pronta per diventare suora, ma poiché non avevo ancora compiuto la maggiore età (21 anni) c’era bisogno dell’autorizzazione dei miei genitori. Mio padre ovviamente non avrebbe opposto alcun motivo ostativo, Per mia madre mi avvalsi di uno stratagemma. Poiché non sapeva leggere, le sottoposi l’autorizzazione da firmare, dicendole però che si trattava di un foglio relativo al corredo da portare alle suore».

Si arriva così al 24 ottobre quando Suor Edda inizia il suo noviziato in quel di Qualiano. Il nome fu scelto dalla Madre Generale ed all’inizio non piaceva alla neo suora, anche perché era il nome della figlia di Mussolini e la religiosa temeva che si potesse pensare che fosse fascista. Il suo percorso inizia come educatrice degli orfanelli dell’orfanatrofio , poi nel 1962 – dopo aver preso i voti temporanei – ecco il trasferimento dapprima a San Gregorio Matese e poi a Nova Velia fino al 1996. Poi il ritorno a Qualiano dove prima del trasferimento a Casamicciola. E lei stessa ricorda come avvenne quel trasferimento: «Dovete sapere che a Casamicciola c’erano le suore francesi. Poi negli anni ’70 vennero suor Paolina e suor Irene. Quando sono venuta qui il 22 agosto 1996 le suore stavano all’Hotel Italia. C’erano sei bambini nell’orfanatrofio e due nell’asilo. Le mie predecessori erano stati suor Felicita e suor Vincenzina. Mi misi subito al telefono e, ricordandomi delle difficili situazioni che avevo visto in terraferma, chiamai il Comune di Carditello per accogliere i bambini più bisognosi. Arrivammo ad avere 36 bambini. Nello stesso tempo cominciai a occuparmi della ristrutturazione dell’immobile del Pio Monte della Misericordia. L’opera fu completata nel 2000. All’orfanatrofio di Corso Manzi arrivammo ad avere anche sessanta bambini. Poi nel 2007 venne decisa in Italia la chiusura degli orfanatrofi e l’Istituto divenne prima Comunità Educativa di tipo familiare e successivamente Comunità Educativa a dimensione familiare. Questa nuova modalità consente di ospitare al massimo sei bambini». Ma sono cambiate anche altre cose, ad esempio «dal 2008 la nostra scuola, Scuola dell’Infanzia Paritaria Santa Maria della Provvidenza, ha ottenuto la parità scolastica. Abbiamo due sezioni e circa quarantacinque bambini».

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