POLITICAPRIMO PIANO

Di Vaia e le “affinità” personali: «Adesso navighiamo più sereni»

L’allargamento della maggioranza, la rottura del cordone ombelicale con Giosi Ferrandino, le motivazioni del veto posto ad una costola del gruppo “Per Ischia” e i retroscena su una vicesindacatura che pareva persa e poi è stata recuperata: lunga e inedita intervista al vicesindaco d’Ischia

Vorrei partire da una considerazione scherzosa e ironica, ma non troppo. Si allarga la maggioranza e il vicesindaco decide magari a malincuore ma per amor di patria di fare un passo indietro e cedere la sua carica a Gianluca Trani. Che però poi rifiuta l’incarico e di fatto ti lascia al posto al quale aveva ormai intimamente rinunciato. Insomma alla fine sei rimasto vicesindaco senza aver sbattuto i pugni sul tavolo. Certo, non è una roba che capita tutti i giorni.

Intervista Di Vaia

«No, è vero, non è cosa da tutti i giorni. Però al di là della battuta, che peraltro non posso negare di trovare decisamente divertente, in questo momento c’è da considerare il fatto che questo passaggio non si sarebbe rivelato del tutto indolore senza una serie di incastri e certamente non solo per Luigi Di Vaia. Diciamo che in questa vicenda leggo un apprezzamento non solo da parte del sindaco e di tutta la maggioranza ma anche di Gianluca Trani e del suo gruppo».

Insomma, diciamo che si è evitata anche una “scossa tellurica”.

«Sul tavolo della trattativa si poneva il problema di mettere in condizione di mettere Gianluca Trani e il nuovo gruppo entrato in maggioranza di poter lavorare e le ipotesi naturalmente erano diverse. Tra queste anche l’avvicendamento nel ruolo di vicesindaco. Probabilmente sono state fatte le dovute riflessioni, mi piace pensare – e lo dico con tutta l’umiltà di questo mondo – che si è voluto prendere atto del fatto che se non sono il miglior vicesindaco del mondo non sono nemmeno il peggiore. Ecco, mettiamola così».

«Sul tavolo della trattativa si poneva il problema di mettere in condizione Gianluca Trani e il nuovo gruppo di poter lavorare e le ipotesi erano diverse. Tra queste anche l’avvicendamento nel ruolo di vicesindaco. Probabilmente sono state fatte le dovute riflessioni, mi piace pensare che si è voluto prendere atto del fatto che se non sono il miglior vicesindaco del mondo non sono nemmeno il peggiore. Ecco, mettiamola così»

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Quindi rimanendo alle battute, si è voluto anche fare in modo che il “sasso nello stagno” lanciato da Enzo Ferrandino non diventasse un’onda anomala?

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«Non sarebbe diventata comunque un’onda anomala. Col sindaco abbiamo avuto un confronto franco e schietto sin dal primo momento, comunque non ci sarebbero stato scossoni. Oltre al discorso politico e amministrativo, a Enzo mi lega un’amicizia che va avanti da anni e sempre caratterizzata da sincerità e chiarezza».

Ma il ripensamento di Gianluca Trani te lo aspettavi o è stato un fulmine a ciel sereno?

«No, non me lo aspettavo e ho anche molto apprezzato il fatto che sia stato lui a telefonarmi per dirmi che rinunciava alla carica di vicesindaco».

Non manca chi maliziosamente, e uno di questi ce l’hai davanti agli occhi, sostiene che con questa mossa Trani abbia contribuito a non attirarsi antipatie di qualche suo nuovo alleato e soprattutto guadagnarsi anche qualche credito. Non scontenta Luigi Di Vaia, non scontenta Ciro Ferrandino, non scontenta neppure Antonio Buono e Luca Montagna nella cui lista sarai candidato nel 2022.

«Innanzitutto mi preme sottolineare che è presto per parlare di candidature e di quello che succederà il prossimo anno, insomma ogni ragionamento appare prematuro. Francamente, però, non ti nascondo che Gianluca possa aver considerato questo aspetto. Ma ciò detto, nei fatti lui entra “gratis” in maggioranza, non ha chiesto nulla, e questo è soltanto apprezzabile e questo rafforza il vero motivo per il quale ha aderito al suo progetto politico. Poi costruirsi un percorso in prospettiva la trovo una cosa assolutamente legittima ma ripeto: grazie al coraggio dimostrato da Gianluca in questo frangente sarà più facile assumere determinate decisioni da parte dell’amministrazione in carica».

Non ci spero più, ma magari mi dici la verità su questo aspetto. Se sostengo che non tutti hanno preso con entusiasmo l’allargamento della maggioranza, dico una sciocchezza?

«Questo non lo sapremo mai, ma dai confronti che ho avuto emerge chiara la percezione che questa operazione ci consente di amministrare con meno patemi sotto tutti i punti di vista. Spesso, quando sei classe dirigente e devi pensare ad amministrare il paese, non puoi avere la necessaria attenzione a una serie di strategie che qualcuno dentro e fuori dal palazzo può porre in essere. Adesso possiamo lavorare tutti in maniera più serena, e questo va riconosciuto. E poi…».

E poi?

«Non va dimenticato che questa squadra ha dimostrato un senso di appartenenza attorno al progetto politico del sindaco Enzo Ferrandino non comune: in questi anni abbiamo mostrato compattezza e, mi sia consentito, alcune operazioni portate a compimento ci hanno messo in condizione di camminare in maniera più tranquilla e serena, anche dal punto di vista delle affinità personali».

«Gianluca ed Enzo Ferrandino hanno fatto politica insieme per anni. Per questioni legate a mio avviso ad errori strategici che imputo a Gianluca Trani le strade tra i due si erano divise a causa di un’impazienza che in politica non paga. Però qui esiste un’affinità tra loro, questo è fuori discussione. Poi ci sono tanti fattori che si incrociano»

Vabbè, va detto che più cresce il numero di componenti di una maggioranza, più diminuisce il peso specifico di ciascuno di loro e forse questo un anno prima delle elezioni serve anche a disinnescare qualche “voglia” eccessiva.

Intervista Di Vaia

«Mi piace pensare che la voglia di tutti quanti noi sia quella di lavorare per i motivi per i quali abbiamo chiesto fiducia ai cittadini ischitani. Del resto, gli spazi di manovra amministrativa ci sono per tutti: dunque vanno eventualmente messi da parte i concetti che tu stai legittimamente esprimendo e continuare a lavorare per il bene del paese».

Ottorino Mattera e Maurizio De Luise restano fuori. Ce la dai finalmente una chiave di lettura non diplomatica ma verosimile?

«A Ottorino Mattera riconosco onestà intellettuale, capacità amministrative e una certa lungimiranza e del resto la sua carriera politica ne è una prova concreta. Devo però rilevare un aspetto caratteriale della persona, con il quale al di là della vita amministrativa si può fare di tutto perché parliamo di una persona squisita. Però, e non vuole essere una critica, dal punto di vista personale a mio avviso difetta nella capacità di fare squadra e soprattutto la fiducia che si dovrebbe avere quando fai parte di un gruppo. Insomma, dal punto di vista politico purtroppo non garantisce stabilità e serenità».

Era già successo, ma l’estromissione dei due consiglieri è l’ennesima prova che ormai si è definitivamente tagliato il cordone ombelicale con Giosi Ferrandino. Possiamo girarci intorno quanto si vuole, ma quest’è…

«Nella massima sincerità devo dirti che quando si aprirono i giochi per determinare il candidato sindaco nel 2017, non ebbi alcun tipo di esitazione nell’appoggiare la candidatura di Enzo Ferrandino perché ebbi la percezione di trovarmi davanti a una persona in grado, all’occorrenza, di poterlo tagliare questo cordone ombelicale e non solo da Giosi ma da chiunque potesse pensare che il sindaco e l’amministrazione potessero essere oggetto o appendice di altre persone o strategie politiche. Sì, è una conseguenza naturale, attesa la circostanza che questa autonomia di pensiero ha cominciato a dare fastidio a qualcuno».

«Quando si aprirono i giochi per determinare il candidato nel 2017, sostenni Enzo Ferrandino perché capii che avrebbe potuto tagliare all’occorrenza il cordone ombelicale da Giosi e da chiunque potesse pensare che potessimo essere oggetto o appendice di altre persone o strategie politiche. E questo è successo in maniera naturale quando la nostra autonomia di pensiero ha cominciato a dare fastidio a qualcuno»

Il terzo polo, la candidatura della Di Scala, la volontà di assicurarsi la vittoria nel 2022 senza patemi d’animo. Si continua a pensare che dietro a tutto questo ci siano una serie di valutazioni come quelle che ho appena esposto.

Intervista Di Vaia

«Gianluca ed Enzo Ferrandino hanno fatto politica insieme per anni e sempre dalla stessa parte. Per questioni legate a mio avviso ad errori strategici che imputo a Gianluca Trani (perché a mio modesto avviso la crescita personale deve essere un tratto distintivo e avere le sue tempistiche) le strade tra i due si erano divise a causa di un’impazienza che in politica non paga. Però qui esiste un’affinità tra loro, questo è fuori discussione. Poi ci sono tanti fattori che si incrociano».

Per esempio?

Intervista Di Vaia

«Il primo te l’ho già detto, Enzo e Gianluca spesso hanno viaggiato a braccetto quindi non si può parlare di operazione spuria. Il secondo, che non va trascurato, è legato al momento storico che stiamo vivendo con tutte le problematiche portate dalla pandemia che si sono inserite in un contesto dove la crisi economica era già palpabile. Se unisci queste cose e consideri che ne scaturisce un vantaggio per entrambi, allora capisci che il connubio arriva quasi di conseguenza. Ma consentimi un’altra considerazione».

Prego.

«Per quanto riguarda la Di Scala, credo che questo sia indicativo di quanto dall’altra parte della barricata si sia ridotti ai minimi termini: se bisogna andare a pescare una ex consigliere regionale che arriva peraltro da fuori Comune, è evidente che l’attività amministrativa condotta in questi anni dalla minoranza non è riuscita a partorire una figura in grado di fare sintesi in mezzo a loro. E questo, consentimelo, la dice veramente lunga».

«Quando si aprirono i giochi per determinare il candidato nel 2017, sostenni Enzo Ferrandino perché capii che avrebbe potuto tagliare all’occorrenza il cordone ombelicale da Giosi e da chiunque potesse pensare che potessimo essere oggetto o appendice di altre persone o strategie politiche. E questo è successo in maniera naturale quando la nostra autonomia di pensiero ha cominciato a dare fastidio a qualcuno»

Voglio chiudere in maniera scherzosa, così come abbiamo cominciato. Ma se non ci fosse stata la pandemia e il covid, questa operazione come l’avreste giustificata?

«Posto che io e te ci conosciamo da anni, e so benissimo che alle volte sei schiavo del tuo umorismo, la realtà dei fatti è che la pandemia c’è. In fondo, se mia nonna avesse avuto le ruote, come recita l’antico adagio, sarebbe stata una “carretta”».

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