CRONACAPRIMO PIANO

«CAPRICHO, ECCO PERCHE’ L’IMMOBILE E’ DEL COMUNE»

Rifacendosi anche alle “indagini” condotte dal padre Parisio, il presidente del Comitato per la Salvaguardia e Tutela della Salute, Agostino Iacono, scrive a sindaco e consiglieri comunali spiegando nel dettaglio perché la struttura di Piazza Marina appartiene all’ente locale ed il Demanio non possa accampare alcuna pretesa. Un minuzioso excursus storico e documentale che parte dagli anni ’60 e arriva ai giorni nostri

Sì, è tutto vero. Mentre a Casamicciola si discute sul futuro del Capricho, ecco che l’agenzia del Demanio – pungolata anche da qualche nostro “illuminato” concittadino (che poi trova anche il coraggio di tirare in ballo chi ha riportato una notizia che definire deleteria è poco, e non crediamo di essere soggettivi nella nostra valutazione) decide che l’immobile in questione gli appartiene e che dovrà essere adibito a nuovi uffici della locale Guardia Costiera. Uno scenario che definire apocalittico è poco e sul quale nella giornata di ieri è intervenuto anche l’avvocato Agostino Iacono, presidente del Comitato di Casamicciola Terme per la Salvaguardia e Tutela della Salute Pubblica, che ha indirizzato una lunghissima nota al sindaco Giosi Ferrandino, al presidente del civico consesso Gianfranco Mattera, al segretario comunale e responsabile del Contenzioso ma anche ai consiglieri comunali di minoranza avente ad oggetto “Osservazioni e contributo sullo stato del complesso immobiliare denominato ex Capricho de Calise simbolo di Casamicciola Terme attualmente chiuso”.

IACONO TUONA: L’IMMOBILE E’ DI PROPRIETA’ COMUNALE

L’avvocato Iacono (tra l’altro anche vicepresidente dell’associazione Protagonisti per l’Isola d’Ischia entra subito a gamba tesa relativamente alla proprietà dell’immobile e scrive in premessa: “L’edificio Capricho de Calise è un locale storico per Casamicciola Terme, in quanto ha visto passare cantanti, attrici, ospiti illustri e turisti affezionati fino a diventare il simbolo stesso di Casamicciola Terme, dopo la chiusura con conseguente decadimento nel corso degli anni dell’immobile più importante ovverossia il Pio Monte della Misericordia. Il mio contributo viene fatto con la presente nota, a seguito della scelta da parte del Demanio di rivendicazione della proprietà del manufatto e di destinarlo ad uffici della locale Guardia Costiera, in spregio a quella che deve essere la destinazione d’uso dell’immobile secondo lo scrivente, anche dopo la ristrutturazione e/o demolizione con nuova costruzione, deve essere sempre improntato a vocazione turistica per il rilancio del tessuto economico – produttivo di Casamicciola Terme al fine di attrarre turisti e anche consumatori della stessa isola d’Ischia.Un grazie anche alla memoria storica di mio padre Iacono Parisio già Sindaco del Comune di Casamicciola Terme. L’immobile, disegnato dall’indimenticabile archietto Ugo Cacciapuoti negli anni 60’ nel suo stile moresco, è di proprietà comunale e/o comunque è nella materiale disponibilità del Comune di Casamicciola Terme almeno dal lontano 1959. L’area su cui è stato costruito l’immobile denominato Capricho de Calise e lo stesso immobile successivamente sono presenti nell’inventario dei beni comunali anche prima della seconda guerra mondiale dall’anno 1933 per quanto concerne l’area. Sin dagli anni 50’ e fino al 1972 l’area su cui è ubicato il manufatto esistente Capricho de Calise risultava accatastato alla particella 360 fl. 1 mappale 125 in ditta Comune di Casamicciola Terme come incolto sterile, mentre dal 1972, risulta, inspiegabilmente e nonostante l’immobile sia di proprietà dell’ente comunale, che le aree individuate dal Demanio su cui risulterebbe ubicato (tale assunto è da valutare) il Capricho di Calise sono intestate al Demanio Pubblico dello Stato, Ramo Marina Mercantile alla partita n. 5425”.

DA SPIAGGIA A BAR, MA CON LA PROPRIETA’ CHE RESTAVA AL COMUNE

Fatta questa importantissima premessa, Agostino Iacono aggiunge: “Si rileva che la procedura amministrativa dell’accatastamento presso i competenti uffici, peraltro unilateralmente effettuata dall’Amministrazione centrale (si ribadisce che le particelle oggetto di tale accatastamento risultavano al 1972 accatastati a favore del Comune), non costituisce ex se titolo idoneo per l’acquisto del diritto di proprietà sugli immobili. Detto ciò, per una migliore comprensione del percorso evolutivo dell’immobile denominato Capricho de Calise, si osserva che l’ente comunale, con atto numero protocollo 48/1959, concedeva al sig. Cacciani l’uso della spiaggia marina prospiciente al pubblico giardino e la facoltà di impiantare uno stabilimento balneare (si badi bene tale costruzione veniva fatta sul terreno definito come incolto sterile) da costruirsi a cura e spese del Concessionario, ma che sarebbe poi di proprietà dell’Ente. In tale atto di concessione l’ente comunale stabiliva, altresì, che tutte le migliorie ed addizioni apportate eventualmente allo stabilimento, sia durante la costruzione sia successivamente, sarebbero sempre acquisiste in proprietà del Comune senza che il Concessionario potesse avanzare al riguardo richieste o pretese di sorta. Il Comune di Casamicciola Terme autorizzava il concessionario alla realizzazione dell’opera e del manufatto poi denominata Bagno Maria, con delibera n. 2 del 04.04.1959, a seguito anche di autorizzazione del Prefetto e parere favorevole del genio Civile. Inoltre, successivamente con la delibera n. 5 del 24.03.1969, il Comune di Casamicciola Terme, sempre nella qualità di proprietario, autorizzava il concessionario ad eseguire lavori di trasformazione dell’originario stabilimento balneare per l’esercizio dell’attività di bar, pasticceria, ristorante, tavola calda, sala da thè, night, con l’espressa previsione che tutte le opere autorizzate resterebbero acquisite nella proprietà dell’ente comunale. Ebbene da tali delibere risulta che il manufatto è stato costruito quale stabilimento balneare e poi trasformato in esercizio per l’attività di bar, pasticceria, ristorante, tavola calda, sala da thè e night, prima del 1972 e quando, oltre che alla presenza dell’area nell’inventario dei beni comunali e di proprietà comunale, anche secondo il Catasto la particella era intestata al Comune di Casamicciola Terme e accatastato come incolto sterile”.

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L’IMMOBILE CONTESO E GLI ERRORI DI VALUTAZIONE DEL DEMANIO

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Ma allora perché l’Agenzia del Demanio continua ad arrogarsi la proprietà dello stabile? Il noto avvocato ha una risposta anche a questo e la esplica con la solita puntualità nel passaggio immediatamente successivo della sua nota: “Il Demanio rivendica la proprietà, probabilmente, sostenendo erroneamente (o quantomeno si deve valutare tale assunto) che sulla particella 360 f. 1 mappale 125 ci fosse tempo addietro una spiaggia e lido. Da qui bisogna fare brevi cenni sui rescritti aragonesi che sembrerebbero essere atti in virtù del fatto che la proprietà delle spiagge dell’Isola d’Ischia sarebbe data dai Monarchi aragonesi ai cittadini isolani e ai Comuni. A tal proposito, nella causa tra il Demanio e il Comune di Ischia, senza andare nello specifico delle particelle oggetto dei rescritti aragonesi, vi è stata la famosa decisione del Tribunale di Napoli, sez. 1, il quale con sentenza del 6 giugno 1974 statuì in generale che lido, spiaggia, porti e rade non possono che essere demaniali e non possono che appartenere allo Stato. A questo punto si deve chiarire che a Ns. modo di vedere l’area su cui insiste il Capricho de Calise è sempre stata fin dal 1933 considerata come incolto sterile e quindi da tenere distinta dalle aree considerate come spiaggia e lido, come si può evincere dal certificato catastale rilasciato il 26/12/1933 al Comune di Casamicciola Terme dall’Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette n- 182 Ischia, mentre poi sempre nell’anno 1933 nell’inventario dei beni immobili patrimoniali posseduti dal Comune era presente il lido e spiaggia marina in base a delle antiche concessioni e privilegi dei Monarchi Aragonesi, da non confondere con l’area di cui sopra e accatastata come incolto sterile e di proprietà del Comune. Il terreno incolto sterile all’origine indicato con la particella n. 125 f. 1 e sempre di proprietà ab origine del Comune non deve essere confuso con l’area su cui era esistente la spiaggia e lido oggetto delle concessioni a favore del Comune da parte dei Monarchi Aragonesi. Pertanto, si deve valutare con un’apposita istruttoria non fatta prima nemmeno nel parere legale dell’Avv. Laudadio esistente negli archi al quale non furono dati e fatti questi dovuti passaggi con opportuna documentazione, se la spiaggia esistente in Piazza Marina oggetto dei rescritti aragonesi terminasse prima dell’area su cui insiste il Capricho de Calise o se il manufatto è stato costruito su un’area su cui una volta insisteva la spiaggia e lido. Questo passaggio si chiede sin d’ora, e come meglio sarà esplicitato nell’elenco delle sotto elencate richieste, di espletarlo per una migliore comprensione dell’evoluzione del manufatto denominato Capricho de Calise. Nel caso in cui dovesse emergere che il manufatto sia stato costruito su un’area ex demaniale (dove una volta era presente spiaggia e lido), si evidenzia, in ogni caso, che la particella summenzionata non è più di fatto destinata di fatto e giuridicamente agli usi pubblici del mare, avendo già da tempo immemorabile la caratteristica di bene demaniale. Basti pensare che agli inizi degli anni 60 per effetto della realizzazione della Strada Statale 270 le particelle de quibus all’epoca ancora a favore del Comune di Casamicciola Terme come terreno incolto sterile venivano localizzate a monte della prefata arteria di collegamento trovandosi, per l’effetto, totalmente inglobata nel tessuto urbano comunale. Quindi, allo stato attuale, tralasciando la circostanza dell’arbitrario accatastamento delle aree in oggetto, non risulta né documentalmente né giudizialmente la proprietà a favore dell’amministrazione demaniale”.

I CONTENZIOSI MANCATI, L’OCCUPAZIONE CONCESSA A CALISE E LA DELIBERA DI CONSIGLIO DEL 2009

Ci sarebbe stata anche la possibilità in tempi passati di definire la questione in via giudiziaria, ma questo per un motivo o per l’altro non è mai successo. A riguardo scrive Agostino Iacono: “Il Comune di Casamicciola Terme, a seguito della variazione d’ufficio del 1972, con nota del 19.06.1974, si dichiarava giustamente proprietario esclusivo delle aree e dell’immobile sopra costruito, ‘costringendo’ l’amministrazione demaniale dello Stato e della Marina Mercantile a convenire in giudizio il Comune di Casamicciola Terme per far riconoscere le aree e manufatto ivi esistente quali beni appartenenti al patrimonio demaniale, ma tale giudizio non è stato proseguito per volontà della Capitaneria di Porto favorevole alla sdemanializzazione o perlomeno non vi è traccia di un suo prosieguo con la conseguenza che non è mai stata accertata la proprietà a favore del Demanio. Inoltre, successivamente alla variazione d’ufficio del 1972, come risulta dagli atti presenti nell’ente, il Comune di Casamicciola Terme, pur avendo sempre rivendicato la proprietà delle aree e contestato l’illegittima intestazione della particella a favore del Demanio e Marina Mercantile, cercava soluzioni transattive con il Demanio Pubblico che, tramite la Capitaneria di Porto e la Intendenza di Finanza, si mostrava sempre favorevole alla sdemanializzazione delle aree. Il Comune fino ad oggi e speriamo anche con quest’amministrazione ha contestato sempre le note inviate dal Demanio che rivendica tuttora il diritto di proprietà sull’immobile in oggetto. Tra l’altro il Demanio ha chiesto anche alla famiglia Calise l’indennizzo per occupazione abusiva ma tale assunto deve essere contestato immediatamente, in quanto la famiglia Calise ha avuto l’affidamento e la concessione dell’uso del Capricho de Calise dal Comune di Casamicciola Terme, unico effettivo proprietario dell’immobile predetto, per cui non si può parlare assolutamente di occupazione abusiva. Tale circostanza era, poiché la famiglia Calise è in buona fede e ha gestito l’immobile sempre su legittima concessione del Comune dichiaratosi sempre proprietario. Infatti dagli anni 70 fino ad oggi il Capricho de Calise è sempre stato gestito con meticolosità dalla famiglia Calise, sempre previa concessione dell’ente comunale, con un grande boom soprattutto negli anni 70 – 80, poi il locale è andato calando anche per via delle circostanze più recenti, dovuta alla vertenza tra la famiglia Calise e lo stesso Comune di Casamicciola Terme, anche per i crediti pregressi vantati dall’ente comunale. Si rileva, inoltre, che il Consiglio comunale per rafforzare ancora di più la sua posizione, con deliberazione di consiglio comunale n. 3 del 19.05.2009 procedeva a destinare l’immobile denominato Capricho de Calise al patrimonio indisponibile dell’ente per usi di interesse pubblico e di interesse generale”.

LE CONCLUSIONI: SI SIA RIGOROSI SULLA PROPRIETA’ E SI DISCUTA IN CONSIGLIO COMUNALE

Ecco dunque che l’avvocato e presidente del Comitato arriva al momento di tirare le somme: “Bisogna essere rigorosi sulla ferma convinzione della proprietà comunale del Capricho de Calise, in quanto il “Capricho de Calise” è sempre stata una risorsa attiva sia del Bilancio Comunale sia soprattutto dell’economia del Ns. Comune, per tutti i motivi suindicati. L’Amministrazione comunale (maggioranza e minoranza), deve necessariamente portare all’attenzione del Consiglio comunale un argomento così importante per lo sviluppo economico del Paese anche per la destinazione d’uso da proporre e che secondo lo scrivente deve essere sempre un manufatto a vocazione turistica con servizi di bar, ristorazione, disco e sala da adibire anche ad eventi pubblici e altro non allontanandosi da quella che è stata sempre la destinazione d’uso nella storia di Casamicciola Terme, al fine di attrarre turisti e consumatori della stessa Isola d’Ischia non organizzare eventi di grande importanza nel cuore centrale di Casamicciola Terme, magari anche con la possibilità di usufruire agevolazioni con la zona franca che va necessariamente chiesta e ottenuta la fine di rilanciare il Paese nel tessuto economico e produttivo, perché, ad essere onesti senza la zona franca un vero rilancio è difficile ottenerlo. Da evitare assolutamente di desertificare gli spazi perché renderebbe ancora meno viva la Piazza che invece ha bisogni di investimenti e di attività produttive attraenti. La destinazione d’uso proposta consentirebbe, inoltre, di rilanciare l’immagine a vocazione turistica per Casamicciola Terme, vista e considerata la riconoscibilità di tale immobile come simbolo del Ns. Paese e dell’Isola d’Ischia, di rilanciare il sistema occupazionale per i disoccupati giovani di Casamicciola Terme che si sono visti privati della possibilità di poter fare richiesta di impiego all’eventuale concessionario dell’immobile e, infine, consentirebbe la riscossione di introiti comporta con effetti positivi nelle casse dell’ente locale con notevole beneficio a favore dei cittadini. Pertanto, si chiede la discussione del tema in Consiglio Comunale anche con la partecipazione di associazioni e comitati, per un programma chiaro per la conservazione e di tutela del patrimonio comunale e dell’immobile denominato Carpricho de Calise, e con i dovuti interventi, edilizi e non, per la scelta della giusta e più opportuna destinazione d’uso”.

LE RICHIESTE A SINDACO, PRESIDENTE, CONSIGLIERI COMUNALI E SEGRETARIO

La parte finale della lunga nota di Agostino Iacono, che contiene una serie di riferimenti che non potranno che tornare utili in quello che si preannuncia un lungo e difficoltoso braccio di ferro, è legata alle richieste indirizzate agli organi istituzionali e ai destinatari del documento che vengono così riassunte: “Il Sindaco con la Giunta Comunale, il Segretario o il Vice Segretario, il Responsabile del Patrimonio e il Responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale: avviino un’istruttoria volta a verificare la definitiva proprietà comunale dell’immobile alla luce di tutte osservazioni poste nella presente nota, stabilendo quante e quali particelle furono sdemanializzate nell’ambito dell’intervento espropriativo finalizzato alla realizzazione della Strada Statale e se tra le stesse fosse ricompresa anche la particella 125 fl. 1, nonchè un’istruttoria volta a verificare dove arrivava la spiaggia e il lido, e se l’immobile è stato costruito su un’area su cui una volta vi era la spiaggia e lido, al fine di rendere completo e compiuto un eventuale parere legale, richiamando in parte anche le delucidazioni dello stesso Avv. Laudadio a cui, a nostro modo di vedere, non sono state date tutte le corrette informazioni; nonché attuino tutti gli interventi necessari per mantenerlo tramite ristrutturazione e/o demo-ricostruzione del manufatto. Il Presidente del Consiglio Comunale convochi AD HORAS il Consiglio Comunale per discutere della problematica di cui all’oggetto, per consentire ai cittadini di far conoscere la ricostruzione storico–provvedimentale degli atti ablatori succedutisi nel tempo e l’evoluzione dell’immobile denominato Capricho de Calise nonché la discussione del tema in Consiglio Comunale anche con la partecipazione di associazioni e comitati, per un programma chiaro per la conservazione e di tutela del patrimonio comunale e dell’immobile denominato Carpricho de Calise, e con i dovuti interventi, edilizi e non, per la scelta della destinazione d’uso, fermo restando la proposta di destinazione d’uso portata all’attenzione tramite la presente nota dallo scrivente. L’attuale amministrazione attui tutti gli atti al fine di dimostrare che il Comune è proprietario, anche in caso di mancata transazione con il Demanio, non ci sarà una sentenza giudiziaria che accerti la proprietà del Demanio sull’immobile denominato Capricho de Calise”.

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Giuseppe Morgera

Quanto asserisce l’avv.Iacono è sacrosanta verità,anch’io da piccolo ricordo che la spiaggia occupava esattamente la strada che costeggia il lato nord del Capricho.L’amministrazione deve con forza rivendicare un immoibile che da tempo immemore è stato il simbolo di Casamicciola Terme e deve portarlo ai fasti di un tempo non perdendone la destinazione d’uso originaria.

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