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Agibilità Iacp, discusso il ricorso al Tar

ISCHIA. È stato discusso ieri mattina nel merito il ricorso al Tar da parte degli abitanti di un edificio dell’Istituto autonomo case popolari di Lacco Ameno contro l’ordinanza di rientro emessa dal Comune. La causa, come si dice in gergo giudiziaria, “è stata introitata in decisione”: in pratica i giudici si sono riservati l’emissione del verdetto, che dovrebbe essere reso noto nei prossimi giorni, se non settimane.  Come si ricorderà, la controversia che oppone il Comune agli abitanti della palazzina in questione si sviluppò nelle settimane successive il sisma del 21 agosto scorso, quando i rilievi effettuati sull’edificio diedero inizialmente vita a un contrasto di responsi: dalla lettera A, che secondo il protocollo Aedes sta a significare l’agibilità della struttura, si passò alla E, cioè all’inagibilità, per poi tornare definitivamente alla A in seguito a un sopralluogo risolutivo disposto dalla Protezione Civile. Un’apparente incertezza che aveva provocato paure negli abitanti dello stabile, i quali erano stati nel frattempo ospitati in albergo come previsto dall’ordinanza della Protezione civile emanata per affrontare l’emergenza sismica. In ogni caso il responso finale di agibilità obbligava gli occupanti a far ritorno nell’edificio, cosa che il Comune incoraggiava per evitare di dissipare le risorse economiche stanziate per l’emergenza, visto  che gli abitanti non avevano formalmente più diritto all’accoglienza in albergo o all’erogazione del contributo di autonoma sistemazione. Tuttavia i timori generati dagli esiti contrastanti tra le ispezioni indussero i residenti a impugnare dinanzi al Tar Campania l’ordinanza che imponeva il ritorno a casa, compresa la relazione tecnica del 22 settembre, relativa all’ispezione risolutiva disposta dalla Protezione civile, chiedendone l’annullamento previa sospensione. A sua volta la stessa Protezione Civile si costituì in giudizio, sostenendo l’inammissibilità del ricorso in quanto esso, facendo riferimento a valutazioni tecniche, non potrebbe essere sottoposto alla cognizione del giudice amministrativo, ma  sostenendo anche l’infondatezza nel merito e la legittimità dell’operato del Comune. Quest’ultimo successivamente si costituì in giudizio sostenendo la validità dei rilievi. Il Tar, dopo la riunione in camera di consiglio svoltasi lo scorso 11 gennaio, accolse l’istanza cautelare di sospensione dei provvedimenti impugnati, fissando l’udienza del 6 giugno per la trattazione del merito. Tuttavia il Comune di Lacco Ameno decise di ricorrere in appello contro l’ordinanza di sospensione cautelare, per evitare che gli abitanti rimanessero in una struttura alberghiera a spese dell’erario quando la loro abitazione era stata ritenuta sicura. La Quinta Sezione del Consiglio di Stato diede ragione al Comune di Lacco Ameno, rappresentato dall’avvocato Irene Montuori, stabilendo che i residenti della palazzina Iacp sita in località Fundera, dietro alla Chiesa di Sant’Anna, avrebbero dovuto far ritorno a casa, in attesa del giudizio di merito, svoltosi ieri.

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