Adesso il Capricho può essere demolito
Accordo raggiunto sull’immobile derelitto e conteso: il Comune riconosce la proprietà al Demanio che però lo cede in comodato all’ente locale autorizzandone la demolizione: sarà poi ricostruito con le stesse dimensioni in un’altra area del paese. In municipio è tutto pronto per abbatterlo, le ruspe non sono mai state così vicine
Alla fine la missione è compiuta- Ci è voluto un po’ di tempo, decisamente più di quanto fosse preventivabile e soprattutto a causa di un contenzioso sulla proprietà di un cespite che a un certo punto pareva davvero aver assunto i contorni di un giallo. Il Demanio a rivendicare che il bene gli apparteneva, il Comune di Casamicciola a smentire e rintuzzare con forza questa tesi, e nessuna delle parti in causa che provava a venire incontro all’altra. Il che rappresentava oggettivamente un problema di non poco conto se si considera che l’oggetto del contendere è costituito dai derelitti locali ex Capricho nel cuore di Casamicciola a Piazza Marina. Un immobile che l’amministrazione comunale guidata da Giosi Ferrandino ha dichiarato sin dal giorno successivo al suo insediamento nel maggio 2023 di voler demolire. Per mutare il volto a quella agorà rappresentata dalla piazza e modificarne i “connotati”, ovviamente in meglio. Dicevamo che però sulla questione ci si era impantanati: “è mio”, “no è mio”, un lungo, estenuante ed a tratti anche monotono braccio di ferro che davvero rischiava di non portare da nessuna parte. Adesso però, grazie anche alla mediazione (almeno così si dice negli ambienti di palazzo) del commissario straordinario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, la quadratura del cerchio è stata raggiunta. In un modo che sembra più rifarsi ad una questione di principio e di puntigliosità, ma se alla fine è servito a portare il risultato a casa va bene lo stesso.
Le parti si sono sedute a un tavolo ed hanno concluso in questa maniera. Il Comune di Casamicciola Terme ha riconosciuto la proprietà del Capricho al demanio, evitando così lungaggini giudiziarie che avrebbero allungato la contesa di anni se non decenni, conoscendo i tempi della italica giustizia. Ma attenzione però perché gli occupanti del palazzo di via Salvatore Girardi non escono assolutamente sconfitti, anzi: il Demanio, nel contempo, ha concesso in comodato d’uso l’immobile al Comune con la postilla che l’ente locale potrà procedere anche alla demolizione. L’accordo prevede anche che lo stesso Capricho sarà costruito altrove ma la location è ancora da stabilirsi e probabilmente rientrerà anche nell’articolato piano redatto dall’archistar Massimiliano Fuksas e dal suo studio professionale. E adesso? Beh, adesso potremmo davvero essere arrivati alla svolta e soprattutto alla stretta. Pare che in municipio siano già pronti gli atti per procedere all’abbattimento di quello che è diventato ormai un’icona del degrado e che, nonostante inagibile, ha dovuto fungere anche da casa comunale dopo il sisma del 21 agosto 2017. La demolizione, tradotto in sintesi e parole povere, dovrebbe essere davvero un qualcosa di imminente, tanto imminente che probabilmente già nei prossimi giorni potrebbero arrivare notizie sul “timing” ufficiale.
Insomma, la lunga contesa tra Comune e Demanio termina col lieto fine dopo che alcuni mesi fa la tensione era addirittura salita alle stelle. Successe quando lo stesso Demanio nello scorso febbraio scrisse al sindaco Ferrandino chiedendo di liberare l’immobile che nelle intenzioni avrebbe dovuto fungere da nuova sede dell’ufficio circondariale marittimo. In una nota, tra l’altro, si leggeva: “Stanti le necessità logistiche dell’Autorità Marittima locale, quest’ultima con nota acquisita al protocollo al n. 17181 del 20 novembre 2023 ha rappresentato l’esigenza di reperire beni demaniali da adibire a uffici, caserme o alloggi di servizio per il personale, individuando proprio la potenziale idoneità del suddetto fabbricato al soddisfacimento delle proprie necessità istituzionali manifestando la disponibilità di fondi per la riqualificazione dello stesso. Pertanto l’ipotesi di demolizione del manufatto, che ai sensi dell’art. 298 del codice della navigazione rientra con effetto automatico tra le pertinenze del demanio marittimo, contrasterebbe con il soddisfacimento degli interessi pubblici legati al mantenimento e riqualificazione dello stesso, considerata la suddetta manifestazione d’interesse da parte dell’autorità marittima, a cui si aggiungerebbe la tutela del valore storico-artistico del bene, come di recente segnalato al Ministro della Cultura da associazioni private. Alla luce di quanto sopra, nel segnalare l’urgenza al fine di tutelare gli interessi erariali, si invita codesta capitaneria di porto a voler convocare l’apposita Commissione deputata alla formale acquisizione del cespite tra le pertinenze di cui all’art. 49 del codice della navigazione”. Una richiesta dinanzi alla quale Giosi Ferrandino reagì in maniera furibonda dichiarando da subito che mai avrebbe consentito che si realizzasse una caserma nella piazza principale di Casamicciola. Aria di bufera e di burrasca che ormai appartiene al passato. Per buona pace di tutti, in primis di chi non vedeva l’ora di liberarsi di quel monumento divenuto una cicatrice nel centro del paese.