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Ultima chiamata per il Tribunale, il grido di dolore al convegno sulla giustizia

ISCHIA. Di Maio e Salvini non si sono visti, come non si è visto il ministro Bonafede. In compenso, il parterre di relatori al Convegno organizzato dall’Assoforense isolana circa il futuro dei tribunali insulari è stato comunque ricco, come avviene di consueto. Molte facce ormai note, qualche novità e qualche spunto inedito in una tematica ormai ampiamente conosciuta anche al grande pubblico al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori. Tuttavia adesso alle parole dovranno necessariamente fare seguito i fatti. E soprattutto dovrà accadere in fretta. A dicembre scadrà la proroga triennale per la sede ischitana del Tribunale, e si corre il concreto rischio di restare senza il presidio giudiziario laddove dopo un decennio di alterne vicende è ormai pronto il rinnovato edificio storico della giustizia isolana. La consueta cornice dell’Hotel Delfini di Cartaromana ha accolto un gran numero di avvocati, che hanno sfidato il caldo canicolare pur di essere presenti senza cadere nella facile tentazione balneare. L’incontro, organizzato con la solita tenacia dall’avvocato Francesco Cellammare, presidente dell’Assoforense, è iniziato poco dopo le ore 10.30, moderato dal dottor Antonio Piricelli che ha ribadito il diritto di Ischia alla stabilizzazione della sede, visto il suo “peso” sociale ed economico.

L’avvocato Cellammare, nel salutare i sindaci e i rappresentanti delle varie isole minori, da Lipari all’Elba, da Capri alla Maddalena passando per la vicina Procida, ha sottolineato che soltanto con la stabilizzazione definitiva si potrà procedere al rafforzamento permanente del personale della sede giudiziaria: «Parliamo di un diritto sacrosanto – ha detto il presidente dell’associazione – ma finora la nostra è stata una giustizia zoppa. Non siamo cittadini di serie B. Nel contratto di governo è contemplato il riavvicinamento dei cittadini alla giustizia, e ciò lo si ottiene mantenendo la sede distaccata, garantendo un diritto fondamentale». Cellammare ha poi letto un intervento inviato dal giudice Carlo Alemi, impossibilitato a presenziare. Alemi, cittadino onorario di Ischia, ha ricordato si essersi sempre battuto con ogni mezzo per il mantenimento della sede ischitana, e ha aggiunto: «Mi auguro che tutte le vostre giuste istanze siano recepite». Anche da alcuni esponenti delle altre isole minori arrivano dichiarazioni programmatiche del medesimo tenore «Col Movimento 5 Stelle e la Lega è in atto un’inversione di tendenza radicale. Dobbiamo riportare Tribunale e giudice di pace vicino ai cittadini, e dunque stabilizzare i baluardi costituiti dai presìdi giudiziari sulle isole».

Il vicesindaco di Lipari, l’avvocato Gaetano Orto, ha puntualizzato: «La nostra è una battaglia comune, i problemi sono  analoghi. Stabilizzare sì le sedi distaccate, ma bisogna far sì che esse siano in grado di funzionare effettivamente. Le isole minori vanno tutelate non solo garantendo la giustizia, ma anche tutti gli altri servizi fondamentali». Sempre dalle isole Eolie, l’avvocato Luca Zaia, presidente della locale assoforense ha lanciato la sua chiamata alle armi: «Finora si sono susseguite solo proroghe, meri palliativi, ma resta impossibile lavorare con la mannaia della soppressione per chi come noi per lavoro è sempre alle prese con le scadenze.  La caratteristica dell’insularità è qualcosa che resta anche dopo il 31 dicembre. La stabilizzazione richiede adeguati strumenti, personale, cancellieri, funzionari unep, giudici togati e no. La stabilizzazione deve compiersi nel senso più ampio del termine. Ribadisco dunque la volontà di continuare a oltranza nella nostra lotta».

Dopo le Eolie, è stata la vicina isola di Capri, tramite l’avvocato Mario Coppola, a far sentire la propria voce: «Sarebbe un crimine non confermare i tribunali di Ischia, Lipari ed Elba. Ma un crimine è già stato perpetrato, con la mancata proroga di Capri e della Maddalena. All’epoca si guardò solo ai numeri, non alle specificità territoriali. Eppure queste isole costituiscono poli turistici internazionali, e Capri non è la Calimero del Golfo: essere isolani non significa essere cittadini di serie b. Capri ha diritto alla sua sede, già la settimana prossima Francesco Caia parlerà con gli uomini del Ministero: noi  non ci piegheremo». Coppola ha poi lanciato una riflessione: «Non esiste un bilancio delle soppressioni delle sedi: eppure oggi a Capri una causa dura 8 anni, prima invece durava mediamente 2 anni, segno che non c’è stato quel conseguimento di efficienza che ci si attendeva, ma anzi le cose sono peggiorate».

I SINDACI

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Dopo l’intervento del sindaco Enzo Ferrandino, che leggete a parte, è stata la volta di Francesco Del Deo, fresco di rielezione: «Ci stiamo impegnando per un disegno di legge sulle isole minori da riconoscere come zone disagiate per i servizi fondamentali: giustizia, trasporti marittimi, scuole, sanità. Il Tribunale di Ischia esiste dal 1500, i 65mila abitanti non possono essere lasciati senza giustizia. Inoltre penso all’esagerato prezzo dei carburanti sull’isola, un’aberrazione che non ha riscontri, in Italia ma forse anche nel mondo».

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Giacomo Pascale, primo cittadino di Lacco Ameno, ha invece dichiarato: «Noi isolani viviamo gli stessi problemi in vari ambiti, a partire dalla giustizia e dalla sanità. Sono appena stato all’ospedale Rizzoli, dove c’è emergenza i pochi pediatri disponibili. Al di là delle divisioni, dobbiamo rimanere uniti per ottenere quello che in fondo  soltanto l’uguaglianza con tutti gli altri cittadini del Paese».

Il sindaco di Serrara Fontana, Rosario Caruso, ha invece evidenziato un altro problema: «Inutile girarci intorno: i Comuni non hanno le risorse necessarie per risolvere i problemi. Lo stato deve riconoscerci tali risorse. Si dice che siamo la culla del Diritto, spero che anche in futuro questo detto sia ancora valido».

Su queste  posizioni si è attestato anche l’intervento del vicesindaco di Procida, dottoressa Lubrano Lavadera: «Le battaglie si vincono solo se uniti. Lavoriamo su un progetto di legge che riconosca l’insularità. La logica del risparmio non può giustificare ulteriori tagli sui servizi essenziali».

Giovanni De Martino, sindaco di Capri, ha rivolto un appello chiaro: «Per Capri e  la Maddalena la soppressione delle sedi fu un’ingiustizia. Vi invito a lottare per mantenere le vostre sedi, ma vi chiedo di aiutarci a riavere le nostre».

Un intervento molto appassionato è stato quello di Roberto Marini, vicesindaco di Portoferraio all’isola d’Elba, che ha esibito con orgoglio la fascia tricolore: «Avrei voluto che tutti gli altri sindaci si fossero presentati con questa fascia, che indica la nostra appartenenza a un unico territorio nazionale. Non siamo  animali in via di estinzione».

A conclusione degli interventi dei sindaci, Piricelli ha lanciato la proposta di una Conferenza servizi tra sindaci e avvocati dell’Assoforense, allo scopo di preparare una bozza di legge da sottoporre alla Commissione giustizia. Anche la dottoressa Usai, segretaria dell’Ancim, l’associazione nazionale comuni delle isole minori, ha ribadito la necessità di un disegno di legge organico.

L’avvocato  Maria Grazia Di Scala, consigliere regionale, ha indicato allarmi e priorità: « La frammentazione delle nostre esigenze ha forse ritardato la creazione di una protesta unitaria, ma non è mai troppo tardi. Giudico molto positivo l’impegno degli avvocati in politica, visti i tanti colleghi che ricoprono la carica di sindaci, ma mi preoccupa la convergenza di Pd e M5S sui cosiddetti “sportelli di prossimità ” che svuoterebbe gli uffici giudiziari. Sarà discussa nei prossimi giorni e credo che vada evitata». Anche per la consigliere Di Scala è comunque necessaria una legislazione speciale per le isole minori.

 

Massimo Antonio Orlando,  presidente del Tribunale di Livorno, ha esposto un punto di vista parzialmente inedito:  «Ripristinare tutte le sezioni distaccate non è positivo, perché il giudice civile dovrebbe conoscere tutto lo scibile della sua materia. Per la certezza del diritto non sarebbe positivo. In relazione al mantenimento della sede, ritengo che a breve non sarà difficile ottenere una nuova proroga, mentre invito l’avvocato Di Scala a riconsiderare la sua posizione sugli sportelli di prossimità».

Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Napoli,  Maurizio Bianco, si è schierato con la consigliere regionale: «Concordo con Maria Di Scala: è inammissibile porre la pubblica amministrazione come tramite tra cittadini e giustizia. I costi della giustizia, tra l’altro, attenuano l’ottimismo per la riduzione del contenzioso. Sono perplesso sul contratto di governo, ma comunque adesso è il momento di darsi da fare. Non dobbiamo attendere l’autunno, dobbiamo smetterla con le azioni di emergenza. Tutti insieme dobbiamo muoverci da subito, già nei prossimi giorni».

Armando Rossi, attuale vice coordinatore dell’Organismo congressuale forense, vede nel contratto di governo un importante spiraglio per le rivendicazioni delle isole, mentre Francesco Caia, consigliere del Consiglio Nazionale Forense, è stato categorico: «L’accesso dei cittadini alla giustizia non è negoziabile col principio della economia e del risparmio. C’e bisogno di una Politica locale virtuosa, di una risposta da parte di una magistratura responsabile e di una avvocatura responsabile», per poi lanciare un’accusa circostanziata: «Facciamo nomi e cognomi: Michele Vietti fu colui che volle ridisegnare la geografia giudiziaria, tagliando e sopprimendo le sedi locali».

Il giudice Polcari, coordinatore della sezione ischitana del Tribunale, ha snocciolato una serie di dati, che smentiscono la presunta riduzione del contenzioso: «I numeri delle sopravvenienze rispetto alle definizioni è sempre maggiore, e anche i dati di questo primo semestre del 2018 sono perfettamente in linea con la media dell’anno scorso».

Il suo collega, giudice Alberto Capuano, presidente della sezione penale del Tribunale ischitano, è sembrato in parte rassegnato alla cancellazione della sede: «Se dovesse essere soppresso il locale presidio, il disagio più grande sarebbe per i testimoni. Ecco perché penso a un sistema di teleconferenza, per evitare che il cittadino venga sottoposto a enormi disagi nel recarsi sempre a Napoli».

L’intervento di Rosa Iacono, dell’Associazione Disabili, e dell’avvocato Gianpaolo Buono, che ha proposto  di varare entro la prossima settimana una documento congiunto a favore delle realtà insulari, hanno di fatto chiuso la quarta tavola rotonda su giustizia e insularità. Adesso, resta da sperare che tutte queste buone intenzioni si traducano in azioni concrete: e tra il dire e il fare non c’è soltanto il mare, ma anche e soprattutto i pochi mesi, ancor più ridotti dalla pausa estiva, che separano il Tribunale di Ischia dalla fatidica data del 31 dicembre.

Francesco Ferrandino

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