CRONACA

Casamicciola, il porto resta a mezzo servizio

Il progetto per i fondali va rivisto dopo che non ha avuto esito positivo nemmeno il summit svoltosi nei giorni scorsi. Troppo il lavoro da fare e i depositi rilevati e allora…

Non godono affatto di ottima salute le infrastrutture dell’Isola d’Ischia, specie dopo la frana, in particolare quella di Casamicciola Terme hanno registrato e continuano a registrare gravi criticità in ordine alla loro funzionalità. Altrettanto gravi le ricadute sul territorio e l’utenza. Di rattoppo, in rattoppo in queste settimane, le istruzioni coinvolte hanno riaperto, con prescrizioni, la strada principale, l’anello di collegamento Ex SS 270. Resta opzionata, invece, la riapertura totale ai traffici commerciali, il porto di Casamicciola Terme. Al momento servito solo dai mezzi veloci, aliscafi e dalle navi battenti bandiera rossa. Ufficialmente causa frana. Sono andati a vuoto, fin qui, gli incontri, i tavoli tecnici ed i sopralluoghi, tra Commissari, regione e armatori. Ammantati da tanti “buoni proposti” per restituire al pubblico servizio il secondo porto isolano,di fatto la situazione porto è in fase di stallo da novembre.Per progettare e definire al strategia, concerta, di riapertura, anche l’ultimo incontro tenutosi martedi scorso al Palazzo Armieri presso la sede del Commissario delegato all’emergenza frana, non ha reso gli esiti sperati.Sono settimane che si va avanti cosi.

Ufficialmente nel porto “a causa del dilavamento dei fanghi che dalla montagna sono arrivati al mare il fondale si è alzato e quindi le navi hanno difficoltà nelle manovre e sono interrotti i rapporti commerciali”.Spiegano gli organi di governo.Anche il porto turistico è nella stessa situazione e l’intervento di dragaggio, o l’escavo, o ancora lo spalmaggio dei sementi sul fondale almeno per evitare le dune subacquee , è tra gli interventi urgenti, ma non concretamente eseguibili.Il summit dei giorni scorsi a Napoli, tenutosi all’indomani della ulteriore caratterizzazione dei sedimenti ed i fondali, disposto dalle autorità ed eseguito per le aree dello scalo destinate al diportismo, di fatto ha posto nuove questioni e nuovi ostacoli alla risoluzione del problema:Come svelato dai recenti rilievi batimetrici nel porto ci sarebbe un quantitativo tale di depositi da rendere improba la rimozione dello stesso, almeno in tempi celeri, anche per l’inizio della stagione turistica e la movimentazione dei traffici ad essa collegati (siamo certi che escavò o meno rivedremo a breve tutti i traghetti e i mega yacht ndr)). Troppa la roba da togliere dal fondale, un’opera immane che starebbe spingendo le istituzioni a rivedere tutto il progetto.Il tavolo permanente e la connessa riunione tecnica proseguirà nei prossimi giorni proprio per stabilire gli step di avanzamento, per risolvere una delle criticità più importanti che riguarda l’isola intera con innegabili ricadute sui traffici commerciali.

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