POLITICAPRIMO PIANO

Del Deo, le elezioni e il “quadro di lontananza”

Il sindaco uscente di Forio fa le carte al voto in programma all’ombra del Torrione il 14 e 15 maggio e spiega di non essere affatto preoccupato dalle otto liste del suo avversario Stani Verde, molte delle quali ritenute poco produttive sotto l’aspetto del consenso. E spiega perché come (anche) intercettando il voto libero sarà possibile sedere Capuano sulla poltrona più ambita del palazzo municipale di via Genovino

Dieci anni da sindaco, una parentesi importante nella sua vita, con un primato nazionale: Lei è l’unico ad essere stato sindaco nella Prima Repubblica, e ad esserlo stato nuovamente per un decennio nella Seconda Repubblica. Un primato che la statistica e la Storia non potranno mai toglierle.

«Sono soddisfatto e orgoglioso di ciò. La prima volta fui sindaco in piena Tangentopoli, quando bastava una telefonata per finire tra gli indagati se non addirittura arrestato. Fortunatamente ne uscii indenne, poi sono stato eletto altre due volte: dieci anni molto importanti. E le devo dire, forse con presunzione, che se ci fosse stato il terzo mandato, sicuramente avrei raggiunto il traguardo dei quindici anni consecutivi. Purtroppo non è stato possibile ricandidarsi, e al contempo sono iniziati i mal di pancia all’interno della mia stessa maggioranza. Tutti sanno cosa è successo, non voglio ulteriormente commentare. La mia storia, politica e familiare, è molto antica e parla chiaro: sono sempre stato sulle stesse posizioni, senza mai cambiare bandiera né casacca».

«Sono l’unico ad essere stato eletto sindaco nella Prima e Seconda Repubblica. La mia storia personale e politica è chiara: non ho mai cambiato bandiera»

Qual è stata la differenza tra essere sindaco nella Prima Repubblica ed esserlo nella Seconda? Secondo molti, fare il sindaco nella Seconda Repubblica è molto più stancante.

«La differenza principale è che nella Prima Repubblica si faceva politica, oggi invece non si fa più politica, e ce ne accorgiamo quando acquistiamo i giornali e li leggiamo, anche se siamo rimasti in pochi a leggere il cartaceo perché dopo aver visto il telegiornale serale molti reputano inutile acquistare i giornali. Quando si faceva politica, c’erano dei riferimenti: oggi essi non esistono più. Mi ricordo che quando un sindaco aveva un problema da trattare con i vari ministeri, si rivolgeva al deputato o al senatore di riferimento, il giorno dopo si veniva accolti e si riusciva ad affrontare e risolvere il problema. Oggi è tutto cambiato. Senza politica: i ministeri e gli enti sovraordinati dipendono molto più dai funzionari e dirigenti che dai politici, proprio per l’incapacità politica di far valere il ruolo istituzionale che si ricopre. Attualmente per poter fare il sindaco, se non si hanno rapporti personali costruiti in una vita, si finisce per limitarsi a firmare certificati di nascita. Purtroppo per la mia formazione faccio ancora il sindaco alla vecchia maniera, vale a dire che continuo a somatizzare i problemi dei cittadini, ma ciò che prima facevi con una telefonata avendo dei referenti politici forti, oggi lo devi fare di persona, infatti io il lunedì e il martedì sto al municipio, al mercoledì spesso mi reco alla Città Metropolitana o alla Regione, e il giovedì e il venerdì se non ho altre incombenze mi reco a Roma presso ministeri e altri enti sovraordinati che possono essere utili all’azione amministrativa comunale. Molti dirigenti dicono che nessuno tra i miei predecessori ha affrontato il secondo mandato come l’ho fatto io: sapendo che non ci sarebbe stato un terzo mandato, addirittura al municipio non si recavano proprio. C’era chi rimaneva al bar sotto al municipio, si faceva portare i documenti da firmare e se ne andava. Io invece ho sempre mantenuto lo stesso ritmo per tutti i dieci anni, venendo in Comune tutti i giorni alle otto meno un quarto, o magari alle otto e mezzo quando prima dovevo fare dei sopralluoghi. Tuttora sto mantenendo tale ritmo trascurando anche la mia campagna elettorale».

Ads

«Nella Prima Repubblica esisteva la politica, un sindaco poteva rivolgersi ai propri referenti in Parlamento per risolvere i problemi del proprio comune, invece oggi la politica non esiste più. I ministeri e gli enti sovraordinati dipendono molto più dai funzionari e dirigenti che dai politici, e un sindaco deve appoggiarsi sui propri contatti costruiti negli anni»

Ads

A proposito di campagna elettorale, si dice che la matematica non è un’opinione, spesso tranne che in politica: otto liste da una parte, tre dall’altra.

«Direi specialmente in politica: noi abbiamo esempi passati che hanno dimostrato il contrario. Alcuni anni fa a Serrara Fontana Luigi Iacono, detto “Luigione”, Luigi Matarese, detto “barbone”, e Arturo Trofa si candidarono a sindaco: vinse “Luigione” per circa 600 voti, se ricordo bene. Poi ci fu un ricorso, Luigi Iacono decadde e si ripeterono le elezioni: Luigi Matarese e Arturo Trofa calcolarono che, insieme, avrebbero avuto 750 voti in più. Tuttavia, pur unendosi, persero nuovamente contro Luigione Iacono. Noi ci siamo attardati sulla formazione delle liste, proprio per quei mal di pancia di cui dicevo, che ci hanno lasciato poco tempo a disposizione, tuttavia vediamo che c’è una grande disponibilità nei confronti della nostra coalizione, anche perché il candidato che abbiamo scelto, Pasquale Capuano, è un professionista stimato, che si è fatto da solo. Allo stesso modo ci sarebbe stata vittoria schiacciante al primo turno se fosse stato candidato Davide Castagliuolo, e se la coalizione fosse rimasta compatta senza quei famosi mal di pancia».

«Anche oggi mantengo lo stesso impegno, la stessa presenza e gli stessi ritmi che profondevo nel primo mandato, invece i miei predecessori durante il secondo mandato non si vedevano più in Municipio»

Visto che parla di mal di pancia, quale di questi l’ha amareggiato di più dal punto di vista politico, e quale invece dal punto di vista personale?

«Dal punto di vista politico uno si arrabbia, dal punto di vista personale uno rimane addolorato. Si tratta di due sentimenti diversi. Per me la mazzata più forte è stata dal punto di vista personale, ma non voglio commentarla».

«C’è una grande disponibilità nei confronti della nostra coalizione: il candidato che abbiamo scelto, Pasquale Capuano, è un professionista stimato. Allo stesso modo ci sarebbe stata vittoria schiacciante al primo turno se fosse stato candidato Davide Castagliuolo, e se la coalizione fosse rimasta compatta senza i vari mal di pancia»

La campagna elettorale come procede?

«La campagna elettorale per noi sembrava partita male, invece vedo che stiamo andando davvero molto bene; abbiamo anche fatto alcune indagini e ci siamo resi conto che i cittadini non vogliono votare la coalizione avversa, che viene reputata un “mix”, per così dire, molto disomogeneo come mentalità e modo di agire. E sono convinto che su otto liste molte abbiano al massimo uno o forse due candidati “forti”, mentre altre liste sono completamente “scoperte”».

«Nella coalizione avversaria credo che i seggi scatteranno soltanto in quelle che fanno capo a Stani Verde e a Gianni Mattera. Le altre non dispongono di candidati sufficientemente forti»

Quali?

«Io sono convinto che nella lista dove è candidato Franco Regine non scatterà il seggio, col rischio che lui non sarà eletto: ha dovuto mettere in lista anche persone di Lacco Ameno, e dai nomi che si leggono un voto dato a quella lista è un voto perso. Ma un voto perso è anche per quella lista di giovani, “Primavera foriana”, dove il seggio non scatterà. In definitiva, credo che le liste dove scatterà il seggio saranno quella che farà capo a Stani Verde, che è molto “folta”, senza distribuire candidati di rilievo in altre liste, e poi credo che un seggio potrebbe scattare nella lista di Gianni Mattera. Bisogna comunque mettere in chiaro alcune cose, perché l’elettorato potrebbe essere influenzato dal fatto che l’altra coalizione ha presentato otto liste. La volta scorsa c’erano sei candidati sindaci: noi presentammo nove liste, e l’altra parte presentò quattro liste, e fece una quinta lista di persone per lo più di Napoli estranee al contesto, cioè una lista per fare volume. Oggi invece ci sono solo tre candidati sindaci, di conseguenza i voti devono essere concentrati: due o tre liste sono più che sufficienti, anche perché pur presentando sette o otto liste si sa già che verranno elette sette, otto o nove persone. Significa mandare consapevolmente al macello circa centoventi candidati. Ciò significa che la prossima volta sarà sempre più difficile trovare nuovi candidati. Alcuni che si erano candidati con me, adesso lo sono dall’altra parte, e all’epoca avevano preso pochissimi voti. Con due candidati a sindaco sarebbe stato meglio fare una lista per ciascuna coalizione, e allora sarebbe stata davvero una sfida molto bella. Ma con tre candidati a sindaco, sei fai otto liste significa solo ingannare le persone che si sono candidate con te, e ingannare l’elettorato».

«Con soli tre candidati a sindaco, fare addirittura otto liste significa ingannare i propri candidati consiglieri, mandando al macello circa centoventi candidature che prenderanno pochissimi voti, oltre che ingannare l’elettorato»

Mi corregga se sbaglio: si dice che a Forio ci sia molto voto libero o di opinione nel quale andare a pescare. Come conta Lei di intercettare quella fetta di elettorato che potrebbe pesare molto?

«Noi abbiamo avuto un report dove si diceva che eravamo “scoperti” a Panza, invece ho potuto constatare con una indagine che ho appositamente commissionato, che ha dato una risposta simile a quella che del resto sta accadendo anche a Forio centro: ebbene, questa indagine dice che i cittadini non vogliono votare l’altra coalizione, ma non si vogliono esporre. Mi dicono che nella coalizione avversaria ci sono anche due o tre candidati di una stessa famiglia, dunque ciò conferma che si cerca solo di “fare numero”».

«In dieci anni abbiamo creato una grande economia a Forio che ha attirato tanti imprenditori da ogni parte dell’isola e chi ignora questi meriti dice solo scemenze. Abbiamo messo in conti in ordine e la cassa in attivo, eliminando i debiti lasciati dai miei precedessori, e abbiamo realizzato varie grandi opere ottenendo i finanziamenti per altre, come quella per il futuro nuovo litorale che creerà nuova economia, nuova occupazione e attirerà una nuova “movida”»

Perché il foriano dovrebbe scegliere la continuità, e quindi scegliere Pasquale Capuano, e – visto che il nome di Francesco Del Deo figura tra i candidati consiglieri – perché dovrebbe scegliere come preferenza il Suo nome?

«Il cittadino foriano dovrebbe scegliere la coalizione guidata da Capuano, dove c’è anche Del Deo dentro, perché credo che questi siano stati dieci anni importanti per l’economia e l’occupazione nel nostro comune. Oggi possiamo infatti vedere che a Forio è fiorita un’economia dove numerosi imprenditori di varie parti dell’isola vengono qui a investire, cercano locali qui a Forio dove avviare le proprie attività. Colui che guida la coalizione composta da otto liste si è permesso di dire scemenze – perché tali sono le cose che si dicono quando si cerca di non riconoscere i meriti, cosa che io invece faccio sempre – dicendo che se si è creata un’economia a Forio è stata solo bravura degli imprenditori. A chi dice queste scemenze voglio ricordare che gli imprenditori sono gli stessi che erano presenti sull’isola dieci anni fa, quando la crisi economica delle famiglie era inferiore a quella attuale, e a Forio non c’era il movimento economico che c’è adesso. Oggi, che la crisi economica per le famiglie è superiore a quella di dieci anni fa, stranamente tutta l’attività politica e la grossa economia dell’isola si sta rivolgendo verso Forio. Ecco perché quelle argomentazioni sono scemenze, visto che come amministrazione devi saper dare delle opportunità agli imprenditori per consentirgli di poter crescere e migliorare, devi saper creare la mentalità adatta. Noi abbiamo un po’ trascurato la quotidianità – l’asfaltatura e l’illuminazione di alcune zone – perché abbiamo puntato su alcune grandi opere. Per cambiare un paese, bisogna puntare sulle grandi opere. Chiunque può mettere un po’ di asfalto o le lampadine.

Naturalmente bisogna pure ricordare che noi abbiamo risanato il bilancio: credo che siamo uno dei pochi comuni in Italia, se non l’unico, che in dieci anni non ha aumentato le tasse, mentre invece furono i miei predecessori a portare l’Imu a cifre altissime, e sono gli stessi che oggi si ricandidano. Anche colui che guida la coalizione con le otto liste faceva parte dell’amministrazione del mio predecessore. Oggi essi si presentano come persone “nuove”, ma andiamo a vedere chi sono realmente queste persone “nuove”: si tratta dello stesso guazzabuglio che c’era prima della mia amministrazione, e che hanno creato debiti nelle casse comunali, che hanno creato il grosso debito con la Pegaso e con la Torre Saracena; la Marina del Raggio Verde stava fallendo, noi l’abbiamo portata in attivo. Ecco perché bisogna votare la nostra coalizione. Oggi io lascio al comune di Forio non soltanto i conti in ordine e una cassa in attivo, quindi non abbiamo messo le mani nelle tasche dei foriani, al contrario di quanto facevano i miei predecessori; inoltre abbiamo realizzato opere importanti e altre ci sono state finanziate, come il lungomare di Citara. Martedì sono stati stanziati i primi sette milioni per iniziare l’opera, e sarà un’opera che oltre a mettere a posto definitivamente tutto il nostro litorale, sarà anche un sito che diventerà generatore di nuova economia. Il progetto della nostra amministrazione è di estendere l’economia che si è creata giù al porto: l’intervento in questione creerà un passaggio che dalla zona portuale e dal Soccorso, al di sotto del livello della strada, consentirà di arrivare a piedi fino a Cava dell’Isola. Sulle scogliere adiacenti si potranno creare 26-27 pedane di quaranta metri l’una, da poter possibilmente assegnare a giovani imprenditori proprio per creare occupazione. Se su ogni pedana lavoreranno quattro ragazzi, significa che altri centoventi-centotrenta ragazzi troveranno occupazione. Inoltre si creerà un’ulteriore attrazione per i giovani, in quanto nella zona si potrà innescare una nuova “movida”, senza creare disturbo in quanto le pedane si troveranno a livello delle scogliere, quindi ben al di sotto della sede stradale, e la musica potrà esserci fino alle prime ore del mattino. Ciò che offrono alcune zone della Puglia o le isole Baleari per i giovani, lo potremo offrire anche noi a Forio. Ecco i motivi per votare la nostra coalizione guidata da Pasquale Capuano, perché significa continuità di sviluppo, di benessere e di occupazione nel nostro territorio e per l’intera isola d’Ischia».

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex