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Difensore della memoria: Luciano Castaldi negli “Specchi Riflessi”

Un’antologia di belle ed emozionanti memorie raccolte in un volume la cui copertina riproduce il padre dell’autore Luciano Castaldi al largo di Punta Imperatore intento alla pesca, “il primo degli amici…Se quello che i mortali desiderano potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre, come Telemaco nell’Odissea”. Ringrazio Luciano (etimologia “nato nella luce”) per il bel dono del suo libro che ha desiderato partecipare allo scrivente, che assicura aver letto e sottolineato, come solito, nelle 146 pagine così ricche di ricordi e riflessioni fedeli alla propria immutabile identità cattolica nella quale si ritrova anche quella dello scrivente. Grazie ! Per Luciano “scrivere è, ancora una sorta di traduzione dallo spazio privato della coscienza a quello collettivo del linguaggio” perché purtroppo “la maledizione dell’uomo è che egli dimentica”. Luciano Castaldi, nato a Forìo nel 1972 da una buona e laboriosa famiglia di pescatori, è già padre di quattro figli: Caterina, Francesca, Benedetta e l’ultimo Alessandro Ciro nato il 22 aprile dell’anno scorso, al quale ha dedicato un capitolo dell’attraente antologia: “Mi perdo nel vostro oceano di pace…e tante altre cose che non so dire, anche perché non credo ci sia poeta capace di dire”.  I nobili gesti dell’antologia verso Benedetta Tobagi, figlia del prof. Walter assassinato da terroristi rossi nel 1980; l’amore vissuto per la terra di Forìo e, invece, il degrado, il deterioramento; quindi il sogno degli “artisti al potere!” nei ricordi di Gino Coppa, Gianluigi Verde, Mariolino Capuano e nella condivisione del commento di Raffaele La Capria: “La Bellezza per essere apprezzata richiede doti e disposizioni che i nuovi arrivati non hanno. E come si può difendere la Bellezza se si crede che sia bello il Brutto?”. Pertanto, perdono alla “Madonnina di vico Annunziata”, ove Luciano è nato: “Madonnina, questa volta, invece di volgere, come sempre fai, i tuoi occhi misericordiosi verso di noi, ti prego: se puoi, girati dall’altra parte!”. Ancora onore a Nello Mazzella e alla sua idea di “Comune Unico dell’isola d’Ischia” che “forse non vedrà mai la luce”. Il pensiero alla sua “Florigium”, Forio, e Matteo Verde nato, come il padre, nel 1928; Giovanni Balestriere di Barano; Vito Trofa; Luigi Polito: “Forio ha bisogno di altri cento L. Polito!”; Pino Rauti e Piero Buscaroli; Onofrio Calise; la “Destra divina” di Camillo Langone:”La destra divina non è migliore perché rispetta il Decalogo, ma è migliore perché nel Decalogo crede”; il pensatore Michel Clouscard sul “Capitalismo della seduzione”, eco del pensiero di Augusto Del Noce: “la crisi si aggrava, ma aumenta il fatturato dell’industria del tempo libero, turismo, piacere; inoltre la passione sportiva di Luciano per il basket vittorioso; l’antica ricorrenza dell’Addolorata e la “corsa dell’Angelo”a Maria, prima Testimone della Risurrezione del Figlio divino; la coerente “apologia della vera tradizione” cattolica negli scritti del filosofo M.F. Sciacca, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI (“Caritas in Veritate”) e la “dimenticata” altra enciclica “Lumen Fidei” scritta con Papa Francesco; mentre la “convegnite”degli incontri votati alla sociologia e politologia mostra spesso non una chiesa adulta, ma adulterata, in “ascolto del mondo” e non più Maestra: sì unità, ma prima la Verità, che è Cristo di Maria: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”(Mt 28,18).

 

DIES  DOMINICA – 12a DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Oggi Natività di S. G. Battista e 36° Apparizioni della Regina della Pace a Medjugorje (Erzegovina) “continuazione e realizzazione di Fatima”(Papa San Giovanni Paolo II). Auguri per compleanno di Sion! “Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”.

Ci raccogliamo nella memoria della Pasqua a celebrare il “sacrificio d’espiazione e di lode”. Sulla Croce Gesù si è offerto per riparare il peccato e l’Eucaristia ci introduce in questa stessa riparazione, di cui ha così pressante e continuo bisogno la nostra vita, tanto segnata dal peccato che ritorna con affliggente monotonia. Nel Sacramento dell’Eucaristia troviamo l’espiazione, la forza della fedeltà a Cristo, la gioia di lodarlo “nell’attesa della beata speranza che venga il nostro Salvatore Gesù Cristo”. Nella prima Lettura il profeta (Ger 20, 10-13) non annunzia cose gradevoli. Per questo è bersagliato e oppresso: “Terrore all’intorno!”. Non è tuttavia sfiduciato: egli sente vicino a sé il Signore, al quale affida l’esito della propria vita: “possa io vedere la tua vendetta su di essi; poiché a te ho affidato la mia causa!”. Nella seconda Lettura San Paolo a Romani (5, 12-15) scrive che Adamo è “figura di colui che doveva venire”, cioè di Cristo: ma una figura antitetica. Per causa di Adamo tutti sono stati partecipi della situazione di peccato e di morte. A motivo di Cristo tutti sono redenti. Egli sta al principio del “dono di grazia”, che è riversato “in abbondanza su tutti gli uomini”. Infine nel Vangelo di San Matteo (10, 26-33) alcuni detti di Gesù da fissare nel cuore. Non si deve aver paura di chi uccide il corpo, ma di chi compromette tutto il nostro essere e il nostro destino ultimo. Noi non siamo indifferenti alla Provvidenza amorosa di Dio, che veglia su di noi: “perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati”. E dobbiamo avere il coraggio della testimonianza e non arrossire di essere seguaci di Cristo.

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TORRIONE MIO

Chissà le parole sussurrate

dalla risacca all’arenile della rada

al rialto del merlato Torrione vedetta

affacciata a Florigio nido di figli fiorito

quando incursioni saracene Barbarossa

sbarcavano semi di distruzione e dolore.

 

Gloria è rendita che si paga solo a posteri,

noi amammo sua memoria di cultura e riti,

quando, a esordio con Lella, segnammo lieti

di precario abbandono scia ricordi al ‘Mattino’,

restauro a riposo immoto e grato rifugio illeso,

fedele schermo di pietra e ristoro esortammo

in questo pianeta grembo così sfiorito d’amore.

 

Incolume Torrione, tu reggi inviolabile al tempo

e orma proteggi al soffio del ponente d’esule,

viaggio al Dio Crocifisso che cuore conforta.

 

Rubrica a cura del prof. Pasquale Baldino, responsabile diocesano Cenacoli Mariani, docente Liceo, poeta (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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