CRONACAPRIMO PIANO

“CIPOLLE” E BOTTI ILLEGALI VENDUTI VIA SOCIAL

La Guardia di Finanza denuncia 2 soggetti, un venditore si faceva contattare tramite profili facebook e instagram concordando finanche la consegna a domicilio agli acquirenti. A Forio, in località Chiaia, in un’abitazione che fungeva (anche) da deposito sequestrati circa 100 kg di fuochi illeciti che avrebbero fruttato ingenti guadagni

Un’attività di indagine lunga e meticolosa, che ha portato i frutti sperati. E’ quella condotta dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Ischia, guidati dal capitano Antonio Giglio. Un accurato di monitoraggio del territorio che nel pieno delle festività natalizie vede impegnati i finanziari del Comando Provinciale di Napoli che hanno posto in essere operazioni di controllo del territorio relative al contrasto agli illeciti (di questi tempi purtroppo sempre diffusi) in materia di articoli pirotecnici. In questo contesto, le Fiamme Gialle isolane, hanno denunciato in stato di libertà all’autorità giudiziaria due soggetti, tra cui un minorenne e sequestrato circa 90 kg di fuochi pirotecnici tra cui 60 “cipolle” confezionate artigianalmente e dunque altamente pericolose. “In Particolare – si legge in una nota – veniva individuata un’abitazione nel Comune di Forio, dove al suo interno era stato allestito un punto vendita di articoli pirotecnici, il tutto privo di qualsivoglia autorizzazione. Pertanto, i Finanzieri dopo aver accertato una precisa vendita all’esterno dell’abitazione posta sotto osservazione, decidevano di intervenire e di procedere con la perquisizione all’interno della casa. All’esito della quale, nascosti all’interno di una vasca adibita come deposito venivano rinvenuti 530 fuochi di cat. F2 e F4 e V gruppo C, tra cui una batteria riportante il logo del calciatore Maradona del peso di 20 kg e 60 cipolle artigianali, il tutto abbinato al listino prezzi per gli acquirenti interessati”. Da qui il sequestro della merce e la conseguente denuncia ma questa vicenda nasconde ben altri e più “suggestivi” scenari.

Quello che sorprende più di ogni altra cosa sono le modalità con cui si è sviluppata l’indagine dei militari guidati dal capitano Giglio che fa capire come oggi nel tentativo di evadere la legge si fa sempre più ricorso all’ausilio delle moderne tecnologie e questo rende più gravoso il compito delle forze dell’ordine. L’attività investigativa, infatti, nasce da un monitoraggio fatto sui social network, in particolare profili Facebook e Instagram: profili ai quali molti isolani hanno iniziato a rivolgersi per acquistare materiale pirotecnico. Il tutto estremamente conveniente visto che spesso – per un sovraprezzo che non superava mai i 10 euro – ci si poteva avvalere anche della consegna a domicilio. Insomma, una comodità non da poco. Il venditore di ordini e affini veniva contattato sui social tendendo la sua identità mascherata fino a trattiva conclusa, ossia fino a quando non veniva versato un acconto per l’importo dovuto su una carta “postepay”: a quel punto finiva col “svelarsi” e consegnava la merce a casa dell’acquirente o in alcuni casi la spediva tramite posta. Attenzione, il giovane venditore voleva trattare soltanto con acquirenti isolani, rifiutando ogni contatto con potenziali clienti che non risiedessero a Ischia. Una volta acquisita la filiera in tutti i suoi passaggi, ed attraverso una serie di lunghi appostamenti, i finanzieri della Compagnia di Ischia hanno appurato che il magazzino in cui erano custoditi i fuochi illegali si trovava a Forio in località Chiaia: per la verità, ad essere precisi, non si trattava di un magazzino di un’abitazione dove 100 chili di botti illegali (non proprio bruscolini, piuttosto una vera e propria “Santa Barbara”) erano occultati in un bagno dismesso e quindi non utilizzato. Il tutto con i rischi che ne conseguivano dal momento che un’esplosione avrebbe davvero potuto causare danni ingentissimi a cose e soprattutto persone. A questo punto sono iniziati una serie di pedinamenti sino a quando in località Monterone il venditore, ragazzo di appena 23 anni, non è stato fermato mentre consegnava dei botti ad un soggetto, per la precisione quattro “cipolle” che erano contenute in un pacco: entrambi venivano bloccati ed a quel punto si procedeva ad una perquisizione domiciliare ai sensi dell’articolo 41 del TULPS (Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza) che in tal caso – ossia possibile presenza di armi esplosive – autorizza il controllo in casa anche senza l’autorizzazione del magistrato. Quando le Fiamme Gialle sono entrate in casa, hanno scoperto i fuochi illegali che sono stati naturalmente posti sotto sequestro.

Vale la pena di sottolineare che, facendo una stima approssimativa, il 23enne venditore avrebbe potuto guadagnare fino al giorno di San Silvestro una somma tra i 20.000 e i 30.000 euro, roba da capogiro se si considera alla fine lo sforzo profuso. Ogni batteria di bombe cosiddette Maradona veniva infatti venduta da i 20 e i 60 euro, le cipolle invece tra i 15 e 20 euro (ma è stato appurato che un soggetto più ne acquistava più otteneva uno sconto consistente) ma erano confezionate dallo stesso giovanotto, presumibilmente con tutto quello che ne conseguiva anche in termini di qualità e sicurezza del prodotto. Al 23enne foriano tutto sommato è andata anche abbastanza bene, il pm non ha concesso l’arresto in virtù della sua incensuratezza ma la denuncia all’autorità giudiziaria è stata inevitabile. Un’ultima osservazione, tutt’altro che trascurabile: in questa vicenda va considerato che i due acquirenti sorpresi dai finanzieri erano appena 15enni, da qui appare chiaro come i genitori farebbero bene a verificare sempre a verificare eventuali frequentazioni anomale (c.s. dark web) dei propri pargoli e nel caso contattare anche la Guardia di Finanza che tra i suoi compiti ha anche quello di polizia economico-finanziaria ad altra vocazione sociale.

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