CRONACAPRIMO PIANO

Enzo e il depuratore: «Ero preoccupato prima, figuriamoci adesso»

Il sindaco di Ischia fa il punto sulla situazione di alcune delle “grandi opere”, da Piazza degli Eroi alla Riva Destra, e sulla ripresa delle attività turistiche nonostante il covid-19

Sembra ormai aver preso il via la stagione turistica, pur senza quel periodo di “rodaggio” abituale. Tuttavia l’estate è in movimento, e viene il dubbio che se qualche attività in più avesse avuto il coraggio di rischiare, le cose forse sarebbero potute andare anche meglio. Lei che idea si è fatto?

«La nostra isola dal punto di vista turistico è una meta ambita. Nel momento in cui la pressione dell’emergenza sanitaria andava progressivamente a ridursi, bisognava aspettarsi una rilevante ripresa dell’attività turistica, come si sta già verificando. Io voglio essere ottimista, e voglio immaginare che questo andamento si consoliderà ulteriormente, spingendo, laddove esistono organizzazioni aziendali che lo consentano, a indurre a un ripensamento alcuni imprenditori isolani nel rivedere le proprie decisioni, come è già successo nel caso di alcune strutture ricettive che inizialmente propendevano per la chiusura».

Restano due problemi di fondo. Il primo, per quanto grave sembra addirittura marginale rispetto al successivo, è legato alla popolazione occupata, ma che lavorerà diversi mesi in meno. Poi ci sono coloro che resteranno inoccupati per la mancata apertura di alcune attività, e poi arrivano diversi segnali preoccupanti: si pensi alla Caritas coi voucher-spesa. Resta sempre la preoccupazione per il momento in cui i riflettori sulla stagione estiva si spegneranno.

«Siamo soddisfatti del nuovo volto che sta assumendo Piazza degli Eroi, come luogo di aggregazione e incontro, più fruibile per i residenti e i turisti»

«Sì. Sicuramente per il 2020 il rischio è rappresentato dai problemi di tenuta sociali che potremmo dover fronteggiare nel prossimo autunno, o anche nell’immediato, a fronte di lavoratori che non verranno reinseriti nel circuito produttivo. È chiaro che c’è bisogno, da parte del governo centrale, di una presa di coscienza di questo fenomeno che non è solo ischitano, anzi: Ischia come meta turistica un po’ più gettonata avrà tale problema in una percentuale leggermente ridotta, o almeno speriamo che possa essere così. Dunque a livello governativo bisogna acquisire una certa consapevolezza, e di conseguenza arrivare all’adozione di misure straordinarie dirette a tutelare queste persone che possono trovarsi, insieme alle rispettive famiglie, in difficoltà economica. Parallelamente bisogna continuare con l’attività di interlocuzione che le varie categorie del mondo dei lavoratori stagionali stanno cercando di avviare con le istituzioni che possono intervenire direttamente per risolvere tale problematica».

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Detto in sintesi, se non interviene il Governo centrale, c’è poco da fare.

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«C’è bisogno di un intervento straordinario: stiamo cercando di far diventare tema prioritario nell’agenda del Governo la problematica degli stagionali del settore turistico che, ripeto, è un problema nazionale, che va dunque debitamente affrontato».

C’è comunque una buona notizia, quella del progetto per la Riva Destra: un raggio di luce per provare a risolvere un problema ormai cronico.

«Il progetto per la nuova Riva Destra, finanziato dalla Regione, oltre a risolvere il problema dell’acqua alta ha anche una positiva valenza paesaggistica, grazie all’area di accoglienza per eventi e spettacoli e al collegamento con la spiaggia di San Pietro»

«È un problema, anche questo, che non è solo di Ischia. Nel Mediterraneo meridionale la problematica si ravvisa in varie aree portuali: parlo del fenomeno dell’acqua alta. Dal punto di vista del nostro Ufficio tecnico, questo è stato uno dei primi temi che abbiamo affrontato, e grazie a uno sforzo sinergico si è riusciti a realizzare un progetto semplice nella fase realizzativa, a cui è stato poi assegnato il finanziamento dalla Regione Campania. Si tratta di un bel successo dell’amministrazione. Adesso le attività sono protese al conseguimento dei pareri e dei titoli necessari per poter realizzare materialmente l’opera. Opera che non affronta soltanto il problema dell’acqua alta, ma che tende a garantire una migliore accoglienza per iniziative culturali e di spettacolo nella zona antistante il cantiere, oltre che collegare fisicamente la zona della Riva Destra con la spiaggia di San Pietro. Dunque ha anche un’elevata valenza paesaggistica. La passeggiata sarà realizzata con moduli smontabili in acciaio e legno. È un progetto molto ambizioso che raccoglie vari spunti progettuali, tra cui quelli dell’architetto Sandro Petti».

Tra i vari problemi, quello del depuratore richiama un po’ la tipica italica burocrazia.

«Direi l’italica incapacità di riuscire a generare, in tempi certi e celeri, infrastrutture che risultano essere fondamentali per i territori. Sotto questo punto di vista, sono molto pessimista. Per vocazione sono ottimista quando guardo al futuro. Tuttavia se guardiamo ai ritmi di crescita e di sviluppo presenti in altre parti del mondo, dove in un baleno realizzano opere faraoniche, risulta paradossale il fatto che qui da venti anni siamo ancora fermi al 40% della realizzazione dell’opera. Parliamo di un depuratore, sicuramente complesso ma comunque realizzabile, ed è surreale, da istituzione locale che dovrebbe beneficiare di quest’opera, non poter conoscere le dinamiche che si innescheranno, non poter conoscere i tempi che ancora ci vorranno per ottenere finalmente il depuratore sul nostro territorio».

È pessimista per quanto concerne la visione generale dell’Italia rispetto ad altri Paesi, ma guardando qui di fronte, comincia ad essere un po’ più preoccupato a questo punto?

«Il Governo deve porre tra le priorità la questione dei lavoratori stagionali, altrimenti è a rischio la tenuta sociale»

«Già lo ero, tanto è vero che la preoccupazione e l’ansia aveva portato noi e il sindaco di Barano a intrattenere un costante rapporto epistolare col Commissariato di Governo, però dobbiamo sottolineare che tale problema coinvolge anche altri siti dove sono in corso di realizzazione opere analoghe».

Si parla molto delle opere a Piazza degli Eroi. È positivo il dibattito circa i risultati dei lavori, ma visto che ognuno si sente autorizzato a giudicarli, sentiamo anche il parere del sindaco.

«Penso che dobbiamo partire dalla considerazione di quella che era la precedente sistemazione di Piazza degli Eroi. La si definiva “piazza”, ma non lo era: piuttosto, era uno snodo viario dedicato in larga parte alla sosta delle auto. La nostra amministrazione di concerto con l’ufficio tecnico ha cercato di darle una nuova connotazione, di autentica “piazza” come luogo di aggregazione e incontro sociale. Lo abbiamo fatto intraprendendo un’attività di esproprio condiviso con l’Eni, includendo altri 700 metri quadri circa di spazio pubblico, che garantiscano una fruibilità funzionale anche per i taxi e che consentono anche la riallocazione dell’edicola, assicurando ulteriori spazi liberi a disposizione della cittadinanza. Come amministrazione siamo contenti per il volto che sta assumendo la piazza. Ci sono critiche, ma è nella normalità delle dinamiche di una realtà come la nostra dove, vivaddio, c’è una positiva vivacità sociale, che non porta a giudizi uniformi sulle attività che si svolgono sul territorio. Siamo convinti di star realizzando una cosa bella e funzionale, che migliora la fruizione ai cittadini residenti, ma anche agli ospiti, che possono godere di un luogo moderno, più bello dal punto di vista estetico e più ordinato».

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