LE OPINIONI

IL COMMENTO Casamicciola le buone pratiche per la ricostruzione

DI GIUSEPPE LUONGO

L’esperienza secolare sui disastri naturali mostra che la catastrofe si affronta con il disegno della rifondazione della società colpita, trasformando l’evento in elemento e occasione di mutamento. Dopo oltre 6 anni dal terremoto del 21 agosto 2017 di Casamicciola si registra nei fatti il fallimento della ricostruzione. Non sono stati sufficienti tre Commissari per il terremoto, la caduta della Giunta Comunale di Casamicciola e l’elezione di una nuova amministrazione per una svolta positiva nel post terremoto. I vertici dell’operazione “terremoto” provano a giustificare lo stato di stallo per il sopraggiungere della catastrofe della colata di fango e detriti del 26 novembre 2022. La scelta di unire i due eventi per la ricostruzione avrebbe ritardato l’attivazione del piano di ricostruzione post terremoto. Ma poi alle difficoltà operative per la complessità delle azioni da mettere in campo con il progetto della ricostruzione per i due disastri sismico e idrogeologico si aggiunge l’inasprimento dei vincoli relativi al rischio idrogeologico, così come prevede la rielaborazione dei dati da parte dell’autorità di Bacino. I nuovi dati presentati sul rischio idrogeologico sono stati criticati dal Commissariato alla ricostruzione e dall’amministrazione comunale e si attende la soluzione tecnica o amministrativa per avere un dato condiviso sul rischio idrogeologico.

È straordinario, tuttavia, leggere che componenti delle istituzioni respingano le analisi dell’Ente che ha la competenza nel settore del rischio idrogeologico e tutto ciò viene configurato come un ostacolo della burocrazia. L’esperienza acquisita in decenni di studi e analisi dei fenomeni naturali intensi, come terremoti, eruzioni, alluvioni, e di partecipazione ai dibattiti sulle scelte per la mitigazione dei rischi, anche attraverso strutture delle Nazioni Unite impegnate in tale obiettivo, hanno determinato in me la convinzione che gli interventi da adottare dopo la catastrofe siano quelli che determinano un’accelerazione nello sviluppo socio-economico e culturale della comunità, senza tentennamenti per un ritorno al passato. In buona sostanza la catastrofe è un evento che produce danni e dolori incommensurabili a quanti sono coinvolti, ma non è il ritorno al passato la risposta giusta. Infatti, bisogna utilizzare questo tempo per la transizione al futuro senza dover pagare il costo economico e sociale della “rivoluzione” della trasformazione, perché la catastrofe ha operato in tempi brevi la cancellazione delle infrastrutture del territorio.

Proporre la rifondazione della comunità con apertura al futuro è la scelta giusta, ma trova difficoltà in questi anni nella nostra regione. I disastri del terremoto e della valanga di detriti a Casamicciola e l’angoscia del sisma permanente e dell’allerta idrogeologica, sono fenomeni che vanno affrontati privilegiando le azioni che innalzano il livello di sicurezza. Tutto ciò va realizzato in un contesto che preveda lo sviluppo delle comunità evitando lo stravolgimento della inestimabile risorsa ambientale. Nessuna attività produttiva invasiva del territorio dovrebbe essere prevista, al contrario bisogna puntare a valorizzare le risorse ambientali e le tracce di una storia straordinaria evidenziate dai reperti archeologici. Sarebbe interessante conoscere perché non si sceglie questo percorso che consentirebbe di collocare gli abitanti esposti al pericolo del terremoto in aree sismicamente più sicure e fornire all’Isola un attrattore per il turismo e la ripresa delle attività termali in luoghi famosi come il Gurgitello e La Rita, seguendo le direttive della transizione ecologica del PNRR. Tutto ciò non può essere annullato, tacciando di utopia un tale obiettivo.

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex