CULTURA & SOCIETA'

«Diario intimo della mia mano sinistra», la narrazione del Covid di Francesca Valerio

“L’idea del libro è nata nel momento in cui stavamo tutti chiusi in casa per il COVID e io, per motivi di salute, ero costretta a stare ferma 24 ore su 24 sul divano, con la TV accesa e il mio cellulare, sul quale ho cominciato a scrivere e ci buttavo dentro tutto, anche la più insignificante parola”. E’ nata come ci racconta la stessa autrice l’elaborazione del libro dal titolo «Diario intimo della mia mano sinistra» scritto col cellulare durante gli anni del Covid da Francesca Valerio. Dopo il saluto di Anna Parlato, fondatrice e amministratrice di Discover Italia, alla Biblioteca Antoniana, per la presentazione del volume si sono alternati gli interventi di Lucia Annicelli, direttrice della biblioteca; del curatore della collana Linea Verde, il giornalista e autore Ciro Cenatiempo, con le brillanti letture di brani scelti a cura dell’attrice Milena Cassano che, con la sua bravura, ha emozionato il folto pubblico presente. Francesca Valerio, che sfida il trascorrere del tempo con la propria, intima lezione di vita, grazie a uno stile semplice, immediato, accorato ha scritto il racconto di un periodo breve della nostra Storia recente che non può essere dimenticato: l’era del Covid, delle quarantane, delle separazioni forzate dai propri cari, delle tragedie familiari e di un mondo in bilico rinchiuso in sé stesso.

Una chiusura obbligata, tristemente evocatrice dell’infanzia, che l’autrice trascorse in un collegio, lontano dall’affetto materno, che ora riappare nel libro in capitoli struggenti e intensi, tra assenza e presenza costante. Francesca percorre le tracce del passato e del presente, riprende senza paura il filo della memoria più nascosta e lo annoda con commozione al domani, per lasciare una traccia d’amore necessario, impulsivo, forte, attraverso il monologo interiore, il dialogo con la madre che non c’è più e lo sguardo, da bambina, lanciato quotidianamente verso “il mondo fuori”, tra cronistoria, saggezza ed energia ricca di una femminilità antica. La lezione che ci viene da questo libro è che in molti casi la difficoltà può rappresentare anche un’opportunità, come ha sottolineato la Dott.ssa Lucia Annicelli, direttrice della Biblioteca Antoniana. “Francesca – ha dichiarato la Annicelli – ci racconta di un’infanzia dove è proprio la chiusura l’elemento che caratterizza e condiziona anche il proprio percorso di vita ed è proprio in un momento di chiusura che ha la capacità di analizzarsi, di ripercorrere quel tempo. Un tempo nel quale ciascuno di noi può riconoscersi con la propria personale esperienza. Questa è l’esperienza di una donna, di una mamma ma, soprattutto, di una figlia che riesce a guardarsi dentro e a risolvere, raccontandoci quanto la difficoltà in molti casi può rappresentare anche un’opportunità”.

La cosa incredibile è che questo libro era andato praticamente perduto ed è stato poi miracolosamente recuperato, ci spiega il giornalista Ciro Cenatiempo. “Quello di Francesca Valerio – ha spiegato Cenatiempo – è la realizzazione di un sogno che rischiava di svanire perché il ‘manoscritto’, scritto faticosamente con la mano sinistra sul telefonino durante il lockdown, era andato perduto ed è stato poi miracolosamente recuperato. Il suo è un esordio letterario sincero e vibrante, senza finzioni. È la voce di una donna umile che non ha mai smesso di combattere per sé e per i suoi cari, per i quali ha inteso lasciare una traccia tangibile: un libro, appunto che svela una cultura fatta di schiettezza e profondità d’animo, popolare e radicata nel tessuto sociale più sano e genuino. Una voce verace e testarda – ha concluso Ciro Cenatiempo – che deve essere letta e ascoltata per la sua straordinaria bellezza imperfetta e il suo coraggio d’amare».

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