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«Anch’io sono stato sotto le pietre»

Sì, cari amici, anch’io sono stato sotto le pietre della mia casa. Ma la provvidenza di Dio volle che mani amiche mi tirassero fuori dalle macerie e che sopravvivessi per altri quindici anni. Con le ossa rotte mi portarono all’Ospedale Pellegrini di Napoli, dove rimasi per due mesi. Ma il mio sbandamento mentale fu grande tanto che decisi di non tornare più nella mia terra. Me ne andai a Gaeta, presso un mio amico, Mons. Contieri, vescovo di quella diocesi, che mi affidò l’incarico di insegnante nel suo seminario. Ma, quando fui nominato parroco di Casamicciola rasa al suolo, l’amore per la mia terra prevalse e nell’Avvento del 1883, nella chiesetta di Sant’Antonio al Mortito, il vescovo di Ischia Mons. de Nicola mi investì ufficialmente dell’incarico di parroco di un paese senza chiesa parrocchiale e di “resto” di popolazione senza case e senza futuro.

Eppure io vi dico in sincerità che nei miei 15 anni di parroco (1883-1898) non solo mi sono presto ripreso dalla sbandamento psicologico, ma ho dato il meglio della mia vita: ho visto il paese risorgere, ho costruito il nuovo tempio parrocchiale, ma, quello che è più importante, ho scritto a lume di candela, le mie migliori opere. I tempi erano cambiati: Marx aveva scritto “Il Capitale”, Darwin “L’origine della specie”, a Pio IX, legato ancora allo stato pontificio, era succeduto Leone XIII, capo di una Chiesa tutta spirituale, Ernesto Renan aveva scritto “La vie de Jesus” che toglieva dal capo di Gesù l’aureola della divinità.

Ed ecco gli scritti più importanti degli ultimi 15 anni della mia vita:

  1. La seconda edizione de “La vita di Cristo” (1896). La prima edizione – tutta in difesa della divinità di Cristo – l’avevo pubblicata nel 1877; in questa seconda edizione, tutta centrata sulla chiesa, noterete che io dò importanza anche alla “Rerum Novarum” di Leone XIII, in risposta al “Capitale” di Marx.
  2. La traduzione dal greco dell’Exameron di San Basilio, in risposta all’Evoluzionismo di Darwin (1894).
  3. La “Esposizione della fede e della morale cattolica coordinata con la vita di Cristo” (1897).

Qualcuno mi chiederà: “Perché hai tolto tempo al lavoro pastorale per scrivere tanti lbri?”. Rispondo così: Sono convinto che le vere costruzioni antisismiche sono quelle che si fondano sulla “retta fede”, la fede cioè che si attinge dalla Bibbia autenticata dal magistero vivente della chiesa. Concludendo, cari fratelli e sorelle di Casamicciola, vogliate gradire alcuni miei consigli per questo momento difficile e di confusione che state vivendo:

  • Abbiate Fede in “quel Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola” (Manzoni)
  • Mano nella mano, vogliatevi bene: via tutti gli antagonismi e i razzismi dalla nostra bella isola.
  • Ascoltate papa Francesco che vi consiglia la cultura dell’incontro, perché il baricentro di Casamicciola è fuori di Casamicciola, non sono le sue pietre; continuate perciò a mantenere i rapporti con i vostri ospiti italiani e stranieri.
  • Infine permettete che mi congratuli con voi che, nonostante la sofferenza, conservate quella dignità che è nello stile antico di Casamicciola

Don Giuseppe Morgera (lettera ricevuta da don Vincenzo Avallone)

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