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Acqua calda al posto di quella termale, scatta l’indagine a Forio

FORIO. Partiamo da un presupposto. Siamo davanti a un’indiscrezione che si è rincorsa per l’intera giornata di ieri e che se non è stata confermata neppure è stata smentita. Insomma, bisognerà ancora attendere per comprendere nella loro pienezza gli scenari legati a un fatto di cronaca che è accaduto all’ombra del Torrione e che è tuttora all’attenzione delle forze dell’ordine. Tutto nascerebbe da uno dei tanti servizi di controllo sul territorio che vengono svolti dai militari della Guardia Costiera di Ischia, guidati dal t.v. Andrea Meloni, che in un passato più e meno recente più volte si sono occupati di monitorare il rispetto di alcuni parametri ambientali da parte di diverse strutture ricettive, sia di iniziativa che molto spesso su delega della Procura della Repubblica di Napoli. E in alcuni casi determinati precedenti sono abbastanza noti, visto che portarono anche a provvedimenti di sequestro di piscine o porzioni di alberghi decisamente consistenti. Ma l’episodio che sarebbe stato registrato nella giornata di lunedì al termine di un controllo sarebbe quanto meno originale nella sua dinamica, e per questo tutto da confermare.

Secondo quanto si apprende il nucleo specializzato della capitaneria di porto avrebbe visionato la piscina termale di un albergo facendo una scoperta a dir poco imbarazzante. Sembra infatti che l’acqua che venisse propinata agli incauti turisti non fosse affatto termale ma semplicemente… acqua calda. Sì, comunque liquido con l’unica caratteristica di essere a temperature decisamente elevate. Insomma, presumibilmente qualcuno credeva di fare il bagno in qualcosa di miracoloso e terapeutico senza sapere invece che le cose stavano diversamente. Abbiamo provato a chiedere lumi e soprattutto conferme, ma ovviamente dagli uffici di via Iasolino ci si è trincerati dietro un assoluto e peraltro comprensibile “muro di gomma”, non essendoci alcuna voglia di lasciar trasparire dettagli su un’eventuale operazione di polizia giudiziaria. Ma pare che siano in corso degli accertamenti e quindi è presumibile che fin qui non siano stati adottati provvedimenti sanzionatori di alcuna natura, magari proprio nell’attesa di capire con assoluta esattezza se l’acqua incriminata fosse effettivamente “pezzotta”.

Un particolare, quest’ultimo, tutt’altro che insignificante perché nel caso in cui i “rumors” dovessero essere confermati potremmo trovarci anche dinanzi ad un illecito di non poco conto. Spacciare l’acqua comune per acqua termale, infatti, dal punto di vista pratico può significare perpetrare una truffa non soltanto a danno di un privato (nel caso di specie il turista ospite dell’albergo) ma anche lo Stato, laddove ci si trovi in presenza di un’impegnativa dell’Asl per poter effettuare una serie di trattamenti prescritti dal medico. Insomma, capirete che la faccenda è tutt’altro che marginale ma nel frattempo resta un aspetto che certamente non può essere accolto con piacere in quel di Forio: il fenomeno legato a scarichi più o meno illeciti di qualsivoglia natura continua a rappresentare un anello debole e a far tremare i polsi a chi fa impresa, che continua a mostrarsi decisamente “vulnerabile”. E questo, a un sistema turistico come quello isolano già abbastanza “ferito”, non fa certamente bene.

Gaetano Ferrandino

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