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Fondobosso, che festa per l’orto didattico

Di isabella Puca

Ischia – “Lavorare nell’orto della scuola è come essere in un’aula all’aperto, significa imparare tutti i giorni qualcosa di nuovo sul mondo che ci circonda”. È questa la frase che dà il benvenuto all’orto didattico inaugurato ieri mattina a Fondobosso, nel plesso Giovanni Paolo II, alla presenza del sindaco Giosi Ferrandino e di tanti genitori che hanno subito raccolto l’entusiasmo dei loro bambini. Tutti in gruppo all’ingresso della loro scuola i bambini della primaria e dell’infanzia, hanno aperto le porte del loro bell’istituto per inaugurare un nuovo spazio. Peperoncini, zucchine, insalate, pomodori, fagiolini e rosmarino, sono queste solo alcune delle piante, ciascuna indicata da un cartello colorato, di cui i bambini d’ora in avanti si prenderanno cura, innaffiando giorno per giorno e raccogliendone i prodotti. «Oggi è un giorno felice, questa dell’orto non è un’iniziativa banale e devo dire grazie alle insegnanti che hanno avuto questo slancio con la collaborazione di tutti voi». È così che ha esordito la dirigente Lidia Gentile che ha sin da subito ringraziato le insegnanti e quei nonni che hanno zappato un terreno abbandonato da tanto tempo.  «Attraverso quest’ esperienza noi insegniamo ai nostri figli che per far crescere le cose e tenerle in buono stato bisogna prendersene cura. L’attenzione che metteranno nell’innaffiare le loro piante sarà un processo naturale trasferibile in tutti i campi; anche dei nostri bambini dobbiamo prenderci cura, ma nel modo giusto. Ognuno di noi ha bisogno di una cura particolare, non possiamo generalizzare i semi diversi; ognuno ha la sua bellezza, il suo valore e l’importanza nella diversità. La scuola la sento veramente come casa mia e non è un caso se sto cercando a tutti i costi di farla anche bella con la collaborazione del comune che ha dato tutta la disponibilità». Una scuola di qualità significa avere, un domani, una cittadinanza di qualità e i bambini di Fondobosso ricorderanno con entusiasmo quest’importante progetto, «educare in questo modo significa imparare ad avere un senso civico e rispetto della natura – ha detto ai presenti il sindaco Giosi Ferrandino –  noi sull’isola viviamo nella natura e rispettandola, loro, avranno assicurato un futuro. Non vogliamo prenderci nessun merito è un’iniziativa partita dalla scuola, dagli insegnanti, dai genitori, dai nonni e soprattutto dai bambini. Vorrei avere un appuntamento nuovo, rivediamoci tra un paio di mesi per raccogliere i pomodori! Il nostro impegno è continuare a stare vicino all’ istituzione scolastica. Per noi la priorità è sempre stata la scuola a tutti i livelli; prima la scuola, poi tutto il resto». Prima del taglio inaugurale del nastro è intervenuto al microfono anche il professor Giuseppe Sollino, agronomo e nonno di un alunno. È stato lui a spiegare come fare un orto didattico e come un seme si trasforma in un fiore, «l ‘idea è di non fermarsi alla raccolta dei frutti, – ha spiegato il prof Sollino – ma partire da quello per capire che nelle piante ci sono delle essenze che sono in grado di guarire tutte le patologie che abbiamo basta conoscerle e rispettarle al di là dell’importanza ecologica». Accompagnati dai bambini, i genitori e i nonni sono stati i primi a vedere questo nuovo spazio. In un angolo del giardino, poi, sono state liberate delle farfalle vanessa, mettendo così in pratica un interessante progetto di scienze. Ad ogni farfalla che spiccava il volo, l’applauso e le grida di gioia dei bambini felici di poter trascorrere più tempo all’aria aperta, immersi nella natura. «La nostra esigenza – hanno dichiarato le maestre Lena Silvitelli ed Emanuela Di Costanzo – è di dare ai bambini delle responsabilità. Viviamo in un’isola dove il verde è abbandonato a se stesso a cominciare dalla scuola. Ottorino Buono, il nonno di un alunno, è venuto qui con la sua motozappa e ci ha sistemato il terreno dove tutti i bambini del plesso hanno piantato la propria pianta. Ciascuno con il suo innaffiatoio se ne prenderà cura imparando così il valore della condivisione e il rispetto per l’ambiente». Il seme, dunque, è stato gettato e i bambini hanno festeggiato con pane e pomodoro e torta alla carota, tutti prodotti biologici realizzati dalle loro mamme. «Appena ci sarà il raccolto – hanno concluso le maestre –  faremo una festa con i bambini e i primi ad assaggiare i prodotti, ovviamente, saranno loro!»

 

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